Palazzo Fidia
Milano (MI)
Indirizzo: Via Luigi Melegari, 2 (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Milano (MI)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: palazzo
Configurazione strutturale: Edificio con pianta a forma mistilinea, parte fondamentale di un più articolato intervento, costruito con struttura portante in muratura di calcestruzzo e mattoni pieni su fondazione continua, murature d'ambito e partiture interne in mattoni, copertura variamente articolata a tetto, con finitura in coppi, con porzioni a terrazza.
Epoca di costruzione: 1929 - 1932
Autori: Andreani, Aldo, progetto
Descrizione
All'angolo fra le vie Serbelloni e Mozart, alle spalle di corso Venezia, si trovano alcuni palazzi dalla notevole architettura costruiti nella seconda metà degli anni Venti; uno di questi, in via Melegari 2, è Palazzo Fidia, forse la massima rappresentazione artistica dell'architetto mantovano Aldo Andreani. L'edificio occupa un vertice dell'isolato triangolare, rivelando nella sagoma le connessioni con gli altri fabbricati che costituiscono parte dell'originario piano di edificazione dell'area.
Ha pianta a V appena pronunciata e si eleva sino al nono piano; le facciate presentano una notevole caratterizzazione, espressione della originalità e creatività dell'architetto nella sorprendente composizione di superfici arretrate e di aggetti, di finestre di ogni foggia immaginabile e di bow-window tondi, di cornici, ghiere e dentellature. Le superfici sono rivestite con tipici materiali lombardi, il mattone, soprattutto, posato con differenti tessiture, ed il ceppo nelle varietà cromatiche disponibili, ai quali sono aggiunte intense colorazioni con la pittura delle parti intonacate. Emergono un po' ovunque archetti e archi a vento, nicchie e pensiline, timpani e balaustre, pigne e pinnacoli; appena un po' di quiete soltanto verso l'interno del lotto, dove la facciata dell'edificio si fa concava.
Il vertice del palazzo coincide con il monumentale portale d'ingresso, incorniciato e preceduto da una scalea mistilinea. L'atrio rivela la notevole cura dei dettagli, sia nella scelta dei marmi, che nella composizione degli intarsi a pavimento e delle nicchie a parete; fa bella mostra di sé il pregevole scalone in marmo dalle sinuose linee elicoidali.
Non il solo edificio a rappresentare l'eclettismo in città, certo la mescolanza di forme, materiali e richiami stilistici ne fanno un esempio di originalità ed estro artistico in netto contrasto con la cultura del tempo.
Il coraggio dimostrato dal progettista si rivela anche attraverso la lettura delle indicazioni espressamente formulate dalle autorità preposte all'esame del progetto: le modalità di intervento per lo sfruttamento edilizio delle aree avrebbero dovuto assicurare con la massima sobrietà di linea e di colore l'armonia con il palazzo Serbelloni e con l'ambiente del giardino.
Notizie storiche
Il palazzo, edificato a partire dal 1929 a seguito di una operazione urbanistica avviata nel 1924, è uno degli elementi più significativi dell'insieme urbano sorto sull'area del giardino Serbelloni.
Qui si trovava una porzione della vecchia Milano, con le cortine di case tra corso Venezia, il Naviglio interno, la via Monforte ed i bastioni; fra l'edificato, orti e giardini.
La vicenda di Palazzo Fidia prende avvio dal "Piano generale di edificazione in terra Sola-Busca", impostato cioè sull'area caratterizzata dal Palazzo Sola-Busca, già Serbelloni, all'epoca di proprietà del conte Gian Ludovico Sola Cabiati, e dall'attiguo vasto giardino. Sorto alla fine del Settecento per opera di Simone Cantoni, il monumentale edificio godeva della vista su un vasto giardino con magnifici alberi, alcuni dei quali salvaguardati dal piano di ricostruzione di Aldo Andreani, sensibile architetto che opera di concerto con la Soprintendenza ai Monumenti.
Presentato nel 1924, il progetto di lottizzazione è elaborato in forma definitiva l'anno successivo: l'impianto urbanistico studiato da Andreani si basa su equilibrati rapporti di volume tesi ad un risultato formale unitario che coinvolge anche le aree circostanti. Il piano garantisce un ampio respiro alla facciata sul giardino dello storico palazzo, impostando su questo le nuove costruzioni simmetricamente disposte attorno ad un cannocchiale prospettico che interseca la via Melegari.
Perso il controllo sull'intera operazione, Andreani concentra l'attenzione su alcuni edifici per i quali comunque riesce a garantire gli indirizzi ed alcune scelte compositive adottate nel piano generale. Uno di questi è Palazzo Fidia, per la cui eccezionale architettura raccoglie le attenzioni della critica già al tempo della sua costruzione. Non concorde, ovviamente: considera l'edificio come una "sarabanda sfrenata","jazz architettonico", "sonoro ceffone a tutti i bigotti della tradizione", il riflesso di un artista a tutto tondo, che diventa autore di "esperimenti architettonici d'un pittoresco e d'un impensato veramente sconcertanti".
Memore del valore rappresentativo dell'architettura, Michelangelo Antonioni gira nel 1950 alcune scene del suo primo lungometraggio in via Melegari, cogliendo in notturna lo scenografico fondale di Palazzo Fidia. Lucia Bosè interpreta Paola Molon: fasciata in un impeccabile abito da sera si appoggia disperata al portale in pietra del palazzo, mentre vede l'amante allontanarsi in taxi.
Uso attuale: intero bene: abitazione
Uso storico: intero bene: abitazione
Condizione giuridica: proprietà privata
Riferimenti bibliografici
D'Ancona P., Enciclopedia Italiana, Milano Monumenti ed Arte,
Persico E., La Casa bella, Echi, riflessi e chiose, 1931, n. 44, p. 61
L'Ambrosiano, La nuova Milano. Via Serbelloni e le altre, 1931, p. 3
Rassegna di Architettura. Rivista mensile di architettura e decorazione, Il nuovo quartiere nell'ex-giardino Sola-Busca di Milano, Milano 1931, n. 6 pp. 201-210
Somarè E., Aldo Andreani Architetto scultore, Milano 1937
Canella G./ Gregotti V., Edilizia Moderna, Il Novecento e l'Architettura, Milano 1963, n. 81 p. 83
Franchi D./ Chiumeo R., Urbanistica a Milano in regime fascista, Firenze 1973, p. 13
Torricelli A., Civiltà mantovana. Rivista bimestrale, La cultura di Aldo Andreani, Mantova 1977, pp. 291-324
Belluzzi A., Civiltà mantovana. Rivista bimestrale, L'Architettura di Aldo Andreani, Mantova 1977, pp. 291-324
Grimoldi A., Ottagono, Il folle palazzo Fidia, Milano 1980, n. 58 pp. 109-113
Grandi M./ Pracchi A., Milano. Guida all'architettura moderna, L'architettura del Novecento, Bologna 1980, pp. 145, 156
Guida d'Italia del Touring club italiano. Milano, Milano 1985, p. 320
Rassegna, Aldo Andreani 1909/1945, Bologna 1988, n. 33/1, pp. 2-88
Gramigna G./ Mazza S., Milano. Un secolo di architettura milanese dal Cordusio alla Bicocca, Milano 2001, pp. 114-115
Baglione C., Casabella, Cronaca di un progetto. Palazzo Fidia a Milano, Milano 2002, n. 706-707 pp. 75-86
Torricelli A., Casabella, Nella "magnifica compagine" del giardino Sola-Busca, Milano 2002, n. 706-707 pp. 87 e ss
Fonti e Documenti
Archivio Civico Milano, Edilizia privata, atti n° 100399/1934
Percorsi tematici:
- L'architettura e le sue fonti: il Novecento a Milano e in Lombardia
- Quattro passi per Milano. Memorie di una città che cambia
Collegamenti
- Descrizione archivistica: Stabile uso abitazione Società Anonima Immobiliare Fidia - Palazzo Fidia (1929 - 1934)
Unità compresa in: Pratiche edilizie (1928 - 1983). Conservatore: Comune di Milano. Archivio civico (Milano, MI).
Credits
Compilazione: Garnerone, Daniele (2007)
Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/3m080-00065/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).