Chiesa di S. Emiliano
Padenghe sul Garda (BS)
Indirizzo: Via S. Emiliano, 9 - S.Emiliano, Padenghe sul Garda (BS)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: Sorge fuori dall¿attuale centro abitato, su un piccolo promontorio morenico. Il massiccio perimetrale è in pietra regolare con murature, compatte e omogenee, che presentano le stesse caratteristiche edilizie della facciata. E' a pianta rettangolare con abside semicircolare a est, facciata a spioventi a ovest e navata unica. Sul lato sud sono ora addossate le strutture di più recente realizzazione adibite a uso agricolo. Nel XVI secolo, in occasione di un radicale restauro, veniva costruito il piccolo campanile a vela innestato all¿angolo nord-est. L¿interno è scarsamente illuminato, dato che le uniche aperture a dare luce sono l¿oculo di facciata, le due monofore absidali e la porta-finestra inserita nel longitudinale nord.
Epoca di costruzione: metà sec. XII
Descrizione
Ad aula unica absidata è sita sul lato nord di una corte agricola, La muratura dell'aula è in gran parte originaria, compresi i due portali. Quello ovest, architravato e con lunetta già dipinta, è sormontato da un concio in rosso di Verona in cui è rilevata una croce greca, come nel tamponato portale nord di S. Andrea a Maderno. Di quello sud, privo di lunetta, dovevano servirsi gli officianti provenendo dalla domus. Non è escluso che il finestrone nord-est costituisca il rimaneggiamento di un portale romanico. L'emiciclo absidale è di difficile lettura: se sul lato sud non vi è traccia di lesene, in quello nord, privo di monofora, se ne conserva un frammento e la ricucitura del paramento non raccordata al fregio ad archetti, scavati in blocchi monolitici su peducci e in parte di restauro. Ciò fa sospettare restauri antichi, dovuti a crolli e/o demolizioni di strutture addossate. Al secolo xvii risalgono la copertura su due arcate trasversali, l'oculo di facciata, il sopralzo dell'abside (demolito nel 1958), il campanile a vela. Al perimetrale sud della chiesa si salda un corpo di fabbrica, di XV secolo come l'adiacente torre colombaia ma su fondazioni in continuità con quelle della chiesa, forse già appartenenti alla domus medievale.
Nel 2002 dalla parete nord sono affiorate due fasi di dipinti murali. Alla più antica, collocabile verso la fine del secolo XIII, spetta il lacerto in alto a sinistra dell'arcata orientale, in cui l'arcangelo Gabriele indica qualcosa di perduto ad un gruppo di laici. L'iscrizione fra il margine superiore e il fregio a tralcio sinusoidale di palmette recita: "..te be... paratum ex vobis a[n]gelus quo..". Considerati gli spazi mancanti, e il fatto che il lacerto paia l'estremità di una vasta scena, potrebbe trattarsi di un riferimento libero a Mt 25,34 (Venite benedicti Patris mei; possidete paratum vobis regnum a constitutione mundi), ad accompagnare l'introduzione degli eletti per il tramite dell'angelo (pur di norma non Gabriele) a Cristo del Giudizio finale, in una versione priva di consesso degli apostoli (sempre più in alto degli eletti), come nell'Aula della Curia di Bergamo. E non osta la collocazione laterale, attestata per gli stessi anni in S. Giorgio ad Almenno. La seconda fase, di XV secolo e in parte sovrapposta alla precedente, mostra l'arcangelo Michele e santi. La tecnologia costruttiva di S. Emiliano, impostata su criteri di economicità e pensata per una più o meno estesa intonacatura esterna, ricorre in chiese della zona quali S. Cipriano e S. Zeno di Lonato, al confine occidentale dell'antica diocesi di Verona. Nobilitata dall'abside in conci squadrati di arenaria, ritmata in cinque specchiature da lesene e archetti, S. Zeno presenta analogie contestuali con S. Emiliano: plebana fino al secolo XVIII, sorge su di un promontorio, nell'area di una villa romana e già in castro veteri (Bolla di Lucio III, 1184).
Notizie storiche
Le spettanze che nel 1145 papa Eugenio iii conferma al vescovo di Verona Tebaldo includono la "plebem de Padenguli cum capellis et decimis et castello", da identificare con la chiesa di S. Emiliano e l'attiguo castello. Dall'alto di un promontorio morenico della Valtenesi affacciato sulla riva occidentale del Benaco, già sito di una villa romana ancora in uso in età longobarda (Ghiroldi 1995, Breda 1998), i due edifici costituivano uno degli avamposti occidentali della diocesi di Verona. Tuttavia, prima del 1530, lo sviluppo dell'abitato ai piedi del castello comportò il trasferimento delle prerogative di plebana alla chiesa di S. Maria, nel 1454 ancora suffraganea di S. Emiliano.
Ad aula unica absidata e sita sul lato nord di una corte agricola, la chiesa fu elevata intorno alla metà del secolo XII con ciottoli e conci sbozzati di medolo, botticino e rosso di Verona in abbondante malta, con elementi squadrati (anche di riuso dalla villa) per i punti stressati o di pregio. Dotata di un sepulchrum con statue lignee nel 1732 e ancora officiata nel 1743, nel secolo XIX, l'aula fu adibita a fienile, magazzino e stalla, per essere restaurata con approccio purista fra 1958 e 1962 e riaperta al culto nel 1980. Al 2002 risale il restauro interno, al 2009 il recupero della corte ad uso foresteria. L'analisi stratigrafica di L. Cervigni (2002) ha chiarito la sequenza delle fasi della corte, lasciando irrisolti alcuni quesiti sulla chiesa.
Uso attuale: intero bene: chiesa
Uso storico: intero bene: chiesa
Condizione giuridica: proprietà Ente ecclesiastico
Credits
Compilazione: Fedeli, A. (2001)
Aggiornamento: Ribaudo, Robert (2013)
Descrizione e notizie storiche: Scirea, Fabio
Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/4m010-00255/
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