Chiesa di S. Maria in Martinico - complesso
Dongo (CO)
Indirizzo: Piazzetta Anna Vertua Gentile (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Dongo (CO)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: Il complesso architettonico è composto dalla chiesa, da una cappella adiacente addossata al prospetto sud e dal campanile. Alla chiesa, sviluppata con planimetria ad unica navata terminata da abside semicircolare, si accede da uno dei due portali collocati sul lato nord; le strutture murarie, in parte risalenti al primo edificio romanico, sono realizzate con tessitura regolare in conci di pietra di diversi litotipi; la copertura è a tetto a due falde con manto in lastre di pietra. Dalla parete destra della navata si accede ad una cappella a pianta rettangolare voltata che immette nella sacrestia. Il campanile, a pianta quadrata, sorge sul lato sud del complesso
Epoca di costruzione: 1905 - 1912
Autori: Frigerio Federico, progetto di rifacimento; Rovere Giovanni Mauro della detto Fiamminghino, chiesa, decorazione
Comprende
- Chiesa di S. Maria in Martinico, Dongo (CO)
- Campanile della Chiesa di S. Maria in Martinico, Dongo (CO)
Descrizione
La chiesa si trova al centro della località Martinico e sorge in posizione leggermente rialzata rispetto alla piazza. L'edificio, oggetto di un radicale restauro eseguito all'inizio del XX secolo, costituisce una delle più interessanti ed antiche testimonianze di architettura romanica nell'area dell'Alto Lario ed è caratterizzato da una muratura ben apparecchiata con conci di pietra squadrati e sottili letti di malta.
La semplice facciata a capanna presenta un portale centrale architravato sopra il quale si aprono due strette finestre ed una finestrella cruciforme. Il fianco nord orientale, affacciato verso la piazza, è caratterizzato da una cornice a dente di sega e da archetti pensili policromi con motivi decorativi di varia foggia scolpiti sui dentelli. Su questo lato si aprono un oculo, tre monofore, e due portali, uno dei quali conserva elementi policromi, esili colonne con basi e capitelli scolpiti e due teste umane scolpite nelle mensole sotto l'architrave. Nella parte centrale si notano le tracce dei corpi di fabbrica addossati alla parete e successivamente demoliti mentre sull'angolo spicca una scultura sporgente con una figura di leone. Anche l'abside, ricostruita in occasione del restauro, presenta una cornice a dente di sega sotto la quale sono collocati archetti pensili policromi con dentelli scolpiti. Dal fianco si accede all'interno che presenta un'unica navata chiusa da un'abside semicircolare e coperta da un soffitto ligneo. Le pareti, prive di intonaco, conservano alcuni lacerti della decorazione pittorica ed alcuni pannelli con porzioni di affresco staccati dall'abside. Sulla parete ovest si possono osservare alcuni lacerti di affresco con un'Ultima Cena, la figura di un Santo Vescovo in trono ed un'altra figura di Santo che lasciano presumere la presenza di una decorazione più ampia risalente al XIV secolo. Ad una fase seicentesca appartengono invece le porzioni di affresco staccate dall'abside e posizionate entro pannelli appesi sopra il confessionale. Le scene raffigurano la Nascita di Cristo, la Presentazione al Tempio e la Disputa con i Dottori e sono attribuite a Giovan Mauro Della Rovere detto il Fiammenghino. Altri affreschi seicenteschi staccati, fra i quali due figure di Santi e due riquadri con angeli, sono appesi lungo la navata. Prima del presbiterio si possono notare altre porzioni di affreschi staccati sicuramente più antichi. In corrispondenza dell'arcone che separa il presbiterio dall'abside si conservano, sul lato destro, lacerti di affreschi quattrocenteschi: una figura di Santo o Profeta sul pilastro e le figure di S. Gerolamo e di S. Gregorio entro cornici polilobate nel sottarco. La zona presbiteriale, risistemata nel 1974, presenta un semplice altare in pietra collocato in sostituzione dell'altare barocco. A lato dell'altare, sopra un piedistallo in pietra, si conserva una statua lignea della Assunta che risale al 1690. L'abside, intonacata e priva di decorazioni, è scandita da una cornice lapidea sotto la quale si aprono tre monofore. Quella centrale conserva una vetrata rinascimentale con la raffigurazione della Vergine. Attraverso una porta sul lato destro della navata si accede ad una cappella laterale aggiunta in epoca successiva e posta ad un livello superiore. Questo ambiente conserva un altare barocco, con colonne tortili e paliotto in scagliola, sopra il quale è collocata una statua della Vergine. La decorazione pittorica sulle pareti e sul soffitto della cappella sembra risalire invece al XX secolo. Lungo la parete destra si aprono tre nicchie nelle quali sono collocate le statue lignee della Madonna, di S. Antonio e di S. Rocco.
Notizie storiche
L'esistenza di una chiesa dedicata a S. Maria è documentata a partire dal XII secolo, come risulta da pergamene conservate presso l'archivio parrocchiale relative ad atti di compravendita. A questa fase romanica risalgono le strutture murarie, composte da blocchi in pietra squadrati, la cornice a dente di sega, e gli elementi scolpiti del portale sul fianco. I resti di affreschi all'interno documentano una prima fase di decorazione nel XIV. A quest'epoca, infatti, sembrano risalire i lacerti collocati sulla parete destra ed anche alcune porzioni di affreschi staccati. Al secolo successivo potrebbero risalire invece le figure di Santi conservate sull'arcone che separa il presbiterio dall'abside. Nel 1460 alla chiesa fu aggiunta una cappella, voluta da Giovanni Battista Cappelli, canonico della Collegiata di S. Stefano, come documenta un'iscrizione su una porzione di affresco successivamente staccato. In occasione della visita pastorale del 1593 il Vescovo Ninguarda descrisse infatti una chiesa ad una sola navata con un'ancona sull'altare maggiore ed una cappella con volta dipinta.
Nel corso del XVII secolo furono realizzate nuove decorazioni nell'abside, documentate da alcune porzioni di affresco staccate e appese lungo la parete della navata. Questi affreschi seicenteschi raffigurano scene della vita di Cristo e sono attribuiti al pittore Giovan Mauro Della Rovere detto il Fiammenghino, autore di una pala conservata nella chiesa di S. Stefano a Dongo. Nel corso del XVII secolo fu aggiunto anche l'altare barocco nella cappella laterale, come documenta la data 1687 incisa sulla balaustra in marmo di Musso e marmo di Varenna, e furono probabilmente realizzate delle volte lungo la navata che danneggiarono gli affreschi sulla parete. Una seconda cappella fu aggiunta nel 1791 e successivamente, nel 1865, furono addossati alla chiesa altri corpi di fabbrica.
Nel 1902 prese avvio un primo intervento di restauro, promosso dall'Arciprete Angelinetti, volto a rimettere in luce le strutture romaniche. In questa occasione furono eseguiti scavi in prossimità dell'abside e dell'arco del presbiterio ma i lavori furono sospesi per mancanza di fondi. Nel 1905, su iniziativa del nuovo Arciprete Prospero Bellesini, i lavori furono ripresi sotto la direzione dell'architetto Federico Frigerio. L'intervento comprese l'abbattimento della scuola addossata all'edificio, del campanile, collocato in facciata, della cappella di S. Rocco e della sagrestia e la demolizione del coro e della volte aggiunte in epoca barocca. Inoltre furono scrostate le pareti interne e fu ricostruita l'abside. In occasione di questo restauro, nel 1909, il restauratore Francesco Annoni staccò gli affreschi dell'abside e della cappella quattrocentesca. Un secondo intervento, diretto dall'architetto Frigerio e dall'ingegnere Aldo Rumi, fu realizzato nel 1912, quando furono ricostruiti il campanile e la sagrestia. Nel 1974, sotto la direzione dell'architetto Gilberto Marziano, fu modificata la zona presbiteriale e furono rimossi l'altare e il pulpito barocchi.
Uso attuale: chiesa: chiesa
Uso storico: chiesa: chiesa
Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico
Riferimenti bibliografici
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Credits
Compilazione: Catalano, Michela (2008); Leoni, Marco (2008)
Aggiornamento: Galli, Maria (2009)
Descrizione e notizie storiche: Leoni, Marco
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/CO250-00457/
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