Compreso in: Chiesa di S. Michele - complesso, Cremona (CR)
Chiesa di S. Michele - complesso
Cremona (CR)
Indirizzo: Piazza San Michele - Cremona (CR)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: Edificio a pianta basilicale, scandito in tre navate da alte colonne monolitiche con capitelli romanici che alternano forme vegetali e antropomorfe. Le navate sono coperte da volte a crociera imposte su slanciati archi ogivali. Sotto il presbiterio sopraelevato si apre la cripta, suddivisa in tre navatelle da due pilastri e da due file di colonnine, coperta da volte a crociera. Il campanile ottocentesco, costruito sulle fondamenta del precedente duecentesco, e la canonica, completano il complesso.
Epoca di costruzione: primo quarto sec. XII - inizio sec. XV
Comprende
Descrizione
L'edificio, a tre navate in laterizio, coperte in origine a capriate lignee visibili, suddivise da arcate su colonne lapidee con capitelli, presenta una vicenda edilizia articolata: di non facile ricostruzione, sia per la mancanza di un chiaro ed univoco supporto documentario, che per i diversi interventi attuati nel corso dei secoli, con particolare riferimento ai discutibili restauri ottocenteschi che contribuirono a cancellare alcune strutture originarie, per altro già compromesse da calamità naturali e dall'occupazione della chiesa attuata dalla milizia austriaca.
La tradizione, piuttosto leggendaria, ritiene che la fondazione dell'edificio sia da attribuire alla regina Teodelinda. Sulla scorta di questa indicazione e sull'intitolazione a san Michele, protettore della dinastia longobarda, alcuni hanno voluto riconoscere nella cripta l'originaria chiesa. Questi elementi però non sono sufficiente dimostrazione della tesi sopra esposta perché, osservando dall'esterno la muratura dell'odierna abside maggiore, si nota chiaramente l'omogeneità della parete e l'assenza di qualsiasi segno di sutura nel punto di innesto tra le due strutture. Bisogna quindi escludere l'intervento diretto della regina longobarda e la subordinazione strutturale dei due edifici.
Se, come si è visto, è molto difficile proporre una data certa per la fondazione del primo edificio di culto, altrettanto si può dire per l'attuale costruzione che dovrebbe comunque collocarsi tra la fine del XII (coro, abside), e l'inizio del XIII secolo (navate).
La facciata, a salienti, è scandita da quattro semicolonne addossate che riecheggiano la scansione interna a tre navate. L'odierno aspetto è frutto dei restauri del 1861 che chiusero nella parte centrale una serliana secentesca sostituendola con due bifore strombate, mentre nelle navate laterali ripristinarono i due rosoni che erano stati sostituiti da due aperture rettangolari. Una decorazione ad archetti pensili intrecciati, sormontati da una cornice a dente di sega, corre lungo il sottotetto e prosegue anche sulle pareti laterali. Nella navata centrale il medesimo decoro separa il protiro poco aggettante, dalle aperture soprastanti. Risale al 1844 la ricostruzione dalle fondamenta dell'attuale campanile, più alto ed imponente del precedente, che comportò la demolizione dell'abside di sinistra. Una fascia marcapiano ad archetti ciechi corre lungo quest'ultima, separando la parte inferiore con semicolonne addossate, da quella superiore che presenta, sopra alle sottili aperture strombate a tutto sesto, una fila di profonde cordonature in laterizio che, grazie al vivace rapporto cromatico di luce-ombra, contribuiscono ad alleggerire la muratura.
L'interno a schema basilicale con copertura a volte, (frutto di un restauro risalente al 1911 che sostituì le originarie capriate), è a tre navate divise da archi a sesto acuto, sostenuti da leggere e slanciate colonne in marmo. I capitelli presentano diversi motivi decorativi che farebbero supporre datazioni e maestranze diverse, o l'impiego di pezzi di riuso. Quelli della navata destra si rifanno, anche se con delle varianti, al modello corinzio, mentre nella navata sinistra si alternano motivi vegetali, figure mostruose o antropomorfe. Al termine delle navate laterali due scale parallele conducono alla cripta.
Nell'abside, rialzata rispetto al piano delle navate, il catino è interamente occupato da un affresco raffigurante il Giudizio universale. Nonostante lo stato frammentario del dipinto è ancora possibile coglierne la ricchezza cromatica, il vivo naturalismo e il tratto sinuoso. Tutti questi elementi lo discostano dall'ambito bizantineggiante, per avvicinarlo grazie alla vivacità espressiva alla miniatura bolognese e, per la stesura cromatica, alla pittura lombarda di fine XIII inizio XIV secolo. Una recente rilettura ha però sottolineato anche un'ascendenza veneta, che anticiperebbe l'affresco, comunemente ritenuto degli inizi d'inizio Trecento, al 1285 circa.
Notizie storiche
Ricostruita nel 1117 su una precedente chiesa del VII-VIII sec. di origine longobarda, dopo essere stata distrutta da un incendio e in seguito da un terremoto. E' l'edificio sacro più antico della città, sorta sull'area un tempo munita dal forte omonimo dominante la via Postumia.
Della chiesa medioevale rimane la cripta (XI sec.) sostenuta da colonne in parte provenieneti da edifici romani, con capitelli dell'X e XI sec. Nell'abside è presente una decorazione della fine del XIII sec.
Restaurata appunto dal vescovo Landolfo nel XI secolo, fu poi ampliata dal vescovo Oberto nel 1124, che la destinò a sede episcopale provvisoria mentre ancora si stava ricostruendo la Cattedrale. Al restauro di Landolfo corrisponde forse la pianta della cripta, oggi raggiungibile dalle rampe delle navate laterali e dedicata ai Caduti della prima guerra mondiale.
Le sei colonne antiche della cripta (o almeno cinque di esse), in granito e cipollino lunense, provengono da un monumento romano e "dovevano essere già reimpiegate nella fase più antica della chiesa", come documentano cinque dei relativi capitelli (Maccabruni 2003). La tipologia della cripta attuale, dei primi decenni del xiii secolo, è ancora romanica, come attestano i pilastroni cilindrici che sostruiscono i sostegni del coro superiore, pur essendo rifatto il sistema voltato. Il sistema decorativo esterno dell'abside (a fornici allungati) e anche il suo attacco al corpo longitudinale rivela varianti rispetto agli altri edifici del coevo "gruppo" cremonese (Bini, Ghisolfi 2002). Passata attraverso numerosi rifacimenti e restauri (Signori 1926), la muratura della chiesa non è più facilmente leggibile. Si potrebbero quindi ancora sottoscrivere le valutazioni di Porter: il nucleo del coro e dell'abside è probabilmente la prima zona costruita della chiesa, databile circa al 1200 (più probabilmente: primi decenni del XIII secolo); le arcate longitudinali sensibilmente acute delle navate fanno invece pensare al XIII secolo più inoltrato (Romanini 1964). La cesura rilevata tra le due fasi (Bini, Ghisolfi 2003) lascia credere che per qualche tempo fosse utilizzata la sola zona orientale.
La presenza di elementi "altomedievali" nei capitelli non costituisce problema: in tutto il romanico è nota la continuità o il recupero dei motivi a intreccio, che spesso inducono superficiali datazioni anticipate. In età longobarda e carolingia i motivi a intreccio non sono applicati ai capitelli delle cripte (che non sono ancora a navatelle), ma eventualmente a quelli dei cibori (ad esempio S. Giorgio di Valpolicella) e ad altro arredo liturgico (transenne, amboni). I capitelli di S. Michele vanno così ricondotti nel più corretto alveo degli inizi dell'XI secolo, ciò che non li 'squalifica' affatto, anzi ne fa una rara primizia sulla strada della formazione del capitello romanico.
Le volte attuali sono del XVI secolo.
Nel XVII sec. venne aggiunta la scala, all' altezza della sesta campata, che permette l'accesso al presbiterio. Anche le volte a crociera sono seicentesche e sostituiscono l'originaria copertura romanica a capriate lignee.
Il campanile è del 1844. Nello stesso secolo si dette inizio ai lavori di ripristino, continuati a più riprese in epoca recente e particolarmente avvertibili in facciata, nella zona absidale e all'interno. Purtroppo, i pesanti restauri hanno trasformato l'aspetto originario, soprattutto in facciata e sul campanile.
Agli inizi del XX sec. le volte a crociera sostituiscono l'originaria copertura romanica a capriate lignee.
Uso attuale: intero bene: chiesa
Uso storico: intero bene: chiesa
Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico
Accessibilità: apertura 7.30-12 e 16-19
telefono 037220862
Come arrivare:
Treno: Cremona
Autostrada: A 21 uscita BS-PC; SS 415 dir. CR
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Marino, Nadia (2007)
Aggiornamento: Ribaudo, Robert (2009); Marino, Nadia (2012); Marino, Nadia (2015)
Descrizione e notizie storiche: Ribaudo, Robert; Rurali, Elisabetta
Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book; Marino, Nadia
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/CR070-00041/
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