Villa Bettoni

Gargnano (BS)

Indirizzo: Bogliaco sul Garda, Gargnano (BS)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: villa

Configurazione strutturale: Classicheggiante complesso di tre piani con corpo sopraelevato, concluso da una balaustra marmorea ornata di statue di G,B. Locatelli. Lo scalone e varie sale sono decorate da affreschi. L'interno conserva collezioni d'arte. Collegato alla villa da due cavalcavia, è il giardino, incentrato su una grande esedra anch'essa arricchita da statue, e adagiato su un declivio.

Epoca di costruzione: metà sec. XVIII

Autori: Cristofoli Adriano e Marchetti Antonio, progetto; Pierallini, Amerigo Vincenzo, progetto giardino

Descrizione

I lavori per la realizzazione del giardino, vennero affidati alla mano esperta del fiorentino Amerigo Vincenzo Pierallini, attivo in quel periodo anche in diversi cantieri della Superba, che li mise in opera fra il 1764 e il 1768 enfatizzando il fronte principale del palazzo in una chiave decisamente teatrale e totalizzante rispetto al contesto naturale circostante. L'arredo naturale prevedeva, oltre la prospettiva, un percorso in salita e simmetrico di rampe convergenti verso la parte centrale destinata, nei progetti iniziali, a culminare in un tempietto dedicato ad Apollo mai realizzato. Altri elementi, quali le fontane, la grotta e i gruppi scolpiti contribuirono ad accentuare la "vaghezza" dell'intero complesso monumentale. Il Marchetti si fece garante di un progetto architettonico molto ambizioso, mirato ad assecondare le esigenze di rappresentanza ricercate dalla famiglia. Il palazzo fa fede agli intenti e con grande autorevolezza si impone nel contesto paesaggistico. Coerentemente alle caratteristiche della sponda stretta del lago destinata ad accoglierlo, si sviluppa lungo l'asse longitudinale ed è marcato da due fronti molto ampi, uno affacciato al lago e l'altro, dalla parte opposta, alla strada e ai giardini. Quest'ultimo è quello principale ed è prospiciente alla prospettiva del Pierallini, che crea una giusta cornice esaltandone la sontuosità. È composto da un corpo centrale: il pianoterra presenta una superficie a bugnato che costituisce un alto zoccolo, il piano superiore è scandito e ritmato invece da undici paraste con al centro le finestre. Tre sono decisamente più grandi (e sono inserite nel corpo centrale), i timpani che le coronano racchiudono busti all'antica e tutte si affacciano al balcone collocato sopra l'elegante ingresso a portico tripartito. Il piano sopraelevato, più basso, è impreziosito da una balaustra sulla quale svettano diverse statue. Queste opere plastiche, come le altre distribuite lungo i corrimano dello scalone interno e sulle terrazze dei giardini, sono del veronese Giovanni Battista Locatelli. I corpi laterali, più bassi, presentano ciascuno sette parti. Ma questa volta l'apparecchiatura della facciata è liscia e priva di elementi decorativi ad eccezione dell'alternanza di frontoni curvilinei e triangolari. Gli stessi elementi si ritrovano, più sobri, nel fronte del palazzo sul lago sprovvisto di un ingresso di rappresentanza. La parte meridionale della fabbrica ingloba alcune stanze appartenenti all'edificio preesistente, risalente al Seicento, che fra l'altro corrispondono alla sala da pranzo. Questo ambiente è decorato da un ciclo pittorico composto da diverse tele un tempo ricondotte ad Andrea Celesti, ma che la critica più recente ha giustamente ricondotto al suo collaboratore Alessandro Campo.
Le altri parti del palazzo si articolano a partire dal corpo centrale: a pianterreno c'è lo scalone che conduce al piano nobile, progettato dall'abate Marchetti e strutturato in diverse rampe animate da soluzioni architettoniche originali e da un insieme di opere plastiche raffiguranti divinità ispirate alla mitologia classica: Mercurio e Minerva allusive alla vita militare praticata dai Bettoni, Ercole e Onfale riferite invece alle unioni coniugali della stessa famiglia.
Gli affreschi interni furono commissionati ai Galliari. Nella loro impresa gardesana i Galliari si fecero interpreti di un sentire sostanzialmente nuovo, di una sensibilità maturata in stretto contatto con un ambiente di corte ricettivo ai mutamenti di mentalità prodotti dall'Illuminismo francese. Mentori i Bettoni, i decoratori agirono con l'eleganza e la perizia a loro consuete sia nel vano dello scalone (1760-1761 o 1763), che nel salone del corpo centrale al piano nobile (1760-1761). I Bettoni ne recepirono le motivazioni profonde e le fecero proprie. Ed è significativo che l'esperienza gardesana ebbe fortuna e in breve tempo trovò altri committenti. I Galliari la esportarono nelle ville della Lombardia occidentale.

Notizie storiche

Da inizio Settecento i Bettoni conciliarono l'antico esercizio delle armi, i buoni rapporti con Vienna (nel 1752 ottennero il titolo di Conti del Sacro Romano Impero) e la presenza (e rappresentanza) di alcuni membri della famiglia oltre che a Brescia, a Genova e successivamente a Napoli, con l'espansione dei propri feudi dislocati fra la Bassa bresciana, le sponde del Garda e a Scena in Tirolo. I Bettoni occuparono progressivamente i loro territori con attività principalmente agricole rivolte alla coltura di agrumi e iniziarono a gestirli dal profilo commerciale secondo i canoni di un'imprenditorialità nuova, esercitata con piglio preindustriale. A coronamento di questa intraprendenza curarono la loro immagine confrontandosi con le famiglie aristocratiche del luogo che, negli stessi anni, vivevano con pari dinamismo. A Bogliaco del Garda, decisero di edificare il palazzo più rappresentativo della famiglia.
Sia i Bettoni che le altre famiglie praticarono assiduamente il collezionismo contribuendo ad arricchire le fila di un mercato artistico in piena espansione e al quale nessun esponente delle classi alte poteva sottrarsi, legati com'erano tutti al circuito del Grand Tour che scandiva i tempi e le modalità di interessi comuni, gusti e tendenze destinate a diffondersi nelle fila della nobiltà e della borghesia nascente di tutta Europa. Che le ambizioni della famiglia Bettoni puntassero molto in alto è evidente fin dalle prime battute di tutte le vicende costruttive della residenza di Bogliaco. In base alle ricostruzioni fatte dal Lechi (1979) e, in tempi più recenti dalla Boifava (2001), sappiamo che per la stesura del primo progetto i conti Bettoni interpellarono gli architetti più "gettonati" del tempo. La loro decisione cadde sull'architetto veronese Adriano Cristofoli (1717-1780).
Tuttavia, dissapori e incomprensioni con i committenti finirono per allontanare definitivamente il Cristofoli dall'impresa (1753). I lavori ripresero nel 1756 grazie all'impegno costante del conte Carlo Bettoni che, dopo un intenso scambio epistolare con i suoi fratelli, diede l'incarico esecutivo all'architetto Antonio Marchetti. Il conte Giovanni Maria, residente a Genova e fratello di Carlo, fu invece determinante per la realizzazione del giardino e della "prospettiva".
i Bettoni furono gli ispiratori di un unico programma iconografico che si sviluppa nei giardini ed è presente con coerenza sia nelle parti esterne che, come accennato, all'interno della residenza secondo una visione unitaria sempre più apprezzata in contesti culturali aggiornati ai centri europei più interessanti (Venezia, Vienna e Torino). L'importanza dell'impresa dei Bettoni nella loro residenza gardesana costituisce in tal senso uno fra gli esempi più significativi di tutto il Lombardo Veneto. Nei giardini, i gruppi scultorei raffiguranti la Carità e la Gloria e, in prossimità della grotta, quelli dedicati alla Forza, alla Gloria, all'Onore, alla Fedeltà, alla Caccia e alla Prudenza si riferiscono alle virtù morali e di rappresentanza della famiglia. Tutte trovano conferma nella parata di divinità mitologiche collocate lungo le balaustre del corpo centrale del palazzo (Bacco, Cerere, Giove, Venere e Plutone, Teti, Giunone, Mercurio) e soprattutto nell'apparato decorativo ad affresco che i Bettoni commissionarono ai fratelli piemontesi Bernardino e Fabrizio Galliari.

Uso attuale: intero bene: sede di azienda agricola

Uso storico: intero bene: villla gentilizia

Condizione giuridica: proprietà privata

Accessibilità: su appuntamento
http://www.contibettonicazzago.it/it/villa_bettoni.htm

Credits

Compilazione: Ribaudo, Robert (2011)

Descrizione e notizie storiche: Bianchi, Federica

Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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