Chiesa di S. Pietro
Gallarate (VA)
Indirizzo: Piazza della Libertà - Gallarate (VA)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: Ha subito tante e varie diverse modifiche nel corso del tempo, anche in relazione ai più svariati cambi d'uso, tali da modificarne irrimediabilmente l'aspetto originario. Quelle più consistenti sono la demolizione dell'antico campanile, e l'aggiunta di uno nuovo, l'allargamento dell'abside centrale, l'apertura di finestre barocche, lo spostamento del portale centrale.
Epoca di costruzione: sec. XI - sec. XIII
Descrizione
L'impianto della chiesa è semplice, ad aula unica absidata. Il paramento lapideo pseudoisodomo è tra i migliori del xii secolo nel territorio di Varese e si più avvicinare a quello di S. Pietro di Brebbia, ma la chiesa di Gallarate si contraddistingue soprattutto, al di là dei restauri arbitrari, per la decorazione dell'esterno (fianco sud e facciata, il fianco nord è liscio). Il registro inferiore della facciata è occupato unicamente dal semplice portale disassato. Al di sopra corre una galleria ad archi intrecciati sorretti da una colonnina ogni due archetti. Dove manca la colonnina gli archetti sono sorretti da mensole scolpite con testine e figure animali.
Il motivo caratterizza a una quota più alta anche il fianco meridionale, ove però vi è corrispondenza piena tra sostegni e archetti. Il loggiato si imposta qui su una bella cornice marcapiano a tralcio. L'intero prospetto è scandito in tre porzioni da due aggraziati salienti che salgono da terra a innestarsi nel partito ad archetti della galleria. In facciata si aprono due finestre romboidali, di tipo "pisano" dalla cornice modanata. Quelle dell'abside sono ovviamente di fattura moderna pur reimpiegando elementi lapidei antichi nei profili. Si ritrovano murati qua e là nelle pareti della chiesa una serie di random reliefs (in particolare le due figure umane del contrafforte orientale del fianco sud) che hanno tangenze con alcune sculture del territorio: quelle del distrutto pulpito di Brezzo di Bedero, alcuni pezzi provenienti da Cairate, come il Lettore dei Musei del Castello Sforzesco di Milano e la più arcaizzante delle tre figure femminili dell'Ambrosiana, e con due piccoli ma significativi rilievi di Clivio, una figura seduta, murata all'esterno sul fianco sud della parrocchiale, e soprattutto una figura con lunga tunica scolpita su una chiave d'arco e oggi murata fuori contesto nell'abside di S. Materno.
Notizie storiche
Per quanto si tratti dell'edificio medievale più rappresentativo della cittadina, sulla chiesa vi è una quasi totale mancanza di studi, dovuta anche all'assenza di documentazione sulle fasi più antiche. È ricordata dal Liber Notitiae alla fine del xiii secolo solo in una occasione, per la titolazione al principe degli Apostoli, e dunque non sembra vi fossero altari secondari. A differenza di quanto da alcuni sostenuto, la chiesa non fu mai la parrocchiale di Gallarate, ruolo costantemente ricoperto dalla canonica di S. Maria Assunta, bensì semplice cappella (un cappellano è citato nel 1398). Per essa si può avanzare una proposta di datazione solo sulla base di confronti stilistici, peraltro resi non agevoli dall'ampiezza dei restauri e dei ripristini subiti. Se fu infatti ben presto chiara la rilevanza artistica dell'edificio, che indusse l'Ufficio Regionale per la conservazione dei monumenti ad avviare la macchina del restauro, gli effetti di quell'intervento avrebbero pesato non poco sulla percezione estetica e storica dell'edificio "recuperato". Già nella seconda metà del Cinquecento Carlo Borromeo, in visita, aveva ordinato una serie di modifiche al tempio, trasformato nel XV secolo in fortilizio e ancora dotato di merli, con un destino simile a quello della plebana di S. Stefano di Vimercate. Sono ad esempio del 1570 le finestre circolari del fianco e della facciata. A partire dal 1902 la chiesa venne liberata da caseggiati e superfetazioni cresciuti nel corso dei secoli sul lato meridionale. Nella stessa occasione si decise di abbattere il campanile barocco e l'abside, ampiamente rimaneggiata, che fu ricostruita in stile insieme alla porzione orientale del fianco sud. Lo stesso cantiere eliminò, all'interno, la volta in muratura, sostituita da un soffitto ligneo.
Porter accostava la galleria di S. Pietro al ben più monumentale motivo del nartece della cattedrale di S. Evasio a Casale Monferrato, datando la chiesa attorno alla metà del xii secolo. Un modello nobile per l'articolazione del settore absidale si potrebbe al limite riconoscere anche nel catino maggiore di S. Sigismondo a Rivolta d'Adda. A. Finocchi ha proposto altri confronti, le chiese piemontesi di S. Maria di Casorzo e il S. Pietro di Brusasco, e ha opportunamente portato la chiesa gallaratese verso la fine del secolo, alla luce dell'analisi del dettaglio decorativo, ormai indirizzato "verso una trasformazione in termini più spiccatamente lineari del motivo romanico delle cornici di archetti e delle gallerie pensili". In virtù soprattutto dell'analisi dei capitelli del loggiato e della loro certa somiglianza con esempi locali come alcuni capitelli del chiostro di Voltorre, lato sud, ci sembra dunque appropriata una datazione della chiesa di S. Pietro di Gallarate agli ultimi decenni del XII secolo.
Uso attuale: intero bene: chiesa
Uso storico: intero bene: forte; intero bene: opificio; intero bene: chiesa
Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico
Credits
Compilazione: Ribaudo, Robert (2013)
Descrizione e notizie storiche: Schiavi, Luigi Carlo
Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LMD80-00787/
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