Villa Menafoglio Litta Panza - complesso
Varese (VA)
Indirizzo: Piazza Litta, 1 (Nel centro abitato, isolato) - Biumo superiore, Varese (VA)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: palazzo
Configurazione strutturale: Circondata da un magnifico giardino all'italiana, è oggi famosa nel mondo per la collezione d'arte contemporanea che Giuseppe Panza di Biumo vi ha raccolto nelle scuderie a partire dagli anni '50
Epoca di costruzione: sec. XVIII - primo quarto sec. XIX
Autori: Portaluppi, Piero, restauro; Cagnola, Luigi, ampliamento
Comprende
Descrizione
Il complesso di Villa Menafoglio Litta Panza, ubicato sul colle di Biumo Superiore, rappresenta un interessante esempio di villa di delizia suburbana settecentesca ed è arricchito da una prestigiosa raccolta di opere d'arte contemporanea formata dal conte Giuseppe Panza. La villa, sviluppata su tre piani di altezza, ha un impianto ad "U" incentrato su una corte aperta ad ovest verso il parco. L'edificio presenta prospetti sobri scanditi da semplici cornici marcapiano e dal ritmo regolare delle aperture. L'affaccio su piazza Litta non corrisponde al prospetto principale ed è qualificato da un portale lapideo ad arco ribassato con soprastante balcone in ferro battuto. Dal portale si accede ad un portico composto da tre arcate ribassate su colonne binate che occupa il lato orientale della corte. Sul lato opposto la corte è delimitata in modo simmetrico da una imponente cancellata tardobarocca in ferro battuto composta da tre scomparti scanditi da colonne di ordine tuscanico. I locali del piano terra nell'ala meridionale sono qualificati da semplici cornici in stucco nelle quali è raffigurato lo stemma della famiglia Litta. Al termine dell'ala sud della villa si innesta un corpo rettangolare più basso nel quale è inserito un ampio salone da ballo qualificato da una pregevole decorazione di gusto neoclassico. Il locale è scandito da semicolonne di ordine corinzio che reggono una trabeazione ornata con motivi vegetali. Il soffitto è dipinto a chiaroscuro ed è suddiviso in scomparti nei quali sono inseriti motivi zoomorfi, fitomorfi e antropomorfi. La decorazione dell'ambiente è completata da quattro bassorilievi con puttini e personaggi mitologici. Dal portico della corte si accede allo scalone che conduce al piano superiore nel quale, all'interno di un ambiente trasformato in bagno dall'architetto Portaluppi, si conserva la volta della antica cappella decorata dal pittore Pietro Antonio Magatti nella quale è raffigurato il Padre Eterno. Al secondo piano della villa, negli ambienti rimasti in uso alla signora Panza, si conserva il soffitto del salone decorato da un medaglione affrescato dallo stesso Pietro Antonio Magatti che rappresenta una scena di carattere allegorico mitologico. Altri ambienti dello stesso piano sono invece caratterizzati da una decorazione di gusto tardo ottocentesco. A fianco dell'ala nord della villa vi è un'altra piccola corte aperta sul lato ovest e delimitata a est da un corpo di fabbrica a due piani con un portico a due arcate al piano terra, oggi chiuso da una vetrata, e una loggia superiore. Al centro della corte vi è una vera da pozzo ornata da bassorilievi con figure animali. A nord della corte si estende un lungo corpo di fabbrica a due piani con impianto a "L" costituito dai rustici che comprende diversi ambienti oggi in parte destinati alla collezione di arte contemporanea e ad esposizioni temporanee. Questo edificio è caratterizzato sul lato orientale da un lungo portico su pilastri con pavimentazione in acciottolato. Il prospetto verso la piazza è scandito da una fascia marcapiano e presenta al centro un portale in bugnato liscio. A nord dei rustici vi è un altro fabbricato più basso un tempo utilizzato come fienile. Ad est e a sud della villa si estende l'ampio parco cinto da muro che comprende un parterre centrale con fontana in asse con la corte principale e gli spazi del parco all'inglese. Sul lato settentrionale del parterre vi è la serra caratterizzata da una sequenza di esili colonnine che reggono la struttura di copertura.
Notizie storiche
La villa sorge a Biumo Superiore sul luogo ove è documentata alla fine del Seicento la presenza di una casa da nobile, appartenuta alla famiglia dei conti Orrigoni originaria di Biumo Inferiore. In questa residenza, di cui non sono note le dimensioni e la disposizione, il conte Giovanni Battista Orrigoni ospitò personaggi illustri come il principe Livio Odescalchi o il conte Gerolamo Colloredo governatore di Milano con il proprio seguito. Nel 1735 a seguito della morte di Giovanni Battista il casato si estinse e la proprietà della casa di Biumo fu oggetto di una vertenza fra i Carmelitani Scalzi, i Gesuiti e la famiglia Luini che reclamavano l'eredità in forza di una donazione fatta da Paolo Gerolamo Orrigoni. Nel 1743 si giunse ad un accordo in base al quale la vedova Ida Bossi Orrigoni rimase usufruttuaria dell'eredità mentre i due ordini religiosi erano riconosciuti i legittimi proprietari e avrebbero incassato i soldi in caso di vendita. Pochi anni dopo, il 19 febbraio del 1748, il marchese Paolo Antonio Menafoglio, discendente di una nobile famiglia di origini bergamasche stabilitasi a Marzio, entrò in possesso della casa acquistandola dai Gesuiti e dai Carmelitani Scalzi e pagando alla vedova Orrigoni il valore dell'usufrutto. Il marchese Menafoglio promosse quindi un progetto di ricostruzione al quale si deve l'assetto attuale dell'edificio impostato su una corte a "U" aperta a ovest verso il giardino. I lavori si protrassero per alcuni anni, probabilmente fino al 1758 quando ebbe luogo la benedizione della cappella interna. All'interno della villa fu realizzato un ampio salone a doppia altezza decorato sul soffitto da una Scena allegorica dipinta dal pittore Pietro Antonio Magatti autore anche della decorazione della cappella. Negli stessi anni fu sistemato anche il giardino che contribuì a rendere la residenza una delle principali ville di delizia dell'area varesina nella quale fu spesso ospite il duca di Modena Francesco III d'Este. Nel 1769 la proprietà fu ereditata dal marchese Antonio Menafoglio che si spense pochi anni dopo nel 1780 lasciando la villa al figlio minorenne Emilio Menafoglio. La pesante situazione debitoria spinse i tutori ad alienare la residenza di Biumo che fu acquistata il 22 marzo del 1783 da Benigno Bossi, esponente di una nobile famiglia milanese. All'inizio dell'Ottocento la villa fu interessata da diversi passaggi di proprietà. Nel 1814 fu comprata da Gaetano Landriani, nel 1818 fu ceduta al conte Giuseppe Schinchinelli e infine nel 1823 fu acquistata dal duca Pompeo Litta Visconti Arese, rappresentante di un'illustre casata. Negli anni successivi il complesso fu quindi ampliato grazie all'acquisizione di alcune proprietà limitrofe sul lato nord che consentì nel 1824 l'avvio della costruzione di un nuovo corpo di fabbrica destinato ad ospitare i rustici su progetto dell'architetto Luigi Canonica al quale si deve probabilmente anche la trasformazione del giardino in parco all'inglese. Fra il 1829 e il 1830 alla villa fu aggiunto un nuovo corpo di fabbrica, progettato dallo stesso Canonica, nel quale fu realizzato un sontuoso salone da ballo con decorazioni neoclassiche. Pochi anni dopo, nel 1835, a seguito della morte del duca Pompeo Litta, la proprietà fu ereditata dai figli e in seguito assegnata al primogenito Antonio Litta Visconti Arese, morto nel 1866 lasciando l'usufrutto alla moglie Isolina Prior. Quest'ultima nel 1876 acquistò la villa che fu ereditata nel 1901 dal nipote Henry David Prior, rimasto proprietario fino al 1934. Nel 1935 Ernesto Panza acquistò la villa e nel 1936 chiamò l'architetto Piero Portaluppi ad eseguire alcune modifiche sull'edificio. In particolare il Portaluppi riconfigurò alcuni ambienti interni come la cappella trasformata in bagno, ridisegnò parte del giardino e realizzò una piccola corte interna. La villa fu ereditata in seguito dal conte Giuseppe Panza che la arricchì con una prestigiosa raccolta di opere di arte contemporanea e nel 1996 la donò al FAI.
Uso attuale: intero bene: museo
Uso storico: intero bene: abitazione
Condizione giuridica: proprietà privata
Riferimenti bibliografici
Bascapè G. C., Palazzi storici di Varese, Milano 1963, pp. 16-25
Langè S., Ville della provincia di Como, Sondrio, Varese, Milano 1968, pp. 134-147
Colombo S., Segni del '700 in Varese, l'infeudazione, il catasto, le ville, Villa Menafoglio-Panza, Varese 1981
Langè S./ Vitali F., Ville della provincia di Varese, Milano 1984, pp. 208-219
Panara V., Villa Menafoglio Litta Panza e la collezione Panza di Biumo, La villa: storia e architettura, Milano 2001
Bernardini A., Pietro Antonio Magatti 1691-1767, Villa Menafoglio Litta Panza, Biumo Superiore, Varese, Milano 2001
Ferrario P., Luigi Canonica. Architetto di utilità pubblica e privata, Villa Menafoglio, Litta Visconti, Panza di Biumo, Biumo, Varese, Milano 2011
Credits
Compilazione: Bertoni, Emanuela (2005)
Aggiornamento: Caspani, Pietro (2015)
Descrizione e notizie storiche: Leoni, Marco
Fotografie: Caspani, Pietro
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/VA050-00070/
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