Uffici Tecnici di fabbrica Alfa Romeo
Arese (MI)
Indirizzo: Via Giuseppe Eugenio Luraghi - Arese (MI) (vedi mappa)
Tipologia: architettura per la residenza, il terziario e i servizi; edificio per uffici
Caratteri costruttivi:
- strutture: travi e pilastri in cemento armato (basamento); travi e pilastri in ferro (corpo degli uffici)
- facciata: cemento armato a vista (basamento), ferro verniciato di rosso bruno (corpo uffici), pannelli prefabbricati in graniglia di cemento grigio (cornicione, blocchi-servizi, parapetti della piastra e delle rampe)
- coperture: piana non praticabile
- serramenti: in alluminio naturale
Cronologia:
- progettazione: 1967 - 1970
- esecuzione: 1970 - 1974
- data di riferimento: 1967 - 1974
Committenza: Alfa Romeo
Autori:
- progetto: Gardella Ignazio; Castelli Ferrieri Anna; Gardella Jacopo
- progetto (collaborazione): Bandini Buti Luigi; Nardi Gilberto
- progetto (consulenza strutture e impianti): Tekne s.p.a.
- progetto strutture: Cegnar Egone
- esecuzione (carpenteria metallica): Finsider
Uso: ufficio
Condizione giuridica: proprietà privata
Descrizione
Il fabbricato per gli Uffici Tecnici Alfa Romeo - grande porta d'ingresso alla città-fabbrica retrostante - è realizzato lungo la strada a scorrimento veloce che delimita a sud il perimetro dei nuovi padiglioni industriali della casa automobilistica, realizzati negli anni Sessanta per sostituire i vecchi stabilimenti del Portello, a nord-ovest di Milano; si colloca come elemento terminale dell'asse principale dell'insediamento produttivo individuato dall'edificio della Spina centrale, un lungo corpo in linea contenente gli spogliatoi, le mense e i servizi che divideva in due l'area delle lavorazioni industriali. Già nel primo progetto di concorso questa spina di servizi era collegata al nuovo edificio degli uffici tramite una passerella che, scavalcando la strada interna, li riconnetteva al resto della fabbrica. L'edificio si propone come segno forte ed espressivo, caratterizzato da una gerarchia compositiva che rimanda all'esperienza classica nella successione dei tre elementi costitutivi dell'organismo architettonico: il basamento, il corpo principale ritmato da pilastri e il grande cornicione sporgente. La sua immagine complessiva si distacca dai dettami dell'International Style attraverso l'uso di un linguaggio ritenuto dagli stessi progettisti più vicino alla concretezza dello spirito industriale lombardo. Il volume si articola in due parti distinte: un enorme basamento passante sorretto da pilastri a sezione circolare - con i terminal degli autobus e l'ingresso degli operai al piano strada e i parcheggi per le auto degli impiegati al primo livello - e il corpo degli uffici veri e propri, che si innalza dalla piastra di base per quattro piani tipo. Questa distinzione funzionale consente un'efficace separazione tra i flussi di ingresso e di uscita degli operai, a piano terra, e quelli degli impiegati, che accedono all'edificio direttamente dal piano superiore della piastra. Le due parti si differenziano anche per l'uso dei materiali: calcestruzzo armato a vista e pannelli in graniglia di cemento grigio per la zona basamentale e per le imponenti rampe di accesso ai parcheggi e una struttura in ferro verniciato e alluminio per la parte soprastante. L'edificio è concluso nella parte sommitale da un enorme cornicione in aggetto - anch'esso rivestito in pannelli di graniglia - che contiene le sale dei disegnatori. L'impianto planimetrico degli uffici è impostato su un rettangolo di base profondo circa 17 metri su cui si innestano due corpi quadrati di 35 metri di lato ruotati di 45 gradi rispetto al corpo principale. Queste testate laterali ospitano nella parte centrale il nucleo dei servizi con i vani scala. Altri due grandi volumi contenenti corpi scala e servizi si inseriscono nel fronte nord, verso gli stabilimenti industriali: la soluzione di portare verso l'esterno i corpi di servizio (ascensori, scale, spogliatoi e bagni) ha consentito di avere un grande spazio libero e flessibile nei piani tipo, organizzati secondo uno schema modulare di pareti mobili. All'ultimo piano, caratterizzato nella sezione trasversale dal grande aggetto - più di quattro metri - del cornicione, gli ambienti prendono luce, oltre che dalla finestratura continua, anche dagli ampi lucernari soprastanti. Le facciate sono caratterizzate dalla presenza di un "curtain-wall" uniforme e continuo che si inserisce in un sistema di alte travi e pilastri perimetrali in ferro, sporgenti dal filo di facciata, connotati dalle caratteristiche asole che permettono l'attraversamento all'esterno dei manutentori e degli addetti alle pulizie dei vetri: un espediente tecnico che ha anche un particolare risvolto figurativo, con un effetto di leggerezza dei partiti verticali dei fronti. La presenza dei pilastri in facciata, secondo l'interpretazione dello stesso Gardella, rievoca nel ritmo regolare e nella serialità costruttiva le cascine e i fienili della tradizione rurale lombarda, riportando un'immagine consolidata nella storia all'interno di un contesto moderno.
Notizie storiche
L'incarico della progettazione degli Uffici di Fabbrica Alfa Romeo viene affidato a Ignazio Gardella in seguito ad un concorso a inviti bandito nel dicembre 1967 a cui partecipano anche gli architetti Albini, Cassi Ramelli e Latis. La prima proposta progettuale, presentata nel marzo 1968, ha un carattere marcatamente razionalista: l'edificio è costituito da un insieme seriale di elementi fissi e ripetibili, con i prospetti caratterizzati dalla griglia ortogonale di facciata e da un forte chiaroscuro dettato dagli imponenti parapetti del curtain-wall, aggettanti al punto da creare una marcata ed estesa linea d'ombra che accentua l'orizzontalità della facciata. Il disegno in sezione dell'elemento-parete di facciata, cardine del progetto, esprime una notevole capacità plastica dettata dall'utilizzo di travi a sezione triangolare. Al di là delle richieste funzionali del bando, alcune scelte progettuali di questa proposta di concorso rimarranno nel progetto definitivo, come il disegno simmetrico del volume e la scelta di portare i blocchi dei servizi verso l'esterno, in questo caso due sul lato nord e due sul lato sud. L'edificio non è tuttavia ancora centrato rispetto all'asse della spina dei servizi, a cui è comunque collegato da una passerella sopraelevata, che verrà mantenuta anche nella soluzione realizzata. Il progetto assume l'aspetto definitivo nei suoi caratteri formali nel luglio del 1968, con la pratica presentata in Comune per l'ottenimento della concessione edilizia: vengono inserite le due testate ruotate di 45 gradi rispetto al corpo principale e viene proposto il grande coronamento all'ultimo piano; l'edificio è centrato rispetto alla spina dei servizi e assume una forma conclusa e autonoma, allontanandosi da quella idea di sviluppo seriale e ripetibile - quasi un non finito - che aveva caratterizzato la proposta di concorso. Con il progetto esecutivo (agosto-settembre 1968) si precisa una duplice soluzione costruttiva: alla base la grande piastra in cemento armato e al di sopra la struttura metallica degli uffici, con un sistema di travi e pilastri perimetrali in ferro a scandire le superfici dei fronti. Lo studio del dettaglio diviene matrice qualificante dell'intervento ed elemento primario ai fini della definizione formale dell'edificio. Quella del fabbricato per gli Uffici Tecnici Alfa Romeo è stata infatti una vera e propria occasione di "progettazione integrale": tutto è stato pensato e disegnato fin nei minimi particolari architettonici e tecnologici alle varie scale, per cui le modifiche nel corso dei lavori di costruzione sono state davvero minime e irrilevanti. Inoltre ogni scelta di progetto è frutto della consapevolezza da parte dei progettisti che la struttura e gli impianti tecnologici rientrino a buon diritto nella sfera della composizione architettonica e come tali siano elementi in grado di concorrere alla definizione dell'immagine e del significato dell'architettura stessa, tanto più per una realtà industriale con una storia gloriosa come quella di Alfa Romeo. L'edificio degli Uffici Tecnici è tra i pochi rimasti in piedi in seguito alla serie di demolizioni che sono seguite alla dismissione funzionale degli stabilimenti, nei primi anni Duemila; al piano terra, in corrispondenza dell'ingresso dei lavoratori alla fabbrica, sono situate due lapidi in ricordo degli operai caduti e deportati durante la Seconda Guerra Mondiale.
Fonti archivistiche
Fondo Ignazio Gardella. Università degli studi di Parma. Centro studi archivio comunicazione - CSAC - scheda fondo vedi »
Bibliografia
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Casamonti M., Ignazio Gardella architetto 1905-1999: Costruire le modernità, Milano 2006
Monestiroli A., Ignazio Gardella, Milano 2009
Credits
Compilatore: Suriano, Stefano (2017)
Responsabile scientifico testi: Costa, Andrea