Ente comunale di assistenza di Monza (I parte) (sec. XII - sec. XX)
fondo | livello: 2
Produttore fondo: Monza, Ospedale San Gerardo di Monza (1174 - 1769); Monza, Scuola e ospedale dei disciplini di Santa Marta - Monte di pietà di Monza (1360 - sec. XVI?); Monza, Luogo pio del Convenio - Ospedale San Bernardo di Monza (inizio sec. XIII - sec. XVIII); Monza, Scuola della Beata Vergine del Santissimo Rosario di Monza (inizio sec. XVII - 1778); Monza, Luogo pio del Convenio Ospedale San Bernardo e Luoghi pii uniti di Monza (1769 - 1784); Monza, Congregazione di carità napoleonica di Monza (1807 - 1814); Monza, Congregazione di carità di Monza (1862 - 1937); Monza, Ente comunale di assistenza di Monza - ECA (1937 - 1978)
Produttore complesso di fondi: Monza, Ente comunale di assistenza di Monza - ECA (1937 - 1978)
Consistenza: cartt. 112 + cartt. 10 di pergamene
Storia archivistica: Il nucleo più antico dell'archivio dell'Ente Comunale di Assistenza di Monza è costituito dalle carte provenienti dai quattro principali luoghi pii elemosinieri e ospedalieri di Monza: l'ospedale S. Gerardo, il luogo pio convenio ospedale S. Bernardo, la scuola e ospedale S. Marta e la scuola della Beata Vergine del SS. Rosario. I loro archivi hanno conservazione ed ordinamento diversi fino al 1769, come si può riscontrare da alcune antiche segnature apposte sui documenti. Nel 1770, in attuazione al decreto di Maria Teresa d'Austria, duchessa di Milano, tutte le opere pie di Monza sono accentrate in un nuovo ente denominato luogo pio convenio ospedale S. Bernardo e luoghi pii uniti. Svolge il ruolo di "cancelliere - archivista"(1) un notaio che deve intervenire alle riunioni del capitolo, redigere il verbale delle sedute e trascrivere il testo delle delibere nel registro delle ordinazioni. Deve inoltre rogare i contratti in cui compare l'ente, riordinare l'archivio e redigerne l'inventario. In realtà, una lettera di poco posteriore del "ragionato" Francesco Motta al capitolo dei deputati dei luoghi pii mostra che il lavoro archivistico vero e proprio viene svolto, almeno nei primi anni, dallo stesso ragionato(2). L'archivio, infatti, reca le tracce dell'ordinamento attuato in quegli anni e l'esame della grafia rivela che l'autore dello stesso fu il citato "ragionato". Purtroppo, non si è potuto stabilire con certezza il metodo usato per il riordino, perché mancano l'antico titolario e l'inventario prodotto, ma si può ragionevolmente affermare che l'archivista abbia creato delle serie corrispondenti a categorie generali, suddivise al loro interno per favorire la fascicolazione separata delle scritture provenienti dai diversi luoghi pii. Tale ordinamento si è mantenuto per la maggior parte dell'archivio, ma la sovrapposizione dei riordini posteriori, in cui le serie settencentesche si uniscono alle pratiche ottocentesche, e le manomissioni, con conseguenti dispersioni di atti, hanno impedito di ricostruire con precisione tutte le serie che componevano l'archivio di antico regime.
Dopo la costituzione dell'ECA l'archivio subisce un nuovo riordino (3), che in alcuni casi porta allo smembramento delle serie settecentesche: viene attuata una vera e propria fascicolazione recante in copertina il numero di corda attribuito ai fascicoli e la classificazione delle pratiche secondo il titolario in uso, non pervenuto fino ad oggi e ricostruito nelle sue linee essenziali.
Ne è risultata una certa confusione, soprattutto quando sono stati uniti fascicoli appartenenti a diverse categorie, per i quali è stato necessario riportare sul nuovo fascicolo le diverse classificazioni. L'inventariazione compiuta dal progetto Archidata ha mirato alla descrizione della documentazione così come è pervenuta, mantenendone la divisione in titoli e categorie e i numeri di corda della fascicolazione. All'interno di essa è stata attuata, invece, una fascicolazione ulteriore per permettere la distinzione delle carte di enti diversi ed offrire la possibilità, in sede di inventario, di ricostruire i fondi archivistici dei diversi enti. Tale divisione è stata attuata anche in relazione alla diversa tipologia degli atti contenuti nei vari fascicoli (soprattutto per la serie Eredità) sulla scorta di quanto già attuato in taluni casi dall'archivista di epoca teresiana. Dell'archivio storico dell'E.C.A., presso la biblioteca civica di Monza, è parte integrante anche il fondo pergamene la cui costituzione è stata terminata nel 1959 dal padre benedettino L.S. Pandolfi(4). Le camicie settecentesche vuote sono in parte rimaste nelle primitive serie di appartenenza, consentendo la possibilità di rimandi, segnalati nell'inventariazione del progetto Archidata. Infine, pochi anni or sono, vennero depositate in biblioteca sei cartelle ritrovate nei locali dell'archivio comunale e facenti parte dell'archivio storico dell'E.C.A. Il materiale contenuto, in grande disordine, reca le tracce del solo ordinamento di epoca teresiana e testimonia la "dimenticanza" delle stesse da parte dell'amministrazione dell'E.C.A., che non provvide al loro riordino. L'intervento di Archidata ha permesso l'inventariazione delle carte, con l'attribuzione della classificazione per titoli e categorie presente nel resto dell'archivio e la costituzione di fascicoli e sottofascicoli con relativi numeri di corda.
Le cartelle non citate nel vecchio inventario hanno trovato posto dopo l'ultima cartella, continuandone la numerazione progressiva mentre, in sede di inventariazione, alla fine di ogni sottoserie sono stati collocati i regesti dei "nuovi" fascicoli.
Per un esiguo numero di documenti non è stata possibile la giusta collocazione né alcun riferimento ad argomenti o persone citate nella rimanente documentazione.
E' stata perciò creata una nuova serie, fittizia, denominata "Miscellanea" (serie XI).
Note
1. Vedi unità 342.
2. Da una lettera originale, in unità 342, risulta che il ragionato "...esercisce gli archivi avendo incominciato tale sua fatica col trasporto degli archivi de luoghi pii di S. Gerardo e S. Marta, ed in appresso ha sempre somministrato tutti quei lumi e scritture che sono abbisognate".
3. Cfr. "Gli Archivi Storici degli ospedali Lombardi. Censimento descrittivo", coordinamento L. Dalle Nogare, Milano, 1982, (Quaderni di Documentazione Regionale, 10), pp. 418 e seguenti.
4. La costituzione del fondo Pergamene fu realizzata sulla scorta di un precedente intervento iniziato, secondo l'opinione dello stesso L. S. Pandolfi, alla fine del XVIII sec. o all'inizio del secolo successivo.
Compilatori
Cristina Cenedella, Archivista
Giovanni Abruzzo, Archivista
Maria Lupoli, Archivista
Annamaria Magni, Archivista
Monica Mosca, Archivista
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA0038B6/