Borghi di Lombardia: Codogno (LO)
Situata nel centro della Bassa pianura irrigua lodigiana, Codogno è una ridente cittadina attraversata dalla via Emilia, storico tracciato viario di epoca romana. La sua fortuna economica è legata alla sua posizione geografica, poiché si trova la centro di un ideale quadrilatero ai cui vertici sono collocate le città di Lodi, Cremona, Pavia e Piacenza.
Dall’origine storica antica, Codogno presenta una regolare matrice urbana ben riconoscibile, sebbene ampiamente rimaneggiata nel XVII-XIX secolo, oggi caratterizzata da piacevoli strade con velleità signoril-commerciali e portici urbani. L’impianto del castello e delle originarie fortificazioni difensive, completamente distrutte nei secoli passati, è ancora ben intuibile nella geometrica conformazione urbana del centro storico, che gravita attorno ad alcune storiche piazze: tra queste piazza XX Settembre, un tempo piazza Maggiore, dove ancora oggi sorge la chiesa di San Biagio e Maria Immacolata (chiesa parrocchiale). Edificato nei primi due decenni del Cinquecento, questo edificio presenta una facciata dal caratteristico laterizio tipico del lodigiano. All’interno sono conservate numerose pregevoli opere d’arte: dipinti di Callisto Piazza, Giulio Cesare Procaccini, Daniele Crespi e Marco d’Oggiono.
La rettoria religiosa fu committenza illuminata anche di opere ad affresco tra le quali spicca il significativo ciclo pittorico a tema mariano attribuito al Morazzone e la Natività, attribuita a una non meglio identificata scuola leonardesca o a Bernardino Luini.
A Codogno furono realizzati numerosi altri edifici religiosi: degni di nota il settecentesco Santuario della Vergine di Caravaggio, la chiesa francescana di Santa Maria delle Grazie e la chiesa di San Teodoro, con l’ardito tiburio ottagonale.
Palazzi civici (es. Palazzo Lambreti e Palazzo Trivulzio), ville storiche, cascine agricole ed architetture sociali (es. il settecentesco ex Ospedale Civile), rappresentano altre significative possibili mete per una visita turistica e culturale del piacevole borgo lodigiano.
Notizie storiche
Definito all’inizio del Novecento dallo storico Giovanni Agnelli come “borgo circondato da terreni ubertosissimi, al quale di città non manca che il nome; vi è florido commercio, belle chiese, casa ben costrutte, larghe vie, scuole, collegi, ospedale, teatro, fabbriche ed una generale agiatezza che non gli lascian nulla da invidiare a non poche città“, Codogno ha una storia antica.
Di origine romana fu probabilmente fondata dal console romano Aurelio Cotta, da cui deriverebbe il suo toponimo, legato ai termini latini “Cottoneum” e “Cothoneum”. Altri storici propongono che il suo nome derivi dal melo cotogno, qui ampiamente coltivato, o dall’unione del termine “Cò” (= capo, testa) con il lemma gallico “ogno” o “onno” (= corso d’acqua, roggia, ruscello), ad indicare la presenza di una sorgente.
Tuttavia i primi documenti che menzionare il feudo di “Cotonium” risalgono al secolo XI, in cui il contado è inserito nelle proprietà del vescovado di Lodi, che lo mantenne come luogo fortificato sino al dominio Visconteo. Affidato nel XV secolo ai Fognani e ai Trivulzio, Codogno rimase legato al patriziato milanese per molti secoli, sebbene godesse di alcuni privilegi, quali il libero scambio di uomini e merci con il ducato di Piacenza.
Riconosciuta come significativa realtà agricolo-produttiva nel 1679, Carlo II Re di Spagna concesse a Codogno il titolo di “regio borgo”, grazie al quale consolidò il suo potere economico fondato sull’agricoltura, sulla pastorizia e sulla tessitura diffusa del lino, che consentì di esportare in Lombardia ed Emilia la nota locale “tela di famiglia”.
Il potere economico-finanziario acquisito nel XVI e XVII secolo si rifletté nell’edilizia urbana, poiché a quel periodo risale una generale trasformazione del territorio comunale, che condusse all’edificazione di numerosi edifici privati, chiese e strutture religiose. Nei due secoli successivi Codogno accolse le istanze culturali provenienti dai ducati lombardo-emiliani e dalla città di Milano, edificando un nuovo ospedale pubblico (1781), le sedi per le accademie letterarie e musicali, e un teatro (1789) ricostruito nel 1835.
Il borgo fu significativo centro politico per l’indipendenza risorgimentale e nel XX secolo consolidando il suo carattere produttivo-caseario si aprì anche all’imprenditoria industriale, ottenendo nel 1965 anche la qualifica di città.
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Pubblicato: 19 Marzo 2019 [cm]