Casa Museo Villa Monastero, Varenna (LC)

Tipologia: museo
Indirizzo: Viale Giovanni Polvani, 4 - Varenna (LC)
Ente proprietario: Provincia di Lecco
Sito web

Immagine

Situata sulle rive del Lago di Como entro un suggestivo giardino botanico ricco di essenze autoctone ed esotiche che si estende per quasi due chilometri sul fronte lago, Villa Monastero è oggi Casa Museo, istituita ed aperta al pubblico nel 2003.


Profilo storico

Le origini del complesso risalgono alla fine del sec. XII: sullo scorcio di tale secolo veniva infatti costruito nei pressi del borgo di Varenna un monastero femminile cistercense, dedicato alla Beata Vergine Maria. Il monastero rimase operante fino al 1567, anno in cui venne soppresso per l'ormai esiguo numero di monache, per decreto dall'arcivescovo di Milano, Carlo Borromeo. Poco dopo (1569) la proprietà fu acquistata da Paolo Mornico, nobile ricco ed intraprendente, che adattò l'edificio conventuale a casa privata ad eccezione della chiesetta che, ancora funzionante, rimase a disposizione dei fedeli.
La struttura subì profonde trasformazioni tra il 1609 ed il 1645 per volere di Lelio Mornico, figlio di Paolo, che decise di edificare qui una lussuosa dimora, che ben rispecchiasse il rango sociale raggiunto. Da lui la villa assunse il nome di Leliana. La proprietà rimase alla famiglia Mornico fino al 1862, quando venne venduta a Pietro Genazzini di Bellagio che operò alcune modifiche, ma fu costretto a rivenderla gravata da ipoteca di lì a poco. Nel 1876 la villa pervenne a Carolina Maumary vedova Seufferheld di Francoforte e residente a Milano, cognata di Massimo D'Azeglio. Nel 1897 ancora un passaggio di proprietà portò la villa nelle mani di un industriale tedesco, Walter Erich Jacob Kees che, tra il 1897 ed il 1909, intraprese importanti lavori di sistemazione che diedero alla villa ed al giardino, ampliato sia a meridione che a settentrione, il suo aspetto odierno.
Kees non poté godere a lungo della propria residenza: nel 1918 la villa venne requisita dallo Stato Italiano con quasi tutto quanto in essa contenuto. Nel 1925 venne venduta con i propri arredi al naturalista lombardo Marco De Marchi, il quale portò nella dimora i propri mobili ed alcuni oggetti che andarono ad aggiungersi alle raccolte già esistenti. Questi alla sua morte (1936) lasciò la proprietà alla moglie che, rispettando le volontà espresse dal marito, creò nel 1939 un Istituto per la Idrobiologia a lui intitolato, cui venne lasciata l'intera proprietà affinché venisse utilizzata per il pubblico godimento. Negli anni Cinquanta la villa divenne sede di convegni, al primo dei quali partecipò il fisico Enrico Fermi, cui venne dedicata una sala dopo la sua morte (1954).
Nel 1977 l'Istituto venne inglobato nel Consiglio Nazionale delle Ricerche che detiene tuttora la proprietà dell'immobile e del parco e che nel 1995 ha affidato la gestione alla Provincia di Lecco, attraverso l'Istituzione Villa Monastero.


Patrimonio

Le collezioni della Casa Museo Villa Monastero consentono di ripercorrere le vicende storiche che hanno caratterizzato ben nove secoli di vita di questo suggestivo compendio architettonico, paesaggistico e naturalistico che sorge sulla riva orientale del Lago di Como, nei pressi del pittoresco borgo di Varenna. Entro la cornice suggestiva di un lussureggiante giardino botanico, ricco di specie esotiche ed autoctone, con rare collezioni di palme, agrumi, conifere, ortensie, glicini, rose, camelie ed essenze floreali dai variopinti colori, offre al visitatore un percorso museale che si sviluppa sia nel parco, con sezioni dedicate alle varie tipologie ed arricchite da sculture e rilievi e elementi architettonici, che all'interno della villa. Qui quattordici sale riccamente arredate secondo il gusto eclettico della seconda metà dell'800, frutto del gusto del penultimo proprietario privato della Villa, il tedesco di Lipsia Walter Erich Jakob Kees (1864-1906), e mantenute dai proprietari successivi, i milanesi di origine svizzera De Marchi, accoglie i visitatori ed offre loro la possibilità di respirare l'atmosfera di un lungo ed intenso passato. Antiche vestigia dovute alla vita monastica, tra cui un notevole affresco quattrocentesco di ambito lariano, preziosi mobili realizzati per i Kees nei prestigiosi laboratori veneziani di Michelangelo Guggenheim (1837-1914), rare ed eleganti tappezzerie in carta che imita il cuoio impresso di produzione tedesca, arredi di ambito maggiolinesco dovuti ai milanesi De Marchi, collezioni di vetri nei modi di Antonio Salviati (1816-90) e di altre manifatture veneziane, francesi, boeme e tedesche, oltre a sculture, dipinti, porcellane e maioliche ottocentesche accompagnano il visitatore in un percorso di grande suggestione, che culmina in un inconsueto bagno in stile pompeiano, dalle finestre delle si domina una straordinaria vista del lago nel punto più centrale. Infine il busto medaglione di Enrico Fermi, premio Nobel per la fisica, al quale è intitolata la sala più importante della Villa, realizzato dallo scultore milanese, liernese di adozione, Giannino Castiglioni (1884-1971).
Le collezioni si completano con la raccolta di strumenti scientifici appartenuti al Professor Giovanni Polvani (1892-1970), presidente della Società Italiana di Fisica e del Consiglio Nazionale delle Ricerche, rettore dell'Università degli Studi di Milano, che furono utilizzati per lo studio dell'ottica, dell'elettrodinamica, della meccanica statistica, donati nel 2007 dall'Istituto di Fisica Generale Applicata dell'Università di Milano.


Sede

Villa Monastero nasce dalla trasformazione di un antico monastero femminile di fondazione cistercense (fine sec. XII) operata ad inizio Seicento dalla famiglia valsassinese Mornico, che detenne la proprietà della dimora per più di tre secoli. Passò, in seguito, ad altri proprietari che le conferirono il suo attuale aspetto. Questo, in particolare, si deve al penultimo proprietario, il tedesco di Lipsia Walter Kees, che ristrutturò la villa tra il 1897 ed il 1906 ed ampliò il giardino fino a fargli raggiungere le dimensioni attuali.
Nel 1939 la villa fu donata dalla famiglia De Marchi affinchè divenisse bene pubblico e sede di un museo. Nel 1940 il giardino venne aperto al pubblico e, nel 1953, vi fu istituito il Centro congressi, tuttora attivo, che vede importanti convegni a carattere scientifico (tra questi si ricordano i corsi estivi della prestigiosa Scuola Italiana di Fisica, cha hanno visto la presenza di più di sessanta Premi Nobel), ma anche culturale e di altro genere.
A seguito del passaggio del complesso all'Amministrazione Provinciale di Lecco da parte di quella di Como, che ne detenne la gestione fino al 1996, venne realizzata la Casa Museo, costituita da quattordici sale interamente arredate che hanno mantenuto le decorazioni originarie. Arredi e raccolte appartenute ai vari proprietari si conservano all'interno della villa e sono oggi visitate da più di quarantamila visitatori. Nel 2009 l'intero compendio, divenuto negli anni Settanta di proprietà del Consiglio Nazionale delle Ricerche, è stato acquistato dalla Provincia di Lecco.


Bibliografia

Credits
Ginevra Menani De Veszelka, Anna Ranzi, Scheda SIRBeC LDC 2011, 2014
Alessandra Vertechy - Cura redazionale e revisione testi per il web


Ultimo aggiornamento: 28 febbraio 2018 [cm]

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