comune di Brunate sec. XIV - 1757
La comunità di Brunate risulta già citata come entità amministrativa autonoma con propri magistrati già dal secolo XII (Cantù 1856, p. 162). Attribuito dalla ripartizione territoriale del 1240 al quartiere di Porta Sala della città di Como (Ripartizione pievi comasche, 1240), il “comune de Brunate” apparteneva alla pieve di Zezio (Statuti di Como 1335, Determinatio mensurarum) come risulta anche dal “Liber consulum civitatis Novocomi” dove sono riportati i giuramenti prestati dai consoli del comune dal 1510 al 1546 (Liber consulum Novocomi, 1510-1535).
Nel 1652 la terra di Brunate, composta da 16 fuochi, risulta ancora compresa nella pieve di Zezio (Focolari pievi di Fino, Zezio, Ugiate, 1652).
Nel “Compartimento territoriale specificante le cassine” del 1751, Brunate era sempre inserito nella stessa pieve, ed il suo territorio comprendeva anche il cassinaggio di “Cassina Carascione” (Compartimento Ducato di Milano, 1751).
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che il comune di Brunate, che contava 170 abitanti, non era infeudato e pagava per la redenzione la somma di lire 24 ogni quindici anni alla città di Como, che a sua volta versava alla regia Camera.
L’organo deliberativo del comune era costituito da un convocato, che eleggeva in seduta pubblica un sindaco, retribuito con salario annuo, e un cancelliere, retribuito per le attività straordinarie, a cui era demandata la cura delle pubbliche scritture conservate in un’apposita cassa. Per la riscossione dei tributi il comune si avvaleva di un esattore.
Brunate era sottoposto alla giurisdizione del podestà di Como per i cui servizi pagava un contributo alla città e al quale il console presentava le denunce (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3027).
Il comune di Brunate compare nell’“Indice delle pievi e comunità dello Stato di Milano” del 1753 ancora appartenente alla pieve di Zezio (Indice pievi Stato di Milano, 1753).
ultima modifica: 13/10/2003
[ Domenico Quartieri ]
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