collegio dei dottori giureconsulti sec. XV - 1757
Il collegio dei dottori giureconsulti, formato da un cospicuo numero di dottori in legge, si proponeva, a partire dal secolo XV, come il fondamentale custode ed interprete della legalità, costituendo anche il vivaio per tutte le altre cariche pubbliche, tra cui i consoli di giustizia. Di fatto il collegio dei dottori affiancò il consiglio generale sino al punto di esautorare progressivamente istituzioni quali i savi di provvisione ed i giudici (Cani e Monizza 1993, pag. 121).
Nel 1590 Filippo II d’Austria confermò gli statuti del collegio che ne regolavano la vita. Potevano far parte del collegio solo i cittadini comensi di origine nobile ed in possesso del dottorato in legge conseguito a seguito di “rigido esame”. Questi dovevano annualmente eleggere al loro interno un priore, con facoltà di convocazione del collegio, e un tesoriere incaricato della gestione finanziaria. Il collegio si avvaleva oltre che delle prestazioni di un “bidello”, di un cancelliere che aveva il compito di registrare tutte le sentenze pronunciate dal collegio stesso. Dagli statuti risulta inoltre che i dottori nominati ogni semestre consoli di giustizia, erano tenuti a difendere gratuitamente le persone “miserabili” sia nella cause civili che in quelle criminali (Statuti del Collegio dei Dottori 1592).
Al collegio venne annessa una scuola di diritto con tre cattedre: teologia morale, già esistente dal 1473, diritto canonico misto, fondata nel 1656 da Tommaso Verga, e istituzioni, fondata nel 1656 da Francesco Benzi. Il collegio dei dottori venne soppresso nel 1795 (Cani e Monizza 1993, pagg. 121 e 171).
ultima modifica: 19/01/2005
[ Domenico Quartieri ]
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