comune di Figina sec. XIV - 1757
Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Oggiono.
Con atto del 16 agosto 1107 la nobile Contissa, vedova del milanese Azzone Grassi, lasciò “in iure et proprietate” all’abbazia di San Pietro di Cluny l’intero territorio di Figina con le annesse cascine.
Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano era compresa, nella pieve di Oggiono, come “el loco de Valfigina” (Stella, Farina 1992).
Nel 1412 il comune di Figina, per mezzo di procuratori, prestò giuramento di fedeltà a Filippo Maria Visconti, che aveva riconfermato alla “Martesana superiore” (Monte di Brianza) le esenzioni fiscali già accordate da Bernabò nel 1373 e da Giangaleazzo Visconti nel 1385 ai “loca et cassine Montis Brianze” (Cazzani 1979).
Il priorato cluniacense di San Nicolao in Figina, sul finire del XIV e sin quasi alla fine del XV secolo, era ancora in efficienza. Durante la signoria di Filippo Maria Visconti il priore di Figina ottenne la conferma delle esenzioni da qualsiasi contribuzione. Il priorato decadde verso la fine del XV secolo: anche agli effetti del godimento dei beni, venne unito alla commenda del monastero milanese di San Dionigi; nel 1532 la commenda subì una modificazione, ossia venne ridotta in semplice beneficio; fu soppressa solamente con l’avvento della repubblica cisalpina (Beretta 1935; Beretta 1956).
Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Figina risulta inserita nella pieve di Oggiono (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano).
In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risalente al 1572 (Terre Ducato di Milano, 1572), era compresa anche Figina.
Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real giunta del censimento, si desume che a quel tempo la comunità di Figina, compresa nella pieve di Oggiono – già parte con Ello, Villa Vergano, Marconaga, Cogoredo, Dolzago del feudo della pieve di Oggiono devoluto per la morte del marchese Ambrogio d’Adda e di cui fu poi investito Agostino Bonacina (Casanova 1904) – era infeudata al marchese Giovanni Pietro Orrigone, ma non gli corrispondeva nulla. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; la comunità era sottoposta al giudice della città e ducato di Milano, promiscuamente con il vicario della Martesana.
Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che era allora composta da sette famiglie per un totale di 62 abitanti, era regolata da un affittuario dell’abbazia di San Dionigi, che esercitava anche l’ufficio di cancelliere, sindaco e console, cioè tutte le cariche, con l’assenso però “delli altri affittuari comunisti”; non si tenevano pubbliche scritture; i riparti venivano pubblicati in piazza alla presenza dei comunisti per poi esser passati all’esattore per la riscossione (Risposte ai 45 quesiti, 1751, Figina).
Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), Figina figura aggregato al comune di Vergano, nella pieve di Oggiono, compresa nel ducato di Milano.
ultima modifica: 12/06/2006
[ Saverio Almini ]
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