comune di Lodi 1796 - 1815
La battaglia del Ponte di Lodi del 10 maggio 1796 segnò l’inizio della dominazione francese e l’avvio di una serie di rapidi mutamenti istituzionali. Un decreto del 20 maggio dispose l’insediamento in Lodi dell’Agente militare per la città e Provincia di Lodi e disegnò il nuovo assetto amministrativo della città: la Congregazione municipale mutò denominazione in Municipalità; dal 27 luglio 1796 essa fu composta di dodici membri, uno dei quali avente funzione di presidente, coadiuvato da quattro segretari e diversi impiegati. Ripartiti in tre Comitati, i municipali si occupavano di tutti gli aspetti dell’amministrazione cittadina, dall’annona alla sanità, dalla polizia alla manutenzione di acque e strade, dalle finanze alle fazioni militari. Il 23 settembre 1796 un nuovo decreto ridusse a nove il numero dei municipali, ora direttamente nominati dall’autorità centrale, e portò a quattro il numero delle sezioni, ora dette “delegazioni” (Motta 1997).
Durante l’effimera restaurazione austriaca le antiche istituzioni cittadine furono ripristinate (Stroppa 1994); il governo della città fu confermato alla Municipalità, che mutò denominazione in Congregazione delegata. Composta di dieci assessori di nomina governativa, la congregazione provvedeva all’amministrazione cittadina tramite sei delegazioni, affidate ad altrettanti amministratori.
Il ritorno dei francesi segnò dapprima il ripristino della Municipalità in carica prima dell’occupazione austriaca quindi, dal 2 luglio 1800, la convocazione di una nuova Municipalità, costituita da sette municipalisti, di cui due aggiunti; le competenze furono ripartite tra quattro delegazioni.
La proclamazione della repubblica italiana (26 gennaio 1802) fu seguita dall’emanazione di nuove disposizioni a carattere amministrativo, formalizzate dalla legge organica del 24 luglio 1802. In forza di tale provvedimento, a Lodi si insediò un consiglio comunale di 40 capifamiglia, che avrebbe affiancato la Municipalità, approvandone il bilancio, nominando i membri del consiglio generale, proponendo candidati al consiglio distrettuale, eleggendo nuovi amministratori municipali, nominando i revisori dei conti. Inoltre si stabilì che la Municipalità. rimanesse in carica fino alla piena attivazione delle prefetture e delle viceprefetture; in realtà, nonostante il prefetto del dipartimento dell’Alto Po si fosse installato il 13 giugno, l’amministrazione municipale provvisoria operò fino al 22 novembre, quando il Consiglio comunale di Lodi nominò sette nuovi municipali, ripartiti nelle tre delegazioni (Motta 1997).
Per quanto riguarda l’organizzazione territoriale, in forza della legge del 13 maggio 1801 che istituì nuovamente il dipartimento dell’Alto Po, Lodi fu posto a capo del III distretto.
Il decreto napoleonico dell’8 giugno 1805 stabilì una nuova articolazione del territorio del Regno, fissando i confini per Comuni, Cantoni, per Distretti e Dipartimenti. Lodi rimase capoluogo del III distretto, suddiviso in sei Cantoni. Il 14 luglio 1807, un decreto governativo provvide a un’ulteriore razionalizzazione del territorio dello stato, riducendo il numero delle unità comunali attraverso la costituzione di “comuni denominativi”, derivati dall’accorpamento attorno a un centro consistente di località o frazioni minori circostanti. Lodi fu tra i “comuni murati” cui fu permesso di estendersi, inglobando il “circondario esterno”: il 27 febbraio 1808 fu autorizzato “il nuovo territorio di Lodi, solo ed individuo, da formarsi con l’assorbimento dei comuni dei Chiosi, Vigadore, Bottedo, Campolungo, Boffalora, Cornegliano, Torre de’ Dardanoni, Arcagna e Montanaso che sono da considerarsi soppressi (Stroppa 1994).
ultima modifica: 08/06/2004
[ Cooperativa Mémosis - Lodi ]
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