Pianta di palazzo con giardino per il conte Czernin a Vienna

Martinelli, Domenico

Pianta di palazzo con giardino per il conte Czernin a Vienna

Descrizione

Autore: Martinelli, Domenico (1650-1718)

Cronologia: ca. 1693 - ca. 1694

Tipologia: disegno

Materia e tecnica: carta / inchiostro a penna, acquerello, grafite

Misure: 470 mm x 217 mm

Descrizione: disegno eseguito a inchiostro nero a penna, principalmente con tiralinee e compasso e in parte a mano libera, conserva tracce della preliminare costruzione e di progetto a grafite in parte cancellate; le murature sono acquerellate in colore grigio e rosa; il disegno è tracciato su carta chiara pesante ingiallita composta da tre fogli incollati, con puntinature di costruzione del disegno; sul supporto è applicata una variante su carta bianca incollata, tracciata a inchiostro nero e acquarellata, cui è applicato un successivo pentimento di carta incollato; taglio parziale per eventuale tassello ricomposto

Notizie storico-critiche: Nell'"Indice" del tomo nel quale era rilegato il disegno viene definito: "Pianta del Palazzo con Giardino p / il Conte Tommaso Cernini alla Favo - / rita. Disegno che secondo la nota / di Domenico Martinelli fece poi il / Padrone mutare e guastare da / altri.".
L'attribuzione di Giacomo Sardini a Domenico Martinelli del presente disegno è ampiamente confermata anche da Hellmut Lorenz e in ogni caso l'analisi stilistica non lascia dubbi. Il conte Thomas Zaccaria Czernin aveva acquistato nel 1693 un sito nei pressi della Favorita imperiale. La storia della complessa genesi della costruzione deve quindi farsi risalire agli anni 1693-94, quando Martinelli era impegnato anche nella progettazione del Gartenpalais degli Obizzi.
Il modello di questa architettura, nel suo nucleo principale, non è un'invenzione di Martinelli ma di Johann Bernhard Fisher von Erlach, che lo aveva adottato nel primo progetto per il Gartenpalais Liechtenstain a Rossau (Milano, Collezione Sardini Martinelli, invv. 9,23, 9,25 e 9,33) e dal 1690 questa composizione architettonica, la Lustgartengebäude (villa da diporto con giardino), aveva avuto larga diffusione in Vienna. L'idea di partenza di Martinelli è riportata in uno schizzo sul verso del disegno (Milano, Collezione Sardini Martinelli inv. 4,41 V).
Il complesso si sviluppa da un corpo centrale, una grande sala di forma circolare inserita in un involucro ottagonale, cui è anteposto un vestibolo accessibile da una scalinata che si affaccia sul cortile nobile. Dalla sala centrale si diparte lateralmente lo sviluppo del complesso edilizio in due ali. Qui è rappresentata solo quella di destra rispetto al vestibolo d'ingresso (sulla sinistra del foglio), mentre per l'altra ala sono tracciati solo alcuni schizzi a grafite, forse iniziali, di una griglia progettuale. La successione degli ambienti segue una precisa gerarchia: dopo un portico di collegamento con la sala si trovano le camere padronali dotate di propri servizi e situate ai lati di un locale comune che funge da anticamera; da qui si accede a un portico affacciato su un "belvedere discoperto": un lungo cortiletto interno, probabilmente un giardinetto, affiancato da una galleria coperta da un lato e da una scalinata affacciata sul giardino dall'altro. Seguono quindi gli ambienti di servizio: le stanze per i servi, in un corpo avanzato che delimita lateralmente il cortile nobile e lo divide da quello definito "ignobile", le rimesse e le stalle che si allungano fino al muro di cinta esterno. Verso il giardino, la grande sala e gli ambienti padronali si affacciano su un ampio belvedere che si protende con un'esedra verso il verde ed è affiancato da una scalinata che consente l'accesso diretto al giardino sottostante.
Questa combinazione di ambienti principali e secondari sarà adottata da Hildebrandt nel Gartenpalais di Mansfeld.
Una particolare attenzione di Martinelli si avverte nello studio del vestibolo d'ingresso alla grande sala, in un primo tempo pensato come un massiccio avancorpo di forma quadrata con un ambiente interno ottagonale, sostituito in una soluzione tracciata su una carta applicata da un porticato aperto lateralmente con una balaustra. L'idea di affiancarvi una terrazza semicircolare balaustrata, che probabilmente avrebbe nuociuto alla purezza geometrica dell'impianto centrale a croce, è stata immediatamente scartata, come si evince da un ulteriore carta applicata per cancellarla.
Il progetto non fu realizzato secondo questo schema: come si evince dalla dichiarazione dello stesso Martinelli riportata sul disegno dal collezionista Giacomo Sardini, il progetto fu fatto "mutare e guastare da altri", infatti una planimetria del palazzo del 1792 pubblicata da Lorenz (Lorenz 1991, p. 247 fig. 269) di cui non è noto l'autore, riporta una soluzione molto differente in cui rimane solo l'idea della grande sala.

Collocazione

Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni

Credits

Compilazione: Caspani, Licia Anna (2008)

Aggiornamento: Caspani, Licia Anna (2009)

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