APOLLO SUL CARRO DEL SOLE ; DIANA COME LUNA SUL SUO CARRO
Pippi Giulio detto Giulio Romano; Primaticcio Francesco (attr.)
Descrizione
Autore: Pippi Giulio detto Giulio Romano (1499 ca./ 1546), ideatore / esecutore; Primaticcio Francesco (attr.) (1504/ 1570), esecutore
Cronologia: ca. 1527 - ca. 1528
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: affresco finito a secco; stucco a stampo
Misure: 2.70 m x 5.70 m
Notizie storico-critiche: L'affresco presente nello scomparto centrale della volta della Camera del Sole e della Luna mostra al suo interno la rappresentazione dei carri del Sole e della Luna, in un'ardita resa prospettica che vede i carri e le divinità che li guidano (Apollo per il sole e Diana per la Luna) raffigurati di "sotto in su". Si tratta di una rappresentazione simbolica dello scorrere del tempo e dell'incessante e reciproco inseguirsi di giorno e notte. A oggi non è stato rintracciato alcun dato documentario inerente la paternità dell'affresco. Una tradizione critica consolidata nel tempo considera il dipinto ideato da Giulio Romano e portato a compimento da Francesco Primaticcio, uno dei suoi più valenti collaboratori. Questa attribuzione, proposta per la prima volta da Hans Heinrich Meyer nel 1800 (Mantua im Jahre 1795, "Die Propylaen" 2, 1800, p. 13), dipende dal confronto con alcuni disegni della stagione francese di Primaticcio. Citazioni alla lettera della figura di Apollo-Sole si trovano nella volta della Sala degli Antenati nel Palazzo Ducale di Sabbioneta, affresco attribuito dalla letteratura artistica ad Alberto Cavalli, e nel soffitto della Sala degli Elementi in Palazzo Vecchio a Firenze, decorata da Giorgio Vasari e aiuti tra il 1555 e il 1556.
L'affresco della camera del Sole e della Luna è stato steso in undici giornate di lavoro, collocate su di uno strato di arriccio di cui non si può individuare lo spessore. L'intonachino ha invece uno spessore sottile, di circa 4-5 millimetri. La stesura degli intonaci è partita dal cavallo di sinistra del sole procedendo regolarmente verso il lato opposto del dipinto. Le schiacciature che marcano i limiti delle undici stesure sono molto marcate. Nella stesura più estesa, quella della porzione di cielo compresa fra i cavalli della Luna e il mantello di Apollo, è stata attestata, nella composizione dell'intonachino, la presenza di una carica vetrosa macinata, utilizzata per colorare l'intonaco stesso.
Per quanto riguarda i metodi di trasposizione del disegno sull'intonaco fresco si sono individuati:
- spolvero (attestato solo nelle figure di Diana e del cavallo alla sua sinistra);
- incisioni dirette (attestate nella figura del cavallo alla destra di Diana);
- incisioni indirette (visibili soprattutto nella rappresentazione del carro del Sole, nel quale si ravvisano per altro numerosi pentimenti);
- finiture a secco (ancora leggibili nei raggi che dipartono dalla testa di Apollo, quasi completamente scomparse invece nelle venature del legno del carro e definitivamente perdute nelle velature di raccordo fra le diverse giornate).
Non è stata ritrovata alcuna traccia di disegno preparatorio. Molte ridipinture condotte con legante oleoso sono riconoscibili nella parte rosata della raggiera intorno al capo di Apollo, sul suo mantello e - soprattutto - nella porzione di cielo che separa il Sole dalla Luna, pesantemente ridipinta con blu cobalto. Tali interventi vanno ascritti a un restauro settecentesco. Pressoché totalmente perduta è la doratura della cornice che riquadra l'affresco, forse abrasa meccanicamente nel corso di un intervento di pulitura e successivamente ridipinta in giallo ocra.
Collocazione
Mantova (MN), Museo Civico di Palazzo Te
Credits
Compilazione: Bonoldi, Lorenzo (2007)
Aggiornamento: Pisani, Chiara (2010)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/M0210-00006/
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