Collezioni del Museo Archeologico

Definizione: collezione

Tipologia: istituzionale

Istituto di conservazione: Musei Civici di Lecco, Lecco (LC)

Consistenza

I materiali raccolti documentano le fasi della preistoria, protostoria, età romana e altomedievale nel territorio lecchese. Le prime testimonianze dell'occupazione umana risalenti al Paleolitico Medio (100.000-35.000 anni fa), sono quelle del sito della Bagaggera di Rovagnate, frequentato da un gruppo di cacciatori neanderthaliani. In questo sito, durante il successivo periodo del Paleolitico Superiore (35.000-10.000 anni fa), è attestata la comparsa dell'uomo moderno (Homo sapiens sapiens) nel territorio di Lecco. Per quanto riguarda il Mesolitico, il ritrovamento di manufatti litici caratteristici del Mesolitico Medio-Finale (prima metà del VI mill. a.C.) sulla sella tra il Monte Rai e il Monte Cornizzolo, a 1100 m. di quota, ha permesso la localizzazione di stazioni di caccia stagionali frequentate da cacciatori-raccoglitori. Per il Neolitico la documentazione più importante proviene dal recente scavo effettuato a Ello, in località Boggia, che ha permesso l'individuazione di parte di un abitato del Neolitico Medio (V mill. a.C.), rappresentativo della cultura dei Vasi a Bocca Quadrata. Anche le sponde dell'ormai torbificato lago di Bosisio Parini furono occupate durante il Neolitico Medio e la frequentazione perdurò fino al Neolitico Superiore (fine V-inizi IV mill. a.C.- cultura di Chassey-Lagozza), come documentano alcune ceramiche e strumenti litici. Durante l'età del Rame, il rinvenimento di ossa umane nel cosiddetto "Buco della Sabbia" di Civate attesta il rituale funerario delle sepolture secondarie collettive in grotticelle o ripari sotto roccia, caratteristico di questo momento cronologico (fine IV-III mill. a.C.) nelle zone prealpine, alpine e collinari. Tra gli elementi ornamentali rinvenuti spiccano i pendagli costituiti da denti di mammiferi forati alla radice. Risalente all'età del Rame è anche il famoso menhir istoriato di Ello, sul quale sono rappresentati il motivo del disco solare a tre raggi, una figura umana con corona raggiata e un'ascia.
Il più importante sito risalente all'età del Bronzo individuato sul territorio lecchese è quello della torbiera di Bosisio Parini. I numerosi vasi ceramici e gli utensili rinvenuti nel corso dell'Ottocento testimoniano la vita in un insediamento palafitticolo del Bronzo Antico (2200-1650/1600 a.C.- cultura di Polada). Un sito funerario in riparo sotto roccia con sepolture databili tra la fine del Bronzo Antico e l'inizio del Bronzo Medio (1650-1550 a.C. è stato identificato recentemente a Ballabio. Allo stesso periodo risalgono le ossa umane ritrovate anch'esse in un riparo sotto roccia sul Monte San Martino. Tra queste spicca un cranio femminile sottoposto a trapanazione in vita. Rinvenimenti sporadici di oggetti in bronzo (asce, pugnaletti, spilloni) in tutto il territorio documentano i periodi del Bronzo Medio e Recente (XVI-XIII sec. a.C.) e testimoniano il diffondersi della metallurgia.
Durante la prima età del Ferro (IX-prima metà IV sec. a.C.) il territorio di Lecco rientra nell'ambito della cultura di Golasecca. Le testimonianze archeologiche più antiche di questa fase provengono soprattutto da scavi di abitati, tra i quali assume particolare importanza quello individuato alla Rocca di Chiuso, la cui occupazione continua dal IX al V sec. a.C. I rinvenimenti di piccoli gruppi di tombe in tutto il Lecchese testimoniano, inoltre, l'occupazione del territorio per villaggi sparsi.
Dopo l'invasione gallica del 388 a.C. le valli prealpine sono caratterizzate da una continuità insediativa e le popolazioni locali recepiscono costumi ed usanze galliche solo a partire dalla metà del IV sec. a.C., come è testimoniato dai corredi tombali ritrovati.

Notizie storico critiche

Nel portico e nel cortile del palazzo sono stati raccolti, tra gli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, fregi dal Forte di Fuentes di Colico, sarcofagi altomedievali, stemmi, lapidi ed elementi decorativi provenienti dalle continue demolizioni di palazzi e conventi della città. Inoltre vi sono testimonianze di archeologia industriale (macchinari per la lavorazione del ferro e trombe eoliche) e un antico torchio a pressione da uve del XVII sec.
Dall'apertura del museo, negli ambienti medievali sotterranei di Palazzo Belgiojoso nel 2001, le collezioni sono state continuamente incrementate: nel 2002 acquisizione ed esposizione di un corredo tombale della seconda età del Ferro; nel 2005 aggiunta di una vetrina nella sala della metallurgia per ospitare i materiali dello scavo dei Piani d'Erna (LC), con relativi pannelli interni e schede di sala; nel 2006 riallestimento delle vetrine altomedievali con l'esposizione dei materiali provenienti dallo scavo nella chiesa di S. Stefano di Garlate; nel 2008 esposizione del mosaico di Lierna restaurato e corredato da due nuovi pannelli esterni; nel 2010 esposizione della stele funeraria di Airuno; nel 2011 nuovi interventi nella sala video, con tre nuovi pannelli, dotati di un ricco apparato iconografico; nel 2014 riallestimento di una vetrina dell'età del Bronzo Antico con l'esposizione dei materiali provenienti da Ballabio, corredati da due pannelli interni; sempre nel 2014 riallestimento di una vetrina della sala romana con l'esposizione dei corredi di una piccola necropoli di Olginate, corredati da un pannello interno.