Compreso in: Mura medioevali - complesso, Milano (MI)
Mura medioevali - complesso
Milano (MI)
Indirizzo: Piazza Sant'Ambrogio (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Milano (MI)
Tipologia generale: architettura fortificata
Tipologia specifica: mura difensive
Configurazione strutturale: Seguivano la cerchia dei navigli interni che fungeva da fossato e il circuito dei terraggi che fungevano da via per i carriaggi.
Epoca di costruzione: post 1162
Autori: Guintellino, costruzione; Gerardo da Mastegnanega, costruzione: Porta Romana; Giovanni di Balduccio, decorazione: porte
Comprende
Descrizione
Le porte e le pusterle milanesi rispondevano ad una precisa tipologia, con dimensioni tendenzialmente coincidenti: le prime, aperte lungo le vie principali della città, presentavano due fornici affiancati da due torri, chiuse fino ad una certa altezza quindi aperte dal lato della città, ad uso dei difensori; le pusterle, erette lungo le vie secondarie, avevano invece un solo fornice sovrastato da una torre quadrata e chiuso da cancelli o saracinesche ferrate.
Porta Nuova presenta ai lati due basse torri quadrate rivestite in materiale lapideo (originario sul lato esterno, di rifacimento ottocentesco quello interno); i due fornici centrali, a tutto sesto lungo l'intradosso e ogivali lungo l'estradosso, sono sottolineati da un'alta ghiera di conci marmorei e caratterizzati dall'elegante paramento in marmo a bande bicrome - ceppo e serizzo -, forse proveniente dalla corrispondente porta della cinta massimianea. Porta Ticinese presenta attualmente un solo fornice, probabilmente a seguito delle modifiche apportate nel Trecento da Azzone Visconti; le torri, a pianta quadrata, sono state snaturate da aperture moderne al pari di quelle della Porta Nuova. Il fornice ha imposte in blocchi di serizzo e ghiera sagomata e sporgente, con profilo a tutto sesto. In generale l'insieme è assai problematico in seguito ai pesanti restauri di Camillo Boito, eseguiti intorno al 1860. Le statue del tabernacolo sono copie degli originali trecenteschi, oggi ricoverati presso il Castello Sforzesco. La pusterla di S. Ambrogio, di cui restava soltanto la torre destra, fu riscoperta durante una campagna di scavi nel 1936 e ripristinata nelle parti mancanti. Si tratta dell'unica pusterla nota a doppio fornice, probabilmente perché collocata in una zona di particolare rilievo, tra le basiliche di S. Ambrogio e S. Vittore. La torre originaria è rivestita da blocchi in pietra a bugnato fino all'altezza dei fornici, quindi in laterizio; originale anche il pilastro in serizzo posto tra i due fornici. Le statue del tabernacolo sono opera di un intenso maestro campionese attivo intorno al 1360 che si caratterizza per il vigoroso plasticismo del modellato e il forte richiamo ai modi di Giovanni di Balduccio.
L'arco verso la campagna della pusterla dei Fabbri ha linea a tutto sesto, eleganti cornici d'imposta sormontate da due interessanti testine scolpite e ghiera ogivale profilata. Demolita nel 1900, la pusterla presentava come di consueto un unico fornice sovrastato da una torre a base pressoché quadrata, mentre l'apertura verso la città era a tutto sesto. Gli studiosi hanno più volte osservato l'eleganza e la classica sobrietà delle porte, che si ispiravano chiaramente a modelli antichi, romani, nel ribadire la continuità con una cultura cui la città risorta intendeva rapportarsi; esse avevano così ad un tempo valore di opere di fortificazione e di decoro urbano. È stato inoltre sottolineato come, per i forti valori geometrici e l'uso dell'arco acuto, le porte e le pusterle erette a partire dal 1171 costituiscano un vero e proprio unicum in età comunale.
La ricca decorazione scultorea voluta da Azzone Visconti per i tabernacoli delle porte urbiche sopravvive solo in parte: le Civiche Raccolte d'Arte del Castello Sforzesco conservano i due gruppi di cinque statue - la Madonna col Bambino e quattro santi, protettori dei relativi quartieri - che ornavano le Porte Ticinese e Orientale, oltre ad alcuni pezzi provenienti da Porta Comasina e da Porta Romana; la Madonna col Bambino di Porta Vercellina si trova oggi nella chiesa di S. Nicolao. L'impresa decorativa fu affidata a Giovanni di Balduccio, che vi lavorò contemporaneamente alla realizzazione dell'Arca di san Pietro Martire in S. Eustorgio. Nonostante sia largo, nel complesso, l'intervento della bottega del pisano, i volti di alcune di queste figure sono delineati con grande intensità e finezza di modellato.
Notizie storiche
Fino al XII secolo l'unica cinta difensiva di Milano era costituita dalle antiche mura romane di età repubblicana e dal successivo ampliamento di epoca massimianea, restaurato e rinforzato in alcuni punti nel IX secolo. A metà del XII secolo fu realizzato un sistema di terrapieni con larghi fossati e porte lignee che prese il nome di "cinta dei terraggi". Dopo un lungo assedio, Milano si arrese tuttavia al Barbarossa nel 1162; quando, cinque anni più tardi, i milanesi fecero ritorno in città celebrarono la loro vicenda nei rilievi di Porta Romana (oggi al Castello Sforzesco). Nel 1171 cominciò la ricostruzione della cinta difensiva più esterna: furono rifatti il fossato e il terrapieno e le diciannove porte esistenti vennero edificate in pietra. Intorno al 1329 Azzone Visconti promosse il rafforzamento della cinta muraria e alcuni anni più tardi le porte urbiche e le pusterle furono provviste all'esterno di tabernacoli contenenti gruppi di statue a tutto tondo di carattere votivo. Delle diciannove porte e pusterle principali erette a partire dal 1171 restano oggi in loco soltanto porta Nuova, porta Ticinese e la pusterla di S. Ambrogio (le ultime due cospicuamente restaurate), mentre l'arco verso la campagna della pusterla dei Fabbri è stato ricostruito nelle sale del Castello Sforzesco.
Uso attuale: intero bene: monumento
Uso storico: intero bene: difensivo
Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale
Riferimenti bibliografici
Conti F./ Hybsch V./ Vincenti A., I castelli della Lombardia. Province di Milano e Pavia, Novara 1990, v. I pp. 78-79
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Mascione, Maria (1999)
Aggiornamento: Ribaudo, Robert (2009)
Descrizione e notizie storiche: Balzarini, Maria Grazia
Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1A050-00072/
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