Compreso in: Castello di Belgioioso - complesso, Belgioioso (PV)
Castello di Belgioioso - complesso
Belgioioso (PV)
Indirizzo: Piazza Vittorio Veneto, 1-2 (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Belgioioso (PV)
Tipologia generale: architettura fortificata
Tipologia specifica: castello
Configurazione strutturale: Situato a 12 km a est di Pavia, nel centro di Belgioioso, il Castello ha un impianto quadrangolare delimitato da fossato e affacciato ad ovest su un vasto giardino all'italiana. Si articola in corpi di fabbrica cronologicamente e stilisticamente diversi che definiscono tre corti interne; del primitivo fortilizio conserva solo le strutture a levante che affacciano su piazza Vittorio Veneto caratterizzate da muratura in mattoni a vista conclusa superiormente da cortina merlata che cinge il fronte est e metà del lato nord. La porzione di edificio più recente è l'ala ovest che affaccia sul giardino, dove è oggi situato l'ingresso principale al castello: in forma di palazzo di delizia settecentesco, in stile neoclassico, è dominata da un'ampia balconata.
Epoca di costruzione: prima metà sec. XIV
Descrizione
Il castello si articola in corpi di fabbrica cronologicamente e stilisticamente diversi. Il più antico in laterizio si affaccia con il lato maggiore su Piazza Vittorio Veneto ed è dotato di tre accessi (a nord, a est e a sud), due dei quali con ponte levatoio, che immettono in tre cortili separati, con abitazioni private.
L'impianto dell'edificio trecentesco era a metà tra castello e ricetto, a pianta quadrata senza torri, circondato da un ampio fossato, racchiuso da ampie cortine murarie con merlatura, sui quattro lati si aprivano gli accessi muniti di ponti levatoi. Alla porzione di edificio più recente, in forma di palazzo di delizia settecentesco, in stile neoclassico dominata da un'ampia balconata, si accedeva da ovest, mediante il sontuoso ingresso con cancellata tra pilastri sormontati da due statue allegoriche che immetteva nel giardino all'italiana con sette filari di magnolie giganti e la fontana monumentale con Nettuno circondato da ninfe.
Oggi è difficilmente leggibile l'originaria sistemazione interna. Lomartire afferma che "quasi certamente ne vanno riconosciuti consistenti tracce nelle basse costruzioni addossate alle cortine di recinzione del lato orientale e di parte del lato settentrionale", sulle quali rimangono tracce di decorazione pittorica a losanghe. Gli appartamenti ducali veri e propri erano dislocati ad ovest, e non andarono persi ma sulla struttura si verificò una stratificazione a causa degli interventi di trasformazione. L'ala occidentale del Castello è sempre stata oggetto di numerosi rifacimenti, mentre le altre zone, soprattutto verso la piazza del borgo, hanno mantenuto l'aspetto severo di fortezza medievale.
Un documento significativo per la comprensione della vicenda edilizia del castello è la grande veduta a volo d'uccello, stampata da Marc'Antonio Dal Re nella prima edizione delle Ville di delizia (1726), che testimonia l'entità dei lavori al Castello. Il lato sud del recinto medievale è ancora conservato e nella facciata est si apre una ampia serie di finestre; lo spazio interno alla cinta muraria è diviso in 4 cortili (ora tre) da corpi di fabbrica in parte porticati, con colonne slanciate che reggono architravi. Questi portici, ancora esistenti agli inizi dell'Ottocento, erano resti dell'assetto originario, oggi documentati solo da alcune alte paraste a sezione rettangolare nel cortile nord. Nella veduta si riconoscono le basse costruzioni addossate alle cortine murarie; il fianco ovest è occupato dal fabbricato dell'ala nobile, a due piani, con un corpo sporgente sopra i livelli dei tetti e una torre poligonale (oggi distrutta) nell'angolo sud-ovest; a occidente prospetta una facciata austera con due ordini di finestre dalla semplice profilatura a bugnato. Questi lavori si collocherebbero nel corso del XVII secolo, rispettando però, in ampie porzioni, la struttura medievale. Nel secondo quarto del XVIII secolo il castello assume l'aspetto attuale, grazie all'intervento di rifacimento dovuto al conte Antonio Barbiano, che profuse ogni sforzo nell'abbellimento del complesso, chiamando a lavorarvi alcuni dei più rinomati artisti lombardi del tempo. E' attestato l'intervento dell'architetto romano Giovanni Ruggeri nella progettazione del cosiddetto "Teatro dè Rastelli", al termine del giardino, realizzato nel 1737 ca. da Francesco Croce, al quale si deve anche il disegno della nuova facciata verso il giardino e la sistemazione degli ambienti interni. G. C. Scotti agli inizi dell'Ottocento nelle sue novelle morali ambientate a Belgioioso, menziona alcuni artisti che lavorarono al Castello: i busti marmorei di Antonio Barbiano e della moglie Barbara d'Adda (restano solo i calchi) furono eseguiti da Carlo Maria Giudici; l'affresco con "Ercole e Anteo" (oggi tracce) nel pergolato era di Giovan Battista Sassi; le statue della cancellata al termine del giardino e della fontana di Nettuno e Teti, e i ritratti a stucco degli antenati dei Barbiano nella galleria, sono opere di C. Beretta.
Notizie storiche
Castrum Zoiosum è fra le prime menzioni del fortilizio sorto probabilmente per volontà di Galeazzo II Visconti (signore di Pavia dal 1359 a1 1378), intorno alla metà del XIV sec., nella zona allora denominata "valle porcaria" (forse per la presenza di cinghiali). Il castello, ubicato a est di Pavia, nella zona sud-est del Ducato di Milano, sulla via che collegava Pavia a Cremona, di rilevanza militare notevole, era la residenza preferita dei Duchi per gli svaghi, come documenta l'attributo zoioxum, zoiosum (assegnato da Galeazzo II anche al castello di Monza), esempio di toponimo di derivazione francese che a breve sarà mutato in Belzoiosum. Lo storico milanese Giorgio Giulini, nelle "Memorie" (1377-1388), scriveva che "nell'ottobre del 1377 Galeazzo Visconti si trovava nel suo castello pavese denominato Gioioso che poi per gli ornamenti giunti, fu chiamato e chiamansi Belgioioso". Alcune testimonianze redatte nel Castello tra il 1377 e il 1401 documentano l'abituale frequentazione dei duchi del possedimento di Belgioioso, intorno al quale stava lentamente sorgendo un borgo. Quindi nel 1355 ca. il duca Galeazzo II sceglie questa località come dimora di villeggiatura e successivamente grazie al commercio, ai privilegi del possesso ducale e alla costruzione del castello, datata intorno al 1371, si sviluppa il primo nucleo abitativo di Belgioioso. Il paese ha origine tarda; le prime notizie risalgono al secolo XIV; in origine era un'estesa proprietà nel luogo in cui sorgeva un castello ducale. La sua nascita è legata al castello, alla vicinanza del Po e del porto del Pissarello che per secoli è stato un punto di imbarco e di attraversamento del fiume e alla strada romea. La particolare predilezione del duca Gian Galeazzo Visconti (primo duca di Milano, figlio di Galeazzo II e di Bianca di Savoia) per questo edificio è testimoniata anche dal divieto, contenuto in una lettera del 21 dicembre 1393, di cacciare cervi e selvaggina oltre al Ticino, a Bereguardo, a Belgioioso, a Vigevano, ad Abbiategrasso.Il castello, luogo di delizia, era dotato di un ampio parco con la riserva di caccia, che arrivava a sud sino al Po, attraverso S.Giacomo della Cerreta e a nord-ovest si congiungeva forse con il parco del castello di Pavia. I successori di Gian Galeazzo non nutrirono lo stesso amore per l'edificio, che fu abbandonato e in parte distrutto dopo la morte del duca Giovanni Maria avvenuta il 14 maggio 1412. Nel 1412 il castello fu concesso in feudo da Filippo Maria Visconti a Manfredo Beccaria, ma nel 1414 gli fu confiscato e tornò alla famiglia Visconti. Nel 1431 Belgioioso fu infeudato dal Duca Filippo Maria Visconti ai Barbiano. Ebbe cioè luogo l'investitura feudale del "castrum" e del "fortalitium Belzoiosi" in favore del Capitano Alberigo II da Barbiano (l'antichissimo ceppo dei conti di Cunio e di Barbiano, ricordati da Dante nel c. XIV del Purgatorio, era noto e potente in Romagna fin dal sec. XI), nipote del celebre condottiero Alberico il Grande (ricco, potente, signore di vasti feudi e d'animo battagliero), "pro aliquali rependio" dei beni romagnoli da lui perduti nel 1427 per essere accorso in aiuto al Duca contro il Carmagnola. Nel 1442 l'investitura fu confermata alla famiglia Barbiano, che da quel momento aggiunse al proprio cognome il predicato di Belgioioso. Belgioioso era allora sede di un Vicariato di notevole ampiezza e prestigio, che comprendeva le Pievi di Vaccarizza, Ospitale Nuovo, Genzone, Pissarello, Spessa, Filigaria, Montesano, Torre dè Negri, Gerenzago e San Zenone. Se la costruzione del Castello si deve ai Duchi di Milano, lo sviluppo del borgo si deve ai Barbiano che, per necessità agricole, favorirono l'insediamento dei contadini in questa zona. I Barbiano Belgioioso stabilirono a Milano la residenza principale, ma mantennero il Castello di Belgioioso, dopo vari trapassi, come residenza estiva fino al XIX sec., quando passò alla famiglia Melzi d'Eril essendosi estinta la discendenza per linea diretta.
Uso attuale: ala ovest: fiere; ala ovest: eventi; abitazione
Uso storico: intero bene: difensivo; intero bene: abitazione
Condizione giuridica: proprietà privata
Riferimenti bibliografici
Conti F./ Hybsch V./ Vincenti A., I castelli della Lombardia, Novara 1990, [vol. 1], p. 112
Vaccari P., Castelli del Pavese: Belgioioso e Chignolo Po, in "Ticinum", Pavia 1954, n. 10
Credits
Compilazione: Mascione, Maria (1999)
Aggiornamento: Tolomelli, Davide (2007); Marino, Nadia (2014)
Descrizione e notizie storiche: Manara, Roberta; Marino, Nadia
Fotografie: Marino, Nadia
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1A050-00123/
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