Compreso in: Castello Barbavara - complesso, Bornasco (PV)
Castello Barbavara - complesso
Bornasco (PV)
Indirizzo: Via Cascina Settimo (Fuori dal centro abitato, isolato) - Bornasco (PV)
Tipologia generale: architettura fortificata
Tipologia specifica: castello
Configurazione strutturale: II complesso ha pianta rettangolare. E' composto da due distinti edifici con pianta a 'U', che insieme formano il rettangolo che si articola intorno al cortile. Il primo a est è un edificio a tre ali che si sviluppa su 3 piani di cui l'ultimo, il sottotetto, conserva tracce del sistema merlato. L'altro edificio a ovest ha una diversa altezza, piano terreno e primo piano. Al piano terra dell'ala nord si trova un porticato con colonne in granito. L'accesso al complesso avviene da nord.
Epoca di costruzione: sec. XIV
Comprende
Descrizione
Il complesso ha pianta rettangolare. E' composto da due distinti edifici con pianta a 'U', che insieme formano il rettangolo che si articola intorno al cortile.
L'edificio principale a est è un edificio a tre ali.
Ha murature portanti in mattoni e si sviluppa su 4 piani. Le ali sud ed est sono destinate a residenza, invece l'ala nord, dove e' presente un grande salone illuminato da tre finestroni, è ora trasformato in magazzino per materiale agricolo. Le strutture orizzontali sono costituite da volte a padiglione unghiate al piano terra, solai in legno a doppia orditura al primo piano. Al piano sottotetto sono presenti tracce dell'apparato a sporgere sul quale si appoggia la copertura, la cui struttura è costituita da capriate lignee senza monaco e manto in coppi in laterizio. E' evidente infatti come in epoca moderna, durante i lavori sulla copertura, risultò più conveniente demolire la merlatura anziché tamponarla. Rimangono comunque tracce del camminamento merlato che è costituito da una serie di archetti pensili che consentiva di aumentare a sbalzo dello spessore murario.
La facciata nord presenta due grandi finestroni a sesto acuto con cornice in cotto e un fregio in laterizio a sbalzo "a doppio dente di sega", che corre lungo la sommità della facciata. Sulla facciata sud ed est sono presenti finestre a sesto acuto, sulla prima la cornice è composta da laterizio e pietra calcarea, sulla seconda invece solamente da laterizio.
Sono presenti lacerti di un rivestimento esterno in intonaco dipinto a secco con decorazione geometrica a losanghe con colori bianco, rosso e verde sulle facciate est e nord del cortile. La stessa decorazione pittorica è presente anche all'interno, che risulta essere la facciata esterna
Gli interni del piano terra presentano decorazioni pittoriche di cui la più rilevate è quella sulla volta della stanza nell'angolo sud-est (ovest dell'antico complesso prima della costruzione dell'ala ovest più bassa
Notizie storiche
E' ubicato in aperta campagna quasi isolato. La più antica notizia sulla località è del 836, mentre la prima riguardante il castello risale al 1396 quando Gian Galeazzo Visconti lo concede in feudo a Francesco Barbavara, dopo che i nobili Astolfi lo avevano venduto insieme ad altre proprietà. Nel 1402 il duca confisca il castello e lo dà ai fratelli Giovanni e Galeazzo de' Diversi, figli del defunto Nicola, feudatario di Vigevano. Il Barbavara comunque ne rientra in possesso l'anno successivo, ma lo cede in cambio del castello di Omegna. Altre notizie sui passaggi di proprietà sono del 1441 quando Filippo Maria Visconti vende il castello di Settimo al conte Guido Torelli, la cui famiglia ne rimane in possesso fino alla fine del Cinquecento, quando il conte Ercole Torelli, morendo senza eredi, lo lascia alla madre Isabella Urtado Manriquez de Mendoza e, tramite lei al nipote conte Andrea Manriquez. Ci sono notizie di un saccheggio nel 1522 e di un utilizzo del castello per l'alloggiamento delle truppe del maresciallo Lautrec. Nel 1769 Maria Teresa d'Austria conferma l'investitura al feudo di Settimo al conte Pietro Secco che nel 1788 viene venduto all'Imperiale Regio Consiglio di Governo. Nel 1830 i conti Landriani, subentrati nel castello di Settimo, lo vendono al milanese Andrea Ponti mediante atto rogato dal notaio Antonio Cornaliani. Oggi il castello è centro di un'azienda agricola, abitato dai proprietari per una piccola parte e non utilizzato per la restante.
Uso attuale: ala rustica: magazzino; castello: abitazione/ attività produttiva agricola
Uso storico: intero bene: residenza
Condizione giuridica: proprietà privata
Riferimenti bibliografici
Ricotti Bertagnoni A., Roma 1940
Merlo M., Pavia 1971, pp. 41-42
Zanaboni G., Pavia 1987, pp.37-48
Conti F./ Hybsch V./ Vincenti A., Novara 1990, p.114
Cerri T., Pavia s. d., pp.72-75
Credits
Compilazione: Albani, Francesca (2002); Mittermair, Martin (2002); Tolomelli, Davide (2002)
Descrizione e notizie storiche: Conti, Flavio
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1A130-00027/
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