Palazzo Averoldi
Brescia (BS)
Indirizzo: Via Moretto 12 (Nel centro abitato, integrato con altri edifici) - Brescia (BS)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: casa
Configurazione strutturale: Palazzo Averoldi è una costruzione di notevoli dimensioni che occupa l'intero isolato affacciandosi sulle strade: Contrada Santa Croce, Via Moretto e Corso Vittorio Emanuele II. E' un organismo complesso a U che si sviluppa lungo due cortili, uno principale e uno di servizio. L'edificio principale si apre a sud con la sua nobile facciata verso il giardino e si estende con la pianta a U su tre lati, tutti con porticato alto di colonne toscane (di sei arcate il corpo centrale e di cinque i laterali). Gli elementi tutti cinquecenteschi del lato nord, a scomparti che campiscono le finestre, scanditi da lesene ioniche, e i modiglioni radi e lisci fanno pensare all'opera giovanile di Lodovico Beretta
Epoca di costruzione: 1544 - sec. XVIII
Autori: Girolamo, Romani detto il Romanino, decorazione; Gambara, Lattanzio, decorazione
Descrizione
Palazzo Averoldi è una delle dimore nobiliari più prestigiose di Brescia, situato nella quadra di San Giovanni a sud-ovest del nucleo storico della città, a ridosso dell'antica cinta muraria. La proprietà si estende da via Moretto, dove è collocato l'ingresso principale, a via Vittorio Emanuele II, dove una cancellata realizzata nel primo quarto dell'Ottocento racchiude un elegante giardino. Il prospetto su via Moretto è caratterizzato da un bugnato rustico in muratura e da un importante portale marmoreo cinquecentesco. Curiosamente l'accesso principale alla dimora immette direttamente nella corte di servizio e bisogna quindi attraversare un ulteriore androne per raggiuntere la corte nobile. La porzione nobile del palazzo possiede una pianta ad U aperta a sud verso l'ampio giardino. I prospetti interni sono caratterizzati al piano inferiore da un alto porticato con colonne tuscaniche in marmo reggenti archi a tutto sesto, mentre al primo piano il paramento è scandito da lesene ioniche in muratura, allineate alle colonne sottostanti, tra le quali si aprono semplici finestre. Risalenti alla costruzione cinquecentesca sono i pregevoli affreschi, a tema mitologico, delle sale a piano terra del corpo di fabbrica centrale, realizzati da due grandi artisti del tempo: Gerolamo Romanino e Lattanzio Gambara. Gli interventi del tardo Settecento hanno coinvolto principalmente gli ambienti del primo piano, dove gli spazi sono stati integralmente adeguati e ridecorati secondo il gusto dell'epoca da artisti come Teosa, Gandini, Tellaroli e Manfredini. A questo periodo appartiene anche lo scalone d'onore, costituito da due ampie rampe parallele con balaustra in marmo.
Notizie storiche
Come ricorda una lapide posta nell'androne, il palazzo viene costruito a partire dal 1544 dai fratelli Giovan Andrea, Leandro, Mario e Fulgenzio Averoldi, su una proprietà acquisita da Giovanni Paolo Averoldi nel 1498. Il progetto viene affidato agli architetti Pietro e Marcantonio Isabello, originari di Bergamo ed esperti di architettura militare. Agli anni cinquanta del Cinquecento risale l'apparato decorativo, eseguito da Girolamo Romanino e Lattanzio Gambara, nelle sale del piano terra del corpo centrale. Il palazzo sin dall'origine comprende due corti, una nobile e una di servizio, e un ampio giardino. Nel 1655 gli Averoldi commissionano l'ampliamento di alcuni corpi di fabbrica della corte di servizio. Il palazzo non subisce sostanziali modifiche, fatta eccezione per alcune integrazioni agli apparati decorati interni, fino all'ultimo quarto del XVIII secolo. Nel 1782 Vincenzo Averoldi, ultimo maschio di questo ramo degli Averoldi, nomina eredi universali di tutte le sue sostanze i nipoti Giuseppe e Faustino Chizzola, figli della sorella Barbara, imponendo agli stessi l'acquisizione del cognome della madre. I Chizzola-Averoldi a partire dal 1788 commissionano importanti opere di rinnovo e ampliamento conferendo al palazzo l'aspetto attuale.
Gli interventi del tardo Settecento coinvolgono principalmente gli ambienti del primo piano, dove gli spazi vengono integralmente adeguati e ridecorati secondo il gusto dell'epoca da artisti come Teosa, Gandini, Tellaroli e Manfredini. Viene inoltre realizzato lo scalone d'onore e sovralzati di un piano i due corpi di fabbrica laterali dell'edificio principale. Il progetto è affidato all'architetto Giovanni Donegani. Nel 1802 alla morte di Faustino Chizzola-Averoldi il palazzo e tutti i beni passano ad un altro ramo della famiglia Averoldi, discendente comunque da uno dei quattro fratelli che avevano commissionato l'edificio nel Cinquecento.
All'inizio del XIX secolo risale la sistemazione dello spazio verde di pertinenza del palazzo, adeguandolo alla tipologia del giardino paesaggistico all'inglese, in sostituzione di un preesistente giardino impostato secondo lo schema rinascimentale. La nuova recinzione verso mezzogiorno, costituita dall'elegante cancellata in ferro sorretta da colonne marmoree sormontate da anfore, anch'esse in pietra, risale al 1821 come riportato sul basamento di una delle colonne stesse.
Tra il 1928 e il 1929 l'ultimo esponente di questo ramo della famiglia Averoldi cede la proprietà all'Amministrazione del Pio Luogo Casa di Dio, che divenuta oggi una Fondazione senza scopo di lucro ne è tuttora proprietaria.
Colpito dai bombardamenti del 1943, i danni si sono limitati ad alcuni ambienti di una delle ali laterali senza intaccare le principali testimonianze artistiche.
Uso attuale: uffici; abitazione
Uso storico: intero bene: abitazione
Riferimenti bibliografici
Merlo G., Paragone, "Libro Fabbrica in Brescia a S.ta Croce" : il cantiere neoclassico dei nobili Chizzola a palazzo Averoldi (1788 - 1791), 2012, pp. 48-63 63.2012=Nr.747=3.Ser.Nr.103
Bettoni B., I beni dell'agiatezza. Stili di vita nelle famiglie bresciane dell'età moderna, Milano 2010
Lechi P., Brescia e il Risorgimento, I palazzi di Brescia : dalla rivoluzione del 1797 all'Unità, 2006, pp. 97-117
Brescia, Brescia, Milano 2000
Rotary Club di Brescia, Palazzo Averoldi in Brescia, Brescia 1994
Boselli C., Arte lombarda, Asterischi bresciani : la decorazione settecentesca di Palazzo Averoldi in Brescia., Brescia, 1972., Brescia, 1972, 17.1972, pp. 37, 96, 129
Credits
Compilazione: Marino, Nadia (2016)
Descrizione e notizie storiche: Nava, Valentina
Fotografie: Marino, Nadia
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1j590-00004/
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