Centro storico di Varese
Varese (VA)
Tipologia generale: borghi e centri storici
Tipologia specifica: centro storico
Descrizione
Varese è identificata con il caratteristico appellativo di Città giardino che le deriva dalla presenza di numerosi parchi e giardini distribuiti nel territorio comunale, in gran parte pertinenze di ville qui edificate tra il XVIII e il XX secolo, prima da famiglie nobili e più recentemente da industriali e rappresentanti dell'alta borghesia, originari soprattutto di Milano.
Il centro storico si caratterizza per la presenza di significativi monumenti, testimonianze della storia della città. In piazza San Vittore sorge l'omonima Basilica, edificata alla fine del XVI secolo e con facciata neoclassica progettata dal viennese Leopoldo Pollack. Nelle sue pertinenze rientrano il campanile barocco e l'antico Battistero di San Giovanni (XIII-XIV secolo). All'interno conserva importanti opere d'arte dei maggiori esponenti del Seicento lombardo tra cui si ricordano i dipinti di Carlo Francesco Nuvolone, di Francesco Cairo, Giovanni Battista Crespi detto "Il Cerano" e del Morazzone. Di fronte alla Basilica, attraversando Arco Mera, si giunge in Corso Matteotti, il cuore cittadino, area pedonale, ricca di negozi frequentata da turisti e varesini.
Non lontano si trova anche il Palazzo Estense, settecentesca residenza di Francesco III d'Este, governatore della Lombardia Austriaca, e attuale sede del Municipio di Varese. I giardini, oggi parco pubblico, sono collegati con quelli all'inglese di Villa Mirabello, sede dei Musei Civici. Non lontano dal palazzo estense sorge il Broletto noto anche come Palazzo Biumi.
Notizie storiche
Le prime tracce della presenza umana ritrovate sul territorio di Varese risalgono alla preistoria; infatti i numerosi reperti rinvenuti durante gli scavi archeologici, che misero in luce anche insediamenti palafitticoli sull'isolino Virginia, dimostrano che il territorio era abitato già nel 3000 a.C. Nell'Alto Medioevo Varese fu coinvolta nelle vicende del Seprio e delle lotte intestine fra Como e Milano. Con la caduta di Castelseprio nel 1287 e l'ascesa dei Visconti, il legame con la capitale lombarda diventò ancora più stretto e duraturo. Nell'XI secolo, nel territorio circostante furono costruiti diversi presidi difensivi con lo scopo di controllare l'accesso alla pianura padana da nord. Il periodo sforzesco assicurò a Varese un certo sviluppo economico, con il potenziamento del locale mercato. Dopo una fase di decadenza, dovuta all'invasione di mercenari svizzeri e all'inizio della dominazione spagnola, con lo scoppio di numerose epidemie la località andò verso una progressiva ripresa, in particolare grazie all'interesse di Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano tra il 1564 e il 1584, che segnò per Varese un'importante stagione di rinnovamento politico e culturale. La sua visita nel 1567 contribuì infatti a modificarne l'istituzione ecclesiastica, dando nuovo vigore al monastero di Santa Maria del Monte che da lì a poco avrebbe visto l'avvio di una una delle più importanti imprese artistiche della Lombardia, trasformando Varese in un autentico baluardo del cattolicesimo controriformato. Nella seconda metà del secolo la situazione politica si stabilizzò e nel Settecento furono fissati i confini con la Svizzera. Nel 1765 Maria Teresa d'Austria concesse Varese in feudo personale a Francesco III d'Este, Duca di Modena e Signore di Varese che qui fece costruire la sua sontuosa dimora. Dalla fine del XIX all'inizio del XX secolo la città visse un periodo di grande sviluppo economico, che ebbe importanti riflessi sull'espansine urbanistica della città, facendo guadagnare al paese l'appellativo di città giardino. A quest'epoca risalgono infatti un centinaio di grandi ville con parco, cui si aggiunsero lussuosi alberghi in stile liberty, progettati, tra gli altri anche da Giuseppe Sommaruga che anche oggi ne qualificano il profilo. Un'ulteriore ampliamento significativo si ebbe negli anni Trenta.
Credits
Compilazione: Marino, Nadia (2016)
Descrizione e notizie storiche: Nava, Valentina
Fotografie: Guerriero, Paola
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1j590-00037/
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