Compreso in: Abbazia di Piona - complesso, Colico (LC)
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Chiostro dell'abbazia di S. Nicolò di Piona
Colico (LC)
Indirizzo: Strada comunale di Piona (Fuori dal centro abitato, isolato) - Piona, Colico (LC)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiostro
Configurazione strutturale: A destra della facciata della chiesa si accede, attraverso un portale ad arco acuto, al chiostro. E' un quadriportico con archi a tutto sesto. Il lato addossato alla chiesa è costituito da un solo livello porticato con tetto ad uno spiovente, gli altri lati hanno un piano superiore con pareti caratterizzate da aperture a bifora e paratie murarie a corsi orizzontali policromi in pietra squadrata o in pietra e mattoni. L'ala orientale include la sala capitolare.
Epoca di costruzione: metà sec. XIII
Descrizione
Se riguardo alla datazione della chiesa, importante esempio di architettura romanica, il dibattito critico è vivace e aperto, per il chiostro una lapide collocata nel portico addossato alla parete sud dell'edificio religioso ci informa che fu fatto edificare a proprie spese da Bonaccorso de Canova da Gravedona, priore di Piona nel 1252. La struttura che si sviluppa in maniera asimmetrica ha fatto propendere per un'edificazione non unitaria, per altro confortata da una seconda iscrizione, posta a sud, che attesta che quest'ultima fu terminata nel 1257, sempre grazie all'intervento diretto di Bonaccorso. Il chiostro, costituito da colonne in marmo bianco che reggono archi a tutto sesto in laterizio e quattro pilastri a fasce bianche e nere, presenta nei capitelli e nei peducci la varietà di motivi decorativi propria dello stile romanico, che qui però pare già tendere ai nuovi stilemi gotici. Decorazioni geometrizzanti si alternano così a foglie a crochet, ad aquile dalle ali spiegate, o a testine dalla fisionomia ben definita. Non si conosce nessuna notizia riguardo alle maestranze che operarono nel chiostro, anche se pare plausibile individuarne la provenienza in ambito locale, con richiami a modelli borgognoni.
Sulle pareti si conservano diverse testimonianze di affreschi databili tra il XIII e il XV secolo. L'affresco più antico racchiuso da una lunetta, è posto sopra la porta che conduce in chiesa e rappresenta San Benedetto benedicente. L'opera frammentaria palesa delle affinità con gli affreschi absidali e può quindi essere datata ai primi decenni del xiii secolo. Sulla parete opposta è affrescato il medesimo santo che fugge alla tentazione. Il diavolo, sotto le mentite spoglie di una dama riccamente abbigliata e dal gesto provocatorio, tenta il frate che, pur di sfuggirle, si getta nudo sui rovi. Quest'ultima parte, in cui appare anche l'angelo consolatore, è però mutila, e non permette di cogliere pienamente quel vigore narrativo proprio della scena precedente. Alcuni particolari come la resa delle grandi mani, uniti a confronti con miniature dell'area milanese di datazione certa alla seconda metà degli anni Cinquanta del XIII secolo, hanno fatto ritenere anche il nostro esempio riferibile a quegli anni.
La porzione più ampia di affresco fin qui conservatasi è quella che si trova sul lato settentrionale, raffigurante il Ciclo dei mesi. Le immagini divise orizzontalmente in due grandi registri, a loro volta spartiti in riquadri, riportano nella parte superiore la personificazione dei lavori dei mesi (da Febbraio a Settembre) e in quella inferiore i santi, la cui festa però non sempre cade nel mese sopra corrispondente. L'opera, in alcuni punti di difficile lettura per il cattivo stato di conservazione, tratta un filone narrativo ben sviluppato nel territorio, in particolare nel Canton Ticino, dove il mese di Marzo (un uomo che soffia nel corno) compare simile nel S. Michele di Palagneda, nel S. Martino a Ronco e in S. Maria del Castello a Mesocco. Qui siamo di fronte ad un frescante modesto, che ha però saputo rendere con vivacità le scene del quotidiano. La datazione dell'opera oscilla tra il XII e la fine del XIII secolo, a seconda che la si consideri come una testimonianza già presente sul muro esterno della chiesa, o eseguita ad hoc, dopo la costruzione del chiostro. Completa la decorazione un altro frammento di affresco interpretato come la raffigurazione del Noli me tangere, secondo quanto riportato dal cartiglio a destra di Cristo, che permetterebbe di identificare nella Maddalena la consunta figura femminile di destra. Data la frammentarietà del dipinto, a cui nella parte inferiore se ne sovrappose un altro la cui lettura oggi è limitata soltanto a due lettere sormontate da corone, è difficile proporre termini cronologici precisi, anche se il fine modellato del volto di Cristo e l'ampio panneggio, farebbero pensare alla fine del XIV o inizi del XV secolo.
Notizie storiche
Seppur successivo alla fondazione della chiesa, dalla sua costruzione (metà del XIII sec.), segue i destini del complesso: fu ridotto a commenda secolare nel XV sec. e destinata da qui alla lenta decadenza.
Due lapidi nel quadriportico fanno risalire a Bonaccorso De Canova da Gravedona, priore di Piona nel 1252, la costruzione del chiostro, la cui struttura venne completata nel 1257. Non si dispone, invece, di notizie riguardanti le maestranze che realizzarono le decorazioni dei peducci e dei capitelli delle colonne, caratterizzate da una grande varietà di motivi a crochet, ad aquile e a testine antropomorfe; ne è stata però ravvisata una provenienza locale, con rimandi a modelli borgognoni.
Sull'opposto lato meridionale del portico si trova un altro affresco con "San Benedetto che fugge le tentazioni" risalente alla metà del Duecento. Ben più esteso risulta il "Ciclo dei mesi", ancora sul lato nord (adiacente alla chiesa), composto da riquadri disposti su due registri che raffigurano, superiormente, le personificazioni dei lavori dei mesi e, inferiormente - secondo una recente proposta - i martìri di alcuni santi del calandario di rito patriarchino, allora in uso nella Diocesi di Como: Eufemia, Margherita , Giovanni Battista e Carpoforo. Inoltre è stato rilevato che l'ordine di lettura procede da destra a sinistra, in senso opposto a quello tradizionale, iniziando, dunque, da dicembre, secondo le modalità comasche per il calcolo dell'anno liturgico. Per quanto riguarda l'epoca di esecuzione del ciclo ne è stata proposta la datazione a ridosso del completamento del chiostro. Questa ipotesi, tra l'altro risulta avvalorata da confronti con alcuni cicli di affreschi nell'Aula della Curia di Bergamo (1222-1540), del Palazzo della Ragione (1233 circa) e del Broletto di Novara (della metà del secolo).
Fu soppresso nel 1798 e acquisito da privati.
Dal 1937 per effetto di una donazione è proprietà, insieme al resto del complesso, dei Cistercensi dell'abbazia di Casamari.
Uso attuale: intero bene: chiostro
Uso storico: intero bene: chiostro dell'abbazia
Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico
Accessibilità: apertura 9-12 e 14.30-17
Per informazioni:
telefono 0341940331-0341931995
fax 0341931995
Come arrivare:
L'Abbazia Piona dista da Lecco 37 km. Per raggiungere il sito in auto, percorrere da Milano la Vallassina.
L'Abbazia e raggiungibile uscendo dalla strada statale 36 dello Spluga all'omonima uscita e dirigendosi a sud verso Dorio. Dopo poco più di 3 Km c'è la deviazione a destra e passata Olgiasca si scende verso l'Abbazia. Si può anche arrivare via lago prendendo il battello a Como o a Lecco.
Credits
Compilazione: Brauer, I. (2001)
Aggiornamento: Ribaudo, Robert (2009); Piefermi, Antonio (2014)
Descrizione e notizie storiche: Ribaudo, Robert; Rurali, Elisabetta
Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1n090-00051/
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