Chiesa della SS. Trinità
Valfurva (SO)
Indirizzo: Strada Vicinale di Teregua (Al limite del centro abitato, distinguibile dal contesto) - Teregua, Valfurva (SO)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: Edificio in muratura di pietrame intonacata. Pianta ad aula unica e abside quadrangolare, affiancata da sagrestia. Facciata a capanna.
Epoca di costruzione: sec. XVI
Autori: De Barberis, Vincenzo, affreschi abside
Descrizione
Il tetto della chiesa, con il suo campaniletto a vela, sovrasta di poco le basse case vicine, e il sagrato è ridotto a una striscia di terra delimitata da un muretto. L'edificio prospetta sulla via con una sobria facciata a capanna e la modesta porta in legno è contornata solo da una fascia intonacata; sopra, entro una lunetta, è affrescata l'immagine della Trinità, a richiamare visivamente l'intitolazione della chiesa. L'impianto planimetrico è dei più semplici, ad aula unica e abside quadrangolare, con piccola sagrestia sormontata da una stanza che fungeva da sede per il Monte di pietà. Una scala esterna consente di raggiungere la loggia in controfacciata, elemento ricorrente nelle chiesette della zona. Entrando, lo sguardo è catturato dai vivaci affreschi dell'abside, eseguiti nel 1546 dall'ormai anziano Vincenzo de Barberis, pittore di Brescia operoso tra Milano e la Valtellina, noto soprattutto per aver eseguito, anni prima, vaste decorazioni a soggetto profano nella dimora rinascimentale più importante della Valtellina, palazzo Besta di Teglio. Sopra la mensa d'altare è appoggiata un'ancona in legno dipinto e dorato, che il restauro ha liberato da pesanti e mortificanti ridipinture. Rientra nel tipo a sportelli, essendo dotata di ante che venivano aperte solo in occasione delle celebrazioni, e malgrado la struttura a scrigno e certi tratti richiamino i modi delle fiorenti botteghe tirolesi, la si pensa uscita da una bottega operosa in Valtellina a fine Cinquecento.
Notizie storiche
Se per tradizione la chiesa della Santissima Trinità si credeva sorta sui resti di un precedente edificio, studi approfonditi condotti in parallelo al recente restauro hanno permesso di accertare che si trattò di una fondazione ex novo. Il piccolo villaggio di Teregua, a quota 1375 metri sul livello del mare, nella seconda metà del Trecento era abitato in modo permanente e aveva già assunto una sua identità; per i servizi religiosi dipendeva però da San Nicolò, contrada della Valfurva ubicata sul fondovalle. La speranza di poter un giorno disporre di una pur piccola chiesa sarà stata a lungo coltivata, ma solo nel 1521 si approdò a un progetto preciso che trovò attuazione negli anni successivi. Nel 1546 la chiesa doveva essere ultimata, comparendo tale data sugli affreschi che ricoprono le pareti e la volta dell'abside.
Alla sua fondazione contribuirono singoli individui, gli abitanti di Teregua, la vallata di Valfurva e il Comune di Bormio che a metà Cinquecento comprendeva ancora le vallate di Valdisotto, Valdidentro, Valfurva e Livigno. In chiesa, gli affreschi dell'abside e l'ancona lignea esprimono riconoscenza e manifestano l'appartenenza ai vari ambiti territoriali, mediante la rappresentazione dei santi titolari delle chiese della zona; solo a titolo esemplificativo, sugli sportelli dell'ancona compaiono i santi Gervasio e Protasio cui è intitolata la collegiata di Bormio, già chiesa battesimale di una vasta pieve che aveva a lungo compreso anche la Valfurva.
Uso attuale: intero bene: chiesa
Uso storico: intero bene: chiesa
Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico
Accessibilità: La chiesa è generalmente chiusa
Credits
Compilazione: Mazzariol, P. (2001)
Aggiornamento: Ballarino, Elena (2014)
Descrizione e notizie storiche: Bormetti, Francesca
Fotografie: Bormetti, Francesca
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1n110-00072/
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