Chiesa di S. Pietro in Vallate (ex)
Cosio Valtellino (SO)
Indirizzo: Vallate, Cosio Valtellino (SO)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: Edificio in muratura di pietra, di cui restano l'abside semicircolare e la parete meridionale della navata principale. Sul lato nord rimane il massiccio campanile in pietra a pianta quadrata.
Epoca di costruzione: sec. XI
Descrizione
Della chiesa sussistono buona parte del muro perimetrale sud, il santuario maggiore absidato, e il campanile a nord sopra un santuario minore in origine absidato (dell'absidiola sussistono le due estremità). La parete sud della chiesa è in blocchi di pietra locale di misura e colorazione diversificate. Nella parte inferiore sono inseriti blocchi di grandi dimensioni. Poderosi sono quelli impiegati per gli stipiti e l'architrave del portale, dotato di soprastante archivolto che forma una lunetta e costituente l'accesso principale (laterale). Immediatamente sopra l'archivolto una monofora è disassata rispetto ad esso. L'abside è dotata di tre monofore e di un oculo (verso nord) ed è scompartita in campi verticali da semicolonnine interamente di restauro. Le tre semicolonne si interrompono sotto la cornice di archetti pensili come a Fontanella i (post 1080). Il motivo a "denti di lupo" (triangoli di laterizio) figura in doppia fila nell'abside, sotto gli archetti e sotto una fila di "denti di sega", che compaiono eccezionalmente anche nello zoccolo absidale. Ciò attesta fra l'altro l'emergenza visiva dei paramenti murari est e sud (come nel S. Fedelino di Samolaco) - quelli visibili dal chiostro - rispetto agli altri due (tuttavia il perimetrale ovest non esiste più, mentre quello settentrionale, esposto al dirupo e conservato in minima parte, appare tecnologicamente assai più scadente).
All'interno il santuario principale è coperto da due voltine a botte (di 160 e 80 cm) antistanti l'abside, la quale prospetta così a ovest con tre ghiere concentriche.
La più esterna di queste ha le estremità occultate dal perimetrale sud della chiesa e dal campanile. Ciò significa che la volta a botte maggiore ricade a nord dietro l'angolo del campanile, come in un'incavatura della parete, ed era contraffortata dall'absidiola minore. Al piano terra il campanile evidenzia quattro archi perimetrali (formerets) di una originaria volta a crociera. Simmetricamente all'arco aperto verso ovest, un arco trasversale orientale si sovrappone in modo poco "ortodosso" all'attacco sud dell'absidiola. Le due absidi erano di profondità diversa, a échelons, in modo tale che la minore corrispondeva alle due voltine a botte del santuario principale per contraffortarle.
Leggendo la parete esterna est del campanile, si ha la chiara impressione che in origine fosse previsto una specie di timpano dell'absidiola (con oculo centrale), poi inglobato nel muro della torre soprastante. Dunque l'absidiola preesisteva alla torre e questa vi si sovrappose pochissimo tempo dopo. Nella parete esterna sud del campanile vi è la metà destra di una ghiera d'arco falcata, in origine ricadente su qualcosa di simile a un pilastro (o semi-pilastro) in pietra. Essa è stata variamente interpretata, ma è probabile che indichi un originario progetto di chiesa a due navate e due absidi, forse cambiato in corso d'opera con la sovrapposizione della torre (Piva 1998). La distanza di 7 m fra il punto ovest di ricaduta del grande arco e il perimetrale occidentale consentirebbe due campate più strette. La grande arcata individuava evidentemente il coro monastico, mentre la campate minori occidentali erano la "navata" liturgicamente intesa. La tipologia a due navate è inusuale in contesto cluniacense, ma non in area comasca e più in generale italiana.
Notizie storiche
Nel marzo 1078 i coniugi Otto e Boniza dell'Isola Comacina donano a Cluny nove possessi "infra territorium villarum que nominantur Cose et Roboredum": il primo di essi è un campo, castagneto, prato e bosco "ubi edificium est inceptum in honore sanctorum apostolorum Petri et Pauli et sancti Maioli, et ad opus ecclesie Cluniensis, et hec petia posita est in monte de Cose, et nominatur Valaris" (Bruehl 3519, p.642). Si ritiene generalmente che Vallate fosse in origine un priorato autonomo, ma è invece da accogliere l'isolata ma plausibile proposta di Cortinovis di identificare Vallate con il Vultulina che figura fra le obbedienze di Pontida nel 1095 (Cortinovis 1978; Spinelli 1981). Nell'atto del 1078 è specificato infatti che i possessi donati si trovano "in valle que nominatur Vallis Telina". È invece del tutto logico che nel 1078 l'abate di Cluny affidasse la costruzione e la custodia del nuovo monastero a Pontida, per quanto di recentissima fondazione (1076), essendo il priorato più vicino. Ciò non toglie che dopo il 1095 (o più probabilmente dopo il 1125, non essendo citato tra i priorati nella bolla di Onorio II a Cluny) Vallate si svincolasse da Pontida, cui non era più soggetto nel 1186 (Spinelli 1981). Nella mancanza di documentazione, è solo certo che fosse un priorato nel 1204, quando sono citati separatamente i priori di Piona e di Vallate (Giussani 1916), e anche che fosse diventato grangia di Piona già nel 1336 (Marcora 1972).
Uso attuale: intero bene: non utilizzato
Uso storico: intero bene: chiesa
Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale
Accessibilità: Sempre aperto, non c'è recinzione. Raggiungibile a piedi lungo mulattiera acciottolata.
Credits
Compilazione: Natoli, M.V. (2001)
Aggiornamento: Ribaudo, Robert (2013); Ballarino, Elena (2014)
Descrizione e notizie storiche: Piva, Paolo
Fotografie: Ballarino, Elena; BAMS photo Rodella/ Jaca Book
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1n120-00011/
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