Chiesa di S. Salvatore
Capo di Ponte (BS)
Indirizzo: Via F. Rizzi (Fuori dal centro abitato, isolato) - Le Tese, Capo di Ponte (BS)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: Edificata interamente con blocchi di pietra squadrata, rappresenta un esempio italiano delle caratteristiche tipiche dell'architettura romanica in Borgogna (Francia), utilizzata solitamente per la costruzione delle aggregazioni cluniacensi. Presenta una volumetria articolata ed è costituita dalla compattezza e dall'equilibrio di forme alquanto severe e massicce. L'interno della chiesa è a tre navate coperte da volte a crociera. Massicce colonne delimitano la navata maggiore, decorate con capitelli con incisioni di figure tipiche dell'immaginario medievale. L'intersezione del transetto con la navata centrale è caratterizzato dalla presenza di quattro pilastri quadrangolari che sostengono il tozzo tiburio ottagonale, al di sotto del quale si trova il presbiterio. Sul lato orientale della chiesa sono disposte tre absidi semicircolari che si appoggiano sulla roccia. La facciata è articolata da motivi floreali e dal portale sormontato da un arco a tutto sesto
Epoca di costruzione: sec. XII - sec. XXI
Descrizione
L'edificio consta di tre navate di tre campate ciascuna, di un transetto non sporgente con torre sottocupolata d'incrocio (che nulla ha a che vedere col tiburio lombardo, come ha fatto notare Autenrieth), e di un santuario tripartito a collaterali comunicanti (di una campata) secondo la formula del plan bénédictin. Le tre absidi orientate non possono essere considerate échelonnées come a Vertemate, essendo la centrale di poco più profonda delle laterali, che non hanno campatelle interposte. Dotate di monofore, esse sono esternamente decorate di semicolonne che partono da un alto zoccolo e spartiscono gli archetti pensili in ritmo binario. Gli archetti "lombardi" sono sostituiti nel resto della chiesa dalle cornici a beccatelli di origine borgognona (Autenrieth 1981, p. 145). Il transetto è alto come la navata centrale e la cappella absidale centrale, determinando così una forma a croce in alzato. I suoi bracci sono coperti con volte a crociera (come l'intero edificio) e sono separati dall'incrocio (con cui pure comunicano mediante arcate) da pareti che hanno lo scopo di rinforzare le strutture di sostegno del sistema cupola/torre. Si determina così una doppia arcata sovrapposta su ogni fianco dell'incrocio: la più bassa è aperta, la più alta (sottostante le trombe della cupola) cieca, come accade contemporaneamente o poco tempo dopo nella S. Maria di S. Benedetto Polirone. Questa formula determina un transetto a bracci separati, che Autenrieth ha puntualmente collegato a precedenti esempi francesi, anche per le aperture ricavate nelle pareti di separazione (Autenrieth 1981, pp. 144-147): Perrecy-les-Forges, Chapaize, Glaine-Montaigut, Ebreuil e le chiese dell'Alvernia, cui si potrebbe aggiungere Saint-Martin d'Angers.
La cupola ottagonale (a padiglione) su base rettangolare oblunga è sorretta da quattro pilastri quadrangolari e ha aperture a scopo di manutenzione dei sottotetti alla base. L'apertura verso occidente è fra le prove esposte da Autenrieth per dimostrare che le volte della navata centrale sono originarie. La torretta ottagonale d'incrocio era preceduta da quelle cluniacensi (scomparse) di S. Paolo d'Argon e Vertemate, pressoché coeve alla comparsa della torre ottagonale in Francia alla fine dell'xi secolo o verso il 1100. Le navate, di tre campate ciascuna, sono separate da archi retti da colonne monolitiche (con capitelli scolpiti), come nella più tarda Fontanella II. Tutta la chiesa è coperta da volte a crociera: le tre della navata centrale sono rettangolari oblunghe e sono separate da archi trasversali ribassati e falcati ricadenti su semplici mensole; simile è la volta del santuario. Sia Porter che Panazza consideravano aggiunte le volte della navata centrale, ma Autenrieth (1981), avendo condotto verifiche nel sottotetto, le ha dimostrate di prima fase con dodici prove. Fra queste ha segnalato "un sistema nascosto per la puntellatura laterale che consta degli archi trasversali delle navatelle, legati al clearstory con corti muri rampanti sotto i tetti [come in S. Ambrogio a Milano]. La spinta laterale prosegue poi nei contrafforti delle navatelle che sono molto robusti". Le mensole degli archi trasversali della navata centrale penetrano probabilmente in tutto lo spessore del muro e raggiungono i muri rampanti sopra le volte delle navatelle.
Notizie storiche
Non conosciamo l'origine del monastero, che figura per la prima volta in una bolla papale del 1095 come S. Salvatore de valle Camonicha tra le obbedienze di S. Paolo d'Argon. A una quasi totale mancanza di documentazione fa riscontro la conservazione pressoché integrale della chiesa, che non è tuttavia quella di prima fase. In un saggio magistrale sul S. Salvatore (1981) H.-P. Autenrieth ha infatti datato l'edificio al 1110-1120 (cfr. già Panazza 1942, p. 91). Pertanto esisteva una costruzione più piccola quando Capodiponte dipendeva da Argon, e la chiesa attuale può essere la conseguenza della costituzione del priorato autonomo. M.L. Gatti Perer ha giustamente ritenuto che Capodiponte fosse già priorato nel 1120 (Gatti Perer 1978, p. 131), non essendo più incluso fra le dipendenze di Argon in un privilegio di Callisto II (Spinelli 1981, p. 507), anche se gli argomenti e silentio non sono risolutivi.
Autenrieth non dubita di un legame con la Borgogna, in linea con le opinioni già espresse da Puig i Cadafalch, Panazza e Arslan, è nelle formulazioni del transetto non sporgente e internamente separato, della torre ottagonale sottocupolata su base oblunga, e del triplice santuario a cappelle comunicanti. Le due chiese cluniacensi più "imparentate" sono da lui ritenute quelle di Saint-Laurent-en-Brionnais e di Jailly (Nivernais). La planimetria della chiesa di S. Paolo d'Argon conservata nell'Archivio di Stato di Brescia consente la supposizione che Capodiponte (dipendente da Argon ancora nel 1095) abbia considerato il "modello" di quest'ultimo, almeno per quanto riguarda il transetto alto con bracci voltati a crociera, l'incrocio oblungo (forse "separato") con torre ottagona sottocupolata, e la tipologia delle absidi non échelonnées. S. Salvatore appartiene comunque al gruppo dei priorati minori, la cui chiesa si aggira intorno ai 20 m di lunghezza (Vallate, Provaglio, Arlate) invece dei 30 dei priorati maggiori. Le dimensioni di Capodiponte sono di circa 19 x 11 m, con una larghezza della navata centrale di 4,55 m che rendeva facile la copertura voltata (Autenrieth 1981, p. 129).
Uso attuale: intero bene: chiesa
Uso storico: intero bene: chiesa
Condizione giuridica: proprietà privata
Accessibilità: Su appuntamento: Pro Loco Capo di Ponte telefono 0364/42080
Riferimenti bibliografici
Bonomelli V., La Valle Camonica della Controriforma nelle visite del Vescovo Bollani, Breno 1978
Canevali F., Elenco degli edifici monumentali, opere d'arte e ricordi storici esistenti nella Valle Camonica, Milano 1912
Murachelli F., Cemmo, Storia di una Pieve camuna, Esine 1978
Panazza G., "L'arte medioevale nel territorio bresciano", Ateneo di Brescia. Raccolta di Studi storici bresciani, Bergamo 1942
Credits
Compilazione: Fossati, A. (2000); Marino, Nadia (2000); Vergani, Cristina (2000)
Aggiornamento: Ribaudo, Robert (2013); Morandini, Lucia (2014)
Descrizione e notizie storiche: Piva, Paolo
Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book; Morandini, Lucia
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1r010-00001/
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