Compreso in: Chiesa della SS. Trinità - complesso, Esine (BS)
Chiesa della SS. Trinità - complesso
Esine (BS)
Indirizzo: Via Castello, 0(P) - Esine (BS)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: Sorge sulla collina che sovrasta l'abitato, sulle mura di un antico castello. La maestosa facciata della chiesa presenta un campaniletto a vela sulla sommità, decorato alle estremità da due pinnacoli piramidali. Nel centro della stessa si più ancora notare la presenza di un'antica finestra oggi murata. Il portale d'ingresso è invece ad arco a tutto sesto. L'angolo nord presenta ancora delle tracce architettoniche del XII secolo.
Epoca di costruzione: primo quarto sec. XII
Comprende
- Chiesa della SS. Trinità, Esine (BS)
- cappella di S.Rocco, Esine (BS)
- Sacrestia della Chiesa della SS. Trinità, Esine (BS)
Descrizione
La chiesa, dall'origine enigmatica, era nella prima fase un'aula semplice voltata e absidata. L'abside primitiva è stata sostituita nel xv secolo da una cappella a terminazione poligonale. Sopravvive invece l'originaria copertura a volte dell'unica navata: tre volte a crociera (la prima "corretta" a botte in seguito a rimaneggiamenti trecenteschi), che scaricano lateralmente su paraste con dosserets, apparentemente legati ai muri perimetrali, e su archi incastrati.
Sul fianco nord resta il coronamento ad archetti pensili e una monofora strombata; sul fianco sud, tracce della monofora a est e l'intera monofora a ovest (una terza centrale fu forse abolita da un finestrone moderno). La muratura è in conci di pietra locale, non ben squadrati, a corsi orizzontali. La terza campata è affiancata a nord da una piccola costruzione, di cui si legge all'esterno il doppio spiovente originario di copertura e che, all'interno, è strutturato con unica colonna centrale su cui scaricano quattro voltine a crociera, sorrette da archi perimetrali e trasversali. La forma degli archi perimetrali e degli archi trasversali falcati fa credere che l'ambiente sia coevo alla prima fase della chiesa. Probabilmente si trattava di una sacrestia (ricorda un vano più grande, ma analogamente strutturato, a nord della chiesa di S. Zeno a Verona). Alla terza campata è pertinente anche un portale arcuato in pietra scura, ricavato in rottura nel muro perimetrale sud.
In una seconda fase alla chiesa fu aggiunto un corpo occidentale (atrio).
Come conferma A. Breda, "il rapporto è ben evidente sul fianco sud della chiesa, dove le malte originali del paramento del corpo aggiunto si "schiacciano" contro i conci del cantonale S-W della facciata antica". Sul fianco sud dell'atrio una monofora strombata non è molto più alta di quella vicina della navata e neppure molto diversa (hanno un elemento orizzontale sotto l'archetto, come quella del fianco nord della navata). Ciò fa pensare a una breve distanza cronologica, ma sembra alludere anche all'esistenza originaria di un piano alto del corpo occidentale. L'atrio stesso era aperto con archi probabilmente su tre lati: l'arco sud (largo 2,55 m) è ancora esistente anche se occluso, dell'arco ovest (largo 2 m) restano tracce sicure nonostante venisse in seguito sostituito da un portale; l'arco nord scomparve con la costruzione nel xv secolo della cappella di S. Rocco (che in origine era una sorta di loggia aperta sui lati ovest e nord). Il piano terra del corpo occidentale è coperto da una grande e bassa volta a crociera (romanica?), appoggiata su archi perimetrali romanici (che attestano comunque una volta originaria). Il piano alto appare invece ricostruito. Dovrebbero corrispondere a interventi del xv secolo le due volte a crociera del piano alto, il portale del fianco nord (che immette al piano superiore grazie a una scala lapidea), il finestrone alto di facciata, ora tamponato e disassato rispetto al portale attuale e all'arco originario.
Notizie storiche
Secondo Autenrieth (1981) la navata centrale a volta, anche se di larghezza ridotta (poco più di 5 m), seguirebbe a quella di Capodiponte (1110-1120) e sarebbe databile verso la metà del XII secolo. Panazza (1942) aveva inizialmente pensato agli anni 1120-1130, propendendo in seguito per la metà circa del XII secolo (1963).
Il corpo occidentale fu forse costruito prima che la chiesa divenisse battesimale, visto che Panazza (1942) ritiene che la vasca battesimale (scavata in un masso di pietra e collocata nell'angolo sud-ovest del piano terra dell'atrio), probabilmente già in opera prima del 1150 sulla base di un documento, sia stata inserita in rottura di muro. L'atrio potrebbe essere dunque del periodo 1135-1145 circa, e la chiesa del 1120-1135 circa (secondo la prima datazione di Panazza). Il piano alto è da lui ritenuto un coro per il clero, ma anche in questo caso non vi è certezza, mancando la struttura originaria. Anche la tecnica costruttiva degli archi un tempo aperti sui lati del corpo ovest induce una cronologia di XII secolo inoltrato. Andrebbe comunque presa in considerazione la possibilità che, in una prima fase, il piano terra dell'atrio (Westbau) fosse aperto solo su tre lati, mentre il portale originario continuasse a chiudere l'accesso verso la navata della chiesa. Forse al momento dell'inclusione della vasca battesimale sarebbero stati tamponati gli archi dei tre lati, spostando il portale sul lato ovest (nuova facciata). In questo modo l'atrio del Westbau sarebbe divenuto un battistero chiuso all'esterno ma comunicante con la navata. È invece incerta l'epoca di abolizione del vecchio portale di facciata, che ora risulta sostituito da un arco forse trecentesco. Dal punto di vista funzionale questa antéglise sembra richiamare le cappelle autonome a due piani, in molti esempi delle quali il piano inferiore era un'aula di culto plebana o battesimale mentre il piano alto era riservato al signore laico o al vescovo (come il battistero di Galliano, S. Michele a Como, S. Claudio al Chienti nelle Marche). Non si può però dimenticare che nell'XI-XII secolo Brescia aveva prodotto almeno due esempi di tour-porche vescovile: quello della rotonda di S. Maria presso la cattedrale e quello di S. Andrea a Iseo. L'aggiunta di un corpo occidentale rammenta inoltre la chiesa di S. Salvatore a Barzanò (Brianza), dove si riscontra tuttavia un solo piano. Qui l'aggiunta connotò forse il passaggio da chiesa castrense a chiesa battesimale. Esistono anche analogie con il massif occidental di S. Vincenzo a Pombia (Novara), ove il piano terra è aperto con archi e il piano alto è una cappella dipinta. Dato che sarebbe attestato un altare di S. Michele ancora nel xvi secolo (Esine 2000), non è escluso che fosse ospitato in origine nella cappella superiore, allora dedicata all'arcangelo secondo una tradizione ben nota.
Uso attuale: intero bene: chiesa
Uso storico: intero bene: complesso ecclesiale
Condizione giuridica: proprietà Ente ecclesiastico
Riferimenti bibliografici
AA.VV., La SS. Trinità di Esine, El Carobe, Voce della comunità parrocchiale di Esine, 1970
Lechi F., Le dimore bresciane, , pp. 100, s.
Panazza G., L'arte medievale nel territorio bresciano, Bergamo 1942
Credits
Compilazione: Bersani, G. (2000); Castagna, M. (2000); Catalano, M. (2000); Fossati, A. (2000); Marino, N. (2000); Vergani, Cristina (2000)
Aggiornamento: Ribaudo, Robert (2013)
Descrizione e notizie storiche: Piva, Paolo
Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1r020-00017/
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