Compreso in: Villa Gaia - complesso, Robecco sul Naviglio (MI)
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Villa Gaia - complesso
Robecco sul Naviglio (MI)
Indirizzo: Naviglio Grande (Nel centro abitato, in posizione dominante) - Robecco sul Naviglio, Robecco sul Naviglio (MI)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: villa
Configurazione strutturale: Il complesso è costituito dall'edificio principale, d'impianto irregolare organizzato intorno a tre cortili e frutto di trasformazioni avvenute nel tempo, da un corpo rustico su due piani collocato parallelamente al naviglio nel giardino al confine con il parco di villa Gromo di Ternengo, e dall'imbarcadero settecentesco costituito da una scala a gradini curvi con balaustra in ferro battuto e pietra molera. Il complesso mostra caratteri che vanno dall'architettura quattrocentesca fino a quella neoclassica, visibile sia nelle strutture murarie che nelle decorazioni. Le strutture verticali sono in muratura a tessitura omogenea in mattoni pieni intonacati nella parte verso il naviglio. Gli orizzontamenti sono costituiti da solai lignei a orditura doppia su parte dei quali nel Settecento sono stati appese volte in cannucce intonacate e dipinte. La copertura è a padiglione con capriate lignee asimmetriche e travi su muri. Il manto di copertura è in coppi di laterizio
Epoca di costruzione: fine sec. XV - ante 1760
Descrizione
Di fronte a Villa Archinto, Villa Gaia è probabilmente la più antica villa edificata sulle sponde del naviglio Grande e tra le prime con caratteri villerecci di tutta la Lombardia, già nota intorno alla metà del '400 per le feste che vi venivano allestite, da cui il nome "Gaia".
La villa è un tipico esempio dell'uso di riadattare gli edifici villerecci assecondando il gusto corrente, portando a complesse stratificazioni storiche, che vanno dall'architettura quattrocentesca fino a quella neoclassica, e spesso alla perdita dei caratteri originali.
Edificata verosimilmente sui resti di una struttura castellana, ne mantiene l'impianto quadrangolare organizzato intorno a tre cortili comunicanti, con asse principale ortogonale al naviglio. Conserva in forme cinquecentesche la facciata su strada, con portale bugnato con lo stemma dei Visconti Borromeo e inserti di archi e finestre ora murati, e il cortile maggiore porticato e affrescato con grottesche.
La villa verrà rielaborata nel '700, con il rifacimento della facciata sul naviglio, originariamente a loggiato, la creazione della balaustra e dell'imbarcadero e, in epoca neoclassica, con esedra d'ingresso e apparati decorativi attribuiti all'Appiani.
La facciata verso il naviglio presenta decori che richiamano illusorie cornici a finestre e porte, mentre tre balconcini in ferro battuto inquadrano l'ordine superiore.
Anche il lato sul giardino è di gusto tipicamente settecentesco, con finte cornici dipinte alle finestre.
A destra del portone d'entrata si trova la cappella. Imponente lo scalone d'onore settecentesco, posto sulla destra del primo cortile, originariamente rampa per i cavalli.
Il cortile principale è un raro esempio rinascimentale con portico su tre lati e pareti affrescate con figure di guerrieri e stemmi raffiguranti animali acquatici.
Gli ambienti interni hanno arredi e decori dal Rinascimento al '700, con preziosi affreschi di scuola milanese, stanze barocche, neoclassiche e primo impero. Tra le altre sale meritano menzione quella con decori in grisaille attribuiti ad Andrea Appiani e lo studio in stile barocchetto.
Prospettico alla facciata interna, è un esteso parco con due viali laterali, alberati e ornati da antiche statue.
Notizie storiche
Di origine tardo medioevale, pare addirittura che costituisse il Castello di Robecco, del quale non si hanno resti certi. Fu il capostipite della famiglia Borromeo, Vitaliano, ad acquistare settanta pertiche di terra e vigneti a Robecco dal nobile Sperone di Pietrasanta e probabilmente fu lui a costruire la villa tra la fine del XV sec. e gli inizi del XVI.
La proprietà passò quindi al nobile Filippo Borromeo, consorte di Francesca Visconti, fino a quando, nella seconda metà del '500, Giovanni Borromeo, lasciò in eredità la Villa al nipote Ludovico Visconti, con l'obbligo ai discendenti di assumere il cognome Borromeo.
L'edificio fu rimaneggiato e decorato nel '500 come testimonia lo stemma dei Visconti Borromeo sul portale d'ingresso.
Nella seconda metà del '600 furono eseguite le decorazioni nei saloni e all'esterno vennero ricoperte le precedenti decorazioni cinquecentesche.
La Villa passò quindi in eredità ai Biglia, mecenati di Andrea Appiani, e successivamente ai Confalonieri.
Dopo la metà del sec. XVIII, a destra del portone d'ingresso, venne costruita la cappella in stile neoclassico dedicata all'Immacolata.
Nel 1755 Anna Teresa Biglia sposò il conte Eugenio Confalonieri, determinando il nuovo appellativo di Villa Borromeo Visconti Biglia Confalonieri.
Nel 1760 venne trasformato lo scalone, in origine una rampa per cavalli, fino a raggiungere le forme attuali di scalone d'onore.
Nel 1876 il nipote del conte Eugenio, Luigi, la villa fu venduta ai Garbini e verso la metà del XX sec., divenne proprietà Gandini, alla cui famiglia appartiene tuttora.
Il restauro degli anni Sessanta del '900, seguito dall'arch. Gandini, ha portato alla luce la decorazione cinquecentesca nel cortile principale, che presenta riquadri contenenti grottesche, con spirali di fiori stilizzati, animali e figure mitologiche.
Gli stessi restauri portarono al ritrovamento di tracce di finestre a sesto acuto sotto l'intonaco e a datare la costruzione della villa all'epoca medievale.
Oggi, Villa Gaia è prestigiosa location per eventi culturali, matrimoni, esposizioni, mostre, workshop, meeting, convention, set cinematografici, televisivi e pubblicitari.
Uso attuale: intero bene: abitazione
Uso storico: intero bene: abitazione signorile
Condizione giuridica: proprietà privata
Riferimenti bibliografici
Perogalli C./ Favole P., Ville dei Navigli lombardi, Milano 1967
Comincini M., Il Naviglio Grande, Abbiategrasso 1981
Beni architettonici ed ambientali della provincia di Milano, Milano 1985, p. 66
Binaghi Olivari M.T./ Süss F./ Bagatti Valsecchi P.F., Le ville del territorio milanese, Milano 1989
Comincini M./ Colombo A., Robecco sul Naviglio. Dal Medioevo all'età contemporanea, Abbiategrasso 1994
Kluzer A./ Comincini M., Ville del Naviglio Grande, Abbiategrasso 1997
Credits
Compilazione: Bersani, Gabriele (2001); Castagna, Maria (2001); Marino, Nadia (2001); Savastano, Sara (2001); Troncatti, Viviana (2001); Vergani, Cristina (2001)
Aggiornamento: Bianchini, Fabio (2015)
Descrizione e notizie storiche: Bianchini, Fabio
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/2f010-00169/
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