Compreso in: Abbazia di S. Nicola, Rodengo-Saiano (BS)
Abbazia di S. Nicola
Rodengo-Saiano (BS)
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Indirizzo: Via Brescia, 83 (Fuori dal centro abitato, distinguibile dal contesto) - Rodengo-Saiano (BS)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: monastero
Configurazione strutturale: L'Abbazia di S. Nicola è un complesso suddiviso in chiesa, chiostro piccolo, chiostro grande, chiostro della cisterna, convento e magazzini e depositi. Il complesso ha forma articolata; attorno ai tre chiostri si sviluppa il convento e lungo un fianco di quest'ultimo la chiesa, numerosi rustici e depositi. Le murature sono in pietra così come le volte, i pavimenti sono in cotto mentre la copertura a tetto semplice e a padiglione ha manto in coppi
Epoca di costruzione: sec. XV - sec. XVIII
Autori: Ferramola, Floriano, decorazione; Bonvicino, Alessandro detto il Moretto, decorazione; Romani, Girolamo detto il Romanino, decorazione; Rocchi, Cristoforo, decorazione; Gambara, Lattanzio, decorazione; Sassi, Giovan Battista, decorazione; Castellini, Giuseppe, decorazione
Descrizione
Il complesso abbaziale è facilmente individuabile nel territorio di Rodengo Saiano per la posizione isolata nella pianura, per la notevole dimensione e per l'alto campanile, che è un elemento di riferimento anche in lontananza. Il monastero comprende la chiesa di S. Nicola, tre chiostri, l'area conventuale, diversi magazzini e depositi. La facciata principale della chiesa si affaccia sull'ampio sagrato con una conformazione a capanna affiancata da alte lesene, con protiro sorretto da due slanciate colonne con capitelli compositi di gusto rinascimentale, come il portale in pietra simona architravato e scolpito finemente. L'interno, con navata centrale e una navata laterale nel lato settentrionale, mostra gli affreschi del 1720 dipinti dai quadraturisti Castellini, Lecchi e da Giambattista Sassi, ma conserva anche la pala di Cossali del 1608 raffigurante le Nozze di Cana e il coro a tarsie prospettiche realizzato nel 1480 da Cristoforo Rocchi. Sull'intero perimetro della chiesa, nel sottogronda, sono visibili gli archetti pensili in laterizio, materiale di rifinitura che ritroviamo nelle parti quattrocentesche del complesso, come nel chiostro più antico inserito nell'area sud. Il chiostro della cisterna, con le eleganti colonne binate, e il chiostro grande rappresentano appieno il linguaggio rinascimentale nel perfetto equilibrio compositivo. Pregevole l'aula capitolare con il Cristo Risorto dipinto da Pietro Marone nel 1599. L'antirefettorio, decorato da raffinati stucchi e affrescato da Lattanzio Gambara nel 1561, collega ai chiostri, al refettorio, allo scalone di accesso al piano primo dove, su un corridoio lungo centosei metri e illuminato da una grande trifora, si affacciano le celle dei monaci. Il refettorio mostra nella parete di fondo una Crocifissione quattrocentesca attribuita a Floriano Ferramola.
Notizie storiche
La grande abbazia di S. Nicola a Rodengo Saiano è stata fondata dai monaci cluniacensi attorno alla metà dell'XI secolo sui resti di un quadrivio romano. In questo contesto viene attuata la bonifica agraria dell'intera zona e viene istituita una "Corte Franca" esente da ogni autorità. Inizialmente il priorato viene intitolato a S. Pietro e poi a S. Nicola di Bari. Nel 1446 il complesso viene affidato, da papa Eugenio IV, alla congregazione monastica degli Olivetani, che riedificano la chiesa e le strutture architettoniche annesse. Nel 1543 l'area conventuale diventa abbazia e viene ristrutturata secondo il gusto rinascimentale con la realizzazione del chiostro grande e la sistemazione del chiostro della cisterna. Il completamento dell'intero complesso si protrae per circa tre secoli durante i quali viene portata a compimento una delle strutture abbaziali più importanti, dal punto di vista architettonico, artistico e culturale di tutta l'Italia settentrionale. Nelle diverse strutture sono conservate opere di Romanino, Moretto, Lattanzio Gambara, Pietro Marone, Grazio Cossali, Gian Giacomo Barbelli, Giambattista Sassi e dell'intagliatore Cristoforo Rocchi. Nel 1797 l'intero complesso viene soppresso dai napoleonici e i suoi beni vengono destinati agli Ospedali Civili di Brescia, in seguito viene occupato più volte a scopo militare. Nel 1969, per volontà del papa bresciano Paolo VI, gli Olivetani ritornano nell'abbazia e iniziano il recupero di tutte le strutture riportando il bene alla funzione originaria.
Uso attuale: chiesa: chiesa; chiostro della cisterna: chiostro; chiostro grande: chiostro; chiostro piccolo: chiostro; convento: convento; magazzini e depositi: magazzino
Uso storico: chiesa: chiesa; chiostro della cisterna: chiostro; chiostro grande: chiostro; chiostro piccolo: chiostro; convento: convento; magazzini e depositi: magazzino
Condizione giuridica: proprietà Stato
Accessibilità: mattina 9.00-11.45
pomeriggio 15.00-18.00
Riferimenti bibliografici
Sabatti C.Spinelli G./Begni Redona P.V./Prestini R., San Nicolò di Rodengo un monastero di Franciacorta tra Cluny e Monte Oliveto, Brescia 2002
Anelli L., San Nicola di Rodengo. La chiesa dell'abazia, Brescia 1987
Credits
Compilazione: Trombini, Lara (2014)
Aggiornamento: ()
Descrizione e notizie storiche: Trombini, Lara
Fotografie: Trombini, Lara
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/2k070-00007/
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