Compreso in: Isolato tra Piazza Velasca, Via Albricci e Via Paolo da Cannobio - complesso, Milano (MI)
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Palazzo Piazza Velasca 4
Milano (MI)
Indirizzo: Piazza Velasca, 4 (Nel centro abitato, integrato con altri edifici) - Milano (MI)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: palazzo
Configurazione strutturale: Edificio con pianta trapezoidale, su griglia di pilastri in calcestruzzo armato e muri di tamponamento in laterizio; solai in latero cemento; copertura piana.
Epoca di costruzione: 1947 - 1952
Autori: Asnago, Mario, progetto; Vender, Claudio, progetto
Descrizione
L'edificio fronteggia la torre Velasca, su un lotto pentagonale dell'isolato. La volumetria è pari a 16.300 mc, distribuita su nove piani fuori terra, ai quali si aggiungono due livelli interrati; al piano terreno si trovano alcuni negozi, uffici tra il primo ed il quarto piano, abitazioni agli ultimi tre livelli, compreso l'alloggio arretrato a livello della terrazza in copertura.
Costruito in muratura su scheletro portante in cemento armato, ha copertura a terrazza. L'area coperta è pari a 700 mq.
Diversamente dai vicini palazzi di via Albricci, la soluzione adottata per le vetrine dei negozi sviluppa in facciata tagli orizzontali, scelta sottolineata dalla finestratura a nastro al piano ammezzato, attraverso la quale è resa visibile la griglia dei pilastri.
Il prospetto principale è caratterizzato dalla divisione in due parti distinte, non solo per il diverso materiale di rivestimento utilizzato - lastre di granito rosa di Baveno ai quattro piani inferiori, mentre la restante superficie è ricoperta con una tessitura di mattonelle litoceramiche di colore marrone tenue - ma anche dalla maggiore ampiezza delle finestre, non sempre coincidente con la destinazione d'uso e la distribuzione interna dello spazio.
La difformità dimensionale delle fasce che suddividono la facciata ricorda analoghe contemporanee soluzioni progettuali dei due architetti, come il coronamento della casa di piazza Sant'Ambrogio, il primo progetto per via Lanzone e la loggia della palazzina di piazza Bernini a Torino.
Dettagli significativi dell'ordine continuamente contraddetto si colgono, ad esempio, tra le finestre, sempre allineate a bandiera sul lato sinistro ma, virtualmente, ricondotte ad una regola di simmetria, laddove il montante asimmetrico delle finestre rettangolari dei piani alti coincide con l'asse dell'unica anta a bilico delle finestre quadrate dei piani inferiori.
L'ingresso spostato rispetto all'asse centrale conferma il modello compositivo delle contemporanee e vicine realizzazioni dell'isolato; al fondo dell'ampio androne rettangolare si accede all'atrio dove sono collocate due scale simmetricamente opposte. Degne di particolare attenzione, si distinguono per l'effetto di leggerezza che generano, grazie all'impianto strutturale che libera le rampe, al rivestimento in marmo bianco, ai parapetti in vetro su intelaiatura metallica.
Anche la luce naturale concorre alla positiva connotazione dello spazio, filtrando abbondante dalle alte specchiature in vetrocemento.
Sul cortile interno è di rilievo la scala di sicurezza, addossata ad una parete ed emergente entro una gabbia curvilinea di metallo e vetro.
Notizie storiche
Terzo dei quattro edifici, compresi al vertice dell'isolato - tra le vie Paolo da Cannobio, Albricci, piazza Velasca e corso di Porta Romana - progettati da Asnago e Vender su incarico di Ferdinando Zanoletti, l'intervento è uno degli ultimi tasselli della complessa opera di ricostruzione plasmata lungo un arco di tempo che va dal 1939 (Palazzo Zanoletti, via Albricci 8) al 1953 (via Albricci 10).
I primi disegni sono elaborati nel 1947, sull'onda della ripresa edilizia del dopoguerra; il progetto per la realizzazione di una "casa di civile abitazione e uffici" è presentato in comune il 16 luglio 1947.
Dopo meno di tre mesi, questa prima istanza ottiene il nulla osta. Negli atti relativi all'area, di proprietà del commendatore Ferdinando Zanoletti, l'impresa edile di Giuseppe Poggi risulta esecutrice e proprietaria dell'erigenda costruzione.
Già nella prima stesura l'edificio adotta uno schema a due corpi doppi di diversa profondità connessi a "T" al vano delle scale e ascensore. A piano terra l'edificio si allarga ad occupare la quasi totalità del lotto di forma pentagonale.
La facciata su strada presenta agli ultimi due piani, sesto e settimo, logge con balconi aggettanti simili a quelle di via Euripide 9.
Nelle ipotesi successive sull'impianto generale dell'edificio non saranno apportate modifiche di particolare rilievo.
L'ultimo giorno dell'anno 1948 Asnago e Vender consegnano in Comune una variante del progetto; all'edificio è aggiunto un ulteriore livello, passando così da sette ad otto piani fuori terra. Nel 1949, il 19 gennaio, i due progettisti presentano una relazione al sindaco del Comune di Milano "riguardante la ricorrenza di gronda dei fabbricati compresi nell'isolato di via Generale Albricci e via Velasca". A tal proposito, assicurano che "quale quota terminale della costruzione sarà mantenuta la stessa quota del Palazzo Zanoletti" (al n° 8 di via Albricci). A dimostrazione dell'intento, è allegato uno schizzo che illustra i volumi previsti.
Piccole varianti interne al piano terra, ammezzato e sotterraneo sono contenute nel documento presentato al Comune il 26 maggio 1949; la modifica più significativa riguarda però la proposta di un nuovo appartamento alla quota della terrazza, all'ottavo piano. L'esame degli uffici competenti si conclude il 21 giugno 1949 con esito negativo, respingendo l'ipotesi di realizzare la nuova abitazione.
La nuova soluzione è approvata il 4 luglio 1952 ma le divergenze tra Comune e proprietà continueranno. L'edificio verrà realizzato all'ultimo piano in maniera difforme dal progetto approvato; ne testimonia ampiamente il verbale, datato 22 settembre 1952, compilato dal tecnico comunale, in occasione della terza visita. A questa data, l'edificio è costruito almeno al rustico. Le irregolarità riscontrate saranno definite e sanate solo molto più tardi; la licenza di occupazione dei locali è infatti rilasciata solo l'11 settembre 1964.
Uso attuale: intero bene: abitazione/ uffici
Uso storico: intero bene: abitazione/ uffici
Condizione giuridica: proprietà privata
Riferimenti bibliografici
Bottoni P., Antologia di edifici moderni in Milano, Milano 1954, pp. 58-59, 250, 256, 260
Grandi M./ Pracchi A., Milano. Guida all'architettura moderna, Bologna 1980, pp. 281, 311
Boriani M./ Morandi C./ Rossari A., Milano contemporanea. Itinerari di architettura e urbanistica, Milano 1986, pp. 194, 203
Consalez L./ Peirone S., Asnago e Vender. L'isolato di via Albricci a Milano, Firenze 1994, pp. 12, 16, 20-24, 32-33
Irace F., Milano Moderna. Architettura e città nell'epoca della ricostruzione, Moretti a Milano, Milano 1996, pp. 119-122, 127, 131-133
Cadeo F./ Lattuada M./ Zucchi C., Asnago e Vender. L'astrazione quotidiana, architetture e progetti 1925-1970, Milano 1999, pp. 108-111
Fonti e Documenti
Archivio Asnago-Vender, AV105, Edificio per abitazioni e uffici via Velasca 4, Milano 1947-1952; 1958
Archivio Civico del Comune di Milano
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Garnerone, Daniele (2005)
Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/3m080-00025/
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