Palazzo Civita

Milano (MI)

Indirizzo: Piazza Eleonora Duse, 2 (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Milano (MI)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: palazzo

Configurazione strutturale: Fu progettato in una complessa condizione planimetrica e si sviluppa su 8 piani fuori terra (nel corpo centrale) e presenta rivestimento in ceppo, travertino, pietra del Caradosso, finito con intonaco civile; negli intreni: fontana in marmo al centro del cortile maggiore, atrii con pavimento in marmo a disegno con lesene, cornici e finte quinte in materiale litoide pregiato. Si tratta di un'architettura caratterizzata da solennità non enfatizzata e da un senso di distaccata atemporalità. Edificio con pianta irregolare ad E costituito da corpi edilizi organizzati attorno a due cortili interni, con struttura portante a pilastri in cemento armato su fondazioni a plinto e murature d'ambito e partizione interna in laterizio forato, con copertura piana, in parte a terrazza.

Epoca di costruzione: 1932 - 1934

Autori: Zanini, Gigiotti, progetto

Descrizione

Percorsa la via Salvini, lasciando alle spalle l'arcone del palazzo di Portaluppi ed altri significativi edifici della città, si giunge nella contenuta e appartata piazza Eleonora Duse, definita all'intorno da palazzi dalle facciate a volte magniloquenti, a volte austere. Una di queste, appunto, subito a destra, corrisponde a Palazzo Civita, la cui mole si allunga anche su via Pietro Cossa. L'opera è fra le più note e impegnative dell'architetto e pittore trentino Gigiotti Zanini, figura di rilievo del "Novecento" milanese.
Il palazzo è impostato su una pianta un po' irregolare ma riconducibile ad una E condizionata dalla trama stradale; il corpo principale è attestato allo spazio pubblico con otto piani fuori terra, compreso il mezzanino, mentre all'interno del lotto si allungano tre corpi brevi che originano due cortili alquanto caratterizzati dai volumi che vi incombono. Il palazzo, espressione della maturità artistica dell'architetto, costituisce un innovativo esempio sul piano tipologico e del rigore dell'impianto. Il linguaggio classico, del resto caro a Zanini, raggiunge qui una rappresentazione alquanto pacata e stemperata nell'ordito geometrico e lineare delle partiture. La netta suddivisione orizzontale, originariamente in quattro campi, determinata dai marcapiano è mediata dall'andamento verticale delle fasce finestrate, con la trama determinata dall'accostamento cromatico di materiali diversi, dal granito al travertino, dal rosa al rosso mattone dell'intonaco.
Attraverso il massiccio portale d'ingresso ad arco aperto sulla piazza si passa nell'androne voltato a botte all'atrio principale, caratterizzato dal duplice disimpegno ai corpi scala, con rocchi di colonne in marmo, ricco di cornici, lesene e preziosi rivestimenti lapidei alle pareti. A pavimento, spiccano coppie di delfini e conchiglie a mosaico.
Non sono meno ricercate le soluzioni architettoniche nei due cortili, almeno rispetto ai canoni più consueti; accanto alla fontana mistilinea, evocazione dello spazio composto di una piazzetta interna, le fronti sono ugualmente ricercate nell'alto rivestimento di travertino, nei motivi delle cornici marcapiano, e nei volumi emicilindrici dei corpi scala alleggeriti dai tagli di luce verticali.

Notizie storiche

Nello spazio di piazza Eleonora Duse, poco discosta dai giardini di porta Venezia, si eleva l'imponente facciata del palazzo Civita, risultato di una più vasta sistemazione urbanistica dell'area anticamente struttura da caseggiati, orti e giardini di pertinenza.
Nel 1932 Carlo Civita, Amministratore della Società Anonima Immobiliare Luini di Civita e C., affida l'incarico della progettazione all'architetto Gigiotti Zanini, autore pochi anni prima di un notevole palazzo in via Pellegrino Rossi, ad Affori, nella cintura nord ovest. Il progetto di stabile di abitazione è inoltrato all'esame dei competenti uffici del Comune il giorno 15 luglio 1933.
L'anno seguente l'edificio è in costruzione e nel marzo 1934 è richiesta la visita tecnica al rustico. Le opere sono condotte con la Direzione dei lavori, così come indicato nella documentazione di progetto, di Marco Candiani, architetto ed ingegnere.
La vicenda costruttiva del palazzo passa anche attraverso le lagnanze e le ingiunzioni delle proprietà confinanti; in particolare, suscita parecchio scandalo la realizzazione delle serre all'ultimo piano, di fatto un nuovo piano in contrasto con il Regolamento Edilizio e "oltre i limiti dell'equo" nel rispetto delle altre proprietà. Le quali non assistono impassibili al procedere delle opere di costruzione e agiscono con risoluta decisione lasciando perentorie tracce nella documentazione di progetto: "se (come si legge nella reclame che ha inondato Milano) può esser un gentile pensiero (!!) quella della proprietà Luini di costruire la serra per offrire al 1° dell'anno le orchidee (!!!) alle gentili signore che andranno ad occupare il nuovo stabile, ciò non deve necessariamente deturpare il quartiere, né tanto meno arrecare danni alle proprietà confinanti". Così si legge nella lettera scritta il 22 giugno 1934 da Mina Gian Antonio nel ruolo di Amministratore Unico della Società Anonima Vasari, allocata di fronte al palazzo in costruzione, al 2 di via Cossa. Il piano a serre, del resto realizzato, è divenuto ben presto il sesto piano del palazzo, con la benedizione del Comune che quantunque aveva subordinato la concessione alle serre alla condizione che "per evitare in ogni futuro tempo la pretesa di trasformare dette serre in Piano stabile in dipendenza della già ammessa sopraelevazione del fabbricato per la porzione delle serre stesse, venga con atto notarile vincolata detta destinazione in modo che [...] il vincolo sia efficace anche nei riguardi dei subentranti nella proprietà...".

Uso attuale: intero bene: abitazione

Uso storico: intero bene: abitazione

Condizione giuridica: proprietà privata

Riferimenti bibliografici

Canella G./ Gregotti V., Edilizia Moderna, Il Novecento e l'Architettura, Milano 1963, n. 81

Grandi M./ Pracchi A., Milano. Guida all'architettura moderna, L'architettura del Novecento, Bologna 1980, p. 159

Domus, Milano 1982, n. 624

Guida d'Italia del Touring club italiano. Milano, Milano 1985, p. 319

Ciucci G./ Dal Co F., Architettura italiana del Novecento, Milano 1990

Burg A., Novecento Milanese, Milano 1991

Gigiotti Zanini pittore e architetto, Milano 1992

Gramigna G./ Mazza S., Milano. Un secolo di architettura milanese dal Cordusio alla Bicocca, Milano 2001, p. 148

Fonti e Documenti

Archivio Civico Milano, Edilizia privata, atti n° 217487/1935

Percorsi tematici:

Collegamenti

Credits

Compilazione: Garnerone, Daniele (2007)

Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele

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