Palazzo Argentina

Milano (MI)

Indirizzo: Corso Buenos Aires, 36 (Nel centro abitato, isolato) - Milano (MI)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: palazzo

Configurazione strutturale: Edificio con pianta a forma rettangolare, costituito da una piastra di base e da una torre, con struttura portante a pilastri in cemento armato su fondazioni a plinto e murature di chiusura e partizione interna in laterizio forato, copertura a tetto a padiglione.

Epoca di costruzione: 1946 - 1951

Autori: Bottoni, Piero, progetto; Pucci, Piero, progetto; Ulrich, Guglielmo, progetto; Cavallè, Mario, progetto: del cinematografo

Descrizione

Tra le opere più rilevanti dell'immediato dopoguerra a Milano, il palazzo progettato da Piero Bottoni in collaborazione con Guglielmo Ulrich e costruito dall'Impresa dell'ingegnere Sante Comolli, direttore dei lavori nell'arco di due anni, desta grande interesse ed ammirazione.
Collocato lungo il corso Buenos Aires, l'edificio occupa per intero l'isolato tra via Redi, via Masera e via Broggi, con l'affaccio principale sul corso, tracciato storico di penetrazione sino al centro della città ed asse commerciale per eccellenza, strutturato da una cortina edilizia continua elevata prevalentemente su cinque e sei piani.
E' costituito da un fabbricato di base, con due livelli interrati e tre piani fuori terra, di 40 metri di lato, diviso da una galleria pedonale coperta che separa il volume del cinematografo dal corpo destinato ad abitazioni, una torre di undici piani ortogonale al corso. Negozi ed attività commerciali sono organizzate nella piastra di base che ospita il salone del cinema verso via Redi, sostituito al grande magazzino commerciale previsto in origine.
La composizione delle facciate è diversificata, con variazioni dei pieni e dei vuoti che sfuggono a regole di gerarchia e riflettono le specifiche destinazioni funzionali. Verso il corso, orientamento più significativo rispetto al contesto urbano, il corpo basso presenta aperture in linea orizzontale e una superficie cieca in corrispondenza del cinematografo, ripresa verso via Broggi accanto a finestroni quadrangolari a griglia.
La torre residenziale ospita appartamenti da 5 o 10 locali, con ambienti di soggiorno aperti su terrazzo. Caratterizzata da logge-balcone nelle testate, ha le facciate maggiori aperte da una regolare serie di finestre a taglio verticale, una griglia che verso la via Broggi è attraversata centralmente da un netto segno verticale, determinato dall'allineamento su tre file di loggette corrispondenti alle scale.
L'articolazione dei volumi distingue le destinazioni d'uso e, anche per l'arretramento del corpo alto, consente all'affaccio sulla strada del corpo di base un maggior respiro. Un edificio che si distingue per l'immagine innovativa in un contesto privo di specificità architettonica, rinnovando i concetti espressi nella ricerca di Bottoni sul rapporto tra spazio urbano e architettura derivati dall'esperienza sviluppata con i progetti elaborati prima della guerra.
L'impegno contemporaneo con l'esperienza del QT8 e la contemporanea attività di consulenza per il piano regolatore della città sono rappresentati dalla coerenza delle scelte architettoniche. Di grande interesse sotto il profilo architettonico, palazzo Argentina costituisce un particolarissimo esempio della attività di Bottoni nel solco del razionalismo del dopoguerra con il quale affronta il tema dell'inserimento di un edificio a diverse funzioni in un programma di riorganizzazione più ampia del tessuto urbano.

Notizie storiche

L'edificio giunge alla realizzazione dopo due fasi: alla prima corrisponde il progetto del 1946-47, curato con il collega ingegnere Mario Pucci, con cui condivideva lo studio di via Rugabella. La seconda fase di elaborazione, protrattasi dal 1947 al 1951, vide la collaborazione di Guglielmo Ulrich, architetto con studio in via Cappuccini, dove fu elaborata la stesura definitiva del progetto, fors'anche per sostituire Pucci che, pressato dagli impegni di assessore all'urbanistica a Modena e di senatore della Repubblica eletto nelle file del PCI, chiudeva nel 1950 il sodalizio con Bottoni.
L'operazione immobiliare è sancita il 30 giugno 1939 con la convenzione tra il Comune e le società S.A.I.B.A.R. e S.A.R.B.I., acquirenti dell'area per l'esecuzione del P.R.G. tra il corso Buenos Aires, via Redi, la nuova via di piano e la via Broggi.
Il progetto a firma di Bottoni e Pucci è presentato nel 1947: sono previsti un corpo a quattro piani lungo via Redi, destinato a magazzino di vendita, un corpo a tre piani affacciato al corso destinato a negozi ed un fabbricato di 14 piani ortogonale al corso, destinato a negozi, uffici ed abitazioni. A piano terra una galleria a crociera favorisce la circolazione pedonale all'interno. Come dichiara lo stesso Bottoni, l'edificio è progettato non solo in funzione della sua specifica destinazione d'uso ma anche in relazione agli aspetti urbani dell'area. Cosicché la posizione del corpo alto, elevato sui fabbricati bassi, interrompe la monotonia dell'allineamento della linea di gronda a 27 metri.
Già dal 1947 le pressioni della proprietà per aumentare la cubatura trovano un primo effetto con l'affiancamento a Bottoni di Guglielmo Ulrich. A questa fase risalgono l'eliminazione del braccio di galleria parallelo al corso, l'aggiunta di un piano attico arretrato, la copertura a falde e consistenti modifiche dei prospetti.
Nella seconda metà del 1948 la proprietà presenta in più fasi progetti di variante dell'edificio, aggiungendo il 13° piano e modificando il corpo basso con l'allestimento di un cinematografo, curato dall'architetto Mario Cavallè.
La maggiore altezza e cubatura sono dal Comune dapprima respinte, poi licenziate, indi nuovamente contestate per irregolarità; il Comune intimava la completa demolizione delle parti eccedenti altezza e volume. Portato a termine l'edificio nel 1949, la proprietà produsse un continuato ricorso di istanze, sempre respinte, con modifiche e aggiustamenti dell'ultimo piano e della copertura, giungendo alla metà del 1952 con la visita di abitabilità che certificava l'irregolare altezza del fabbricato. Frattanto, l'ingegnere Sante Comolli, titolare dell'impresa che aveva costruito l'edificio veniva rinviato a giudizio per violazione della legge urbanistica, assolto nel 1951 perché il fatto non costituiva reato avendo a suo tempo il Comune autorizzato un sopralzo parziale.

Uso attuale: corpo di base: cinematografo; corpo di base: negozio; corpo principale: abitazione

Uso storico: corpo di base: cinematografo; corpo di base: negozio; corpo principale: abitazione

Condizione giuridica: proprietà privata

Riferimenti bibliografici

Bottoni P., Antologia di edifici moderni in Milano, Milano 1954, pp. 33-37

Pagani C., Architettura italiana oggi, Milano 1955

Pica A., Milano. Guida Ariminum, 1964

Consonni G./ Meneghetti L./ Patetta L., Controspazio. Mensile di architettura e urbanistica, Piero Bottoni: quarant'anni di battaglie per l'architettura, Bari 1973, n. 4

Casabella, Milano 1979, n. 451/452

Grandi M./ Pracchi A., Milano. Guida all'architettura moderna, La ricostruzione, Bologna 1980, pp. 245, 249

Guida d'Italia del Touring club italiano. Milano, Milano 1985, p. 487

Tonon G., QD Quaderni del Dipartimento di progettazione dell'architettura, Piero Bottoni: le ragioni del Moderno, Milano 1987, pp. 32-43

Vitale D., QD Quaderni del Dipartimento di progettazione dell'architettura, Piero Bottoni: un'antologia, un'idea, una città, Milano 1987, pp. 44-54

Consonni G./ Meneghetti L./ Tonon G., Piero Bottoni. Opera completa, Quartiere sperimentale dll'ottava Triennale QT8 a Milano, 1946-53, Milano 1990

Zilioli A., Piero Bottoni. Edificio polifunzionale a Milano, Firenze 1994

Tonon G., Piero Bottoni. Una nuova antichissima bellezza. Scritti editi e inediti 1927-1973, Roma-Bari 1995

Gramigna G./ Mazza S., Milano. Un secolo di architettura milanese dal Cordusio alla Bicocca, Milano 2001, p. 222

Consonni G./ Meneghetti L./ Tonon G., Piero Bottoni a Milano. Case, quartieri, paesaggi, Milano 2001

Fonti e Documenti

Archivio Civico Milano, Edilizia privata, atti n° 84608/1962

Percorsi tematici:

Collegamenti

  • Descrizione archivistica: Palazzo Argentina (1947 - 1950)
    Unità compresa in: Pratiche edilizie (1928 - 1983). Conservatore: Comune di Milano. Archivio civico (Milano, MI).

Credits

Compilazione: Garnerone, Daniele (2007)

Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele

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