Compreso in: Ospedale S. Paolo - complesso, Milano (MI)
Ospedale S. Paolo - complesso
Milano (MI)
Indirizzo: Via Antonio di Rudinì, 8 (Nel centro abitato, isolato) - Milano (MI)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: ospedale
Configurazione strutturale: L'edificio è costituito da una serie di blocchi che originano un complesso articolato, con un disegno in pianta ad H, o doppia T, con struttura portante a pilastri in cemento armato su fondazione a plinti, murature d'ambito e partiture interne in mattoni, copertura piana a terrazza non praticabile.
Epoca di costruzione: 1964 - 1978
Autori: Casati, Carlo, progetto; Priori, Leonardo, progetto
Descrizione
Alla Barona, località di antica formazione a sud ovest di Milano, la città è cresciuta con le forme "non progettate" della periferia: palazzi, capannoni, strade di circonvallazione e brandelli di campagna rimasta a testimoniare l'ormai lontano paesaggio agrario della Bassa.
Qui, dopo le case e le strade, sono state costruite due scuole e un grande ospedale: è l'ospedale San Paolo alla Barona, opera realizzata su progetto dell'architetto Carlo Casati.
L'edificio è costituito da una serie di blocchi che originano un complesso articolato, con un disegno in pianta ad H, o a doppia T; i corpi lunghi e curvilinei, asimmetrici, ospitano i reparti di degenza e sono raccordati al centro dal nucleo che contiene gli spazi di distribuzione. Sviluppato su 11 piani per una altezza di 46 m, ha un volume complessivo di 223.000 mc cui si aggiungono i tre piani nell'interrato.
La vista sull'edificio si coglie bene da tutto l'intorno; grande attenzione è posta dall'architetto nella progettazione degli spazi a giardino, alberati con essenze tipiche del luogo e organizzati in sintonia con il disegno degli assi di distribuzione e attraversamento pedonale ed automobilistico dell'area.
Le persone che giungono in ospedale possono utilizzare percorsi ed accessi ben evidenziati; gli accessi diversificati per funzioni sono distribuiti su più livelli e organizzati correttamente, tenendo in attenta considerazione le esigenze delle persone diversamente abili o con ridotta capacità motoria.
Il prospetto principale dell'edificio, preceduto dal vasto ingresso centrale, è caratterizzato dalle linee orizzontali delle fasce marcapiano finite in colore rosso mattone.
Ai lati del nucleo mediano sono collocati i blocchi delle scale, cerniera con i due corpi allungati in curva delle degenze. Le facciate, ampiamente finestrate con serramenti metallici, sono definite dall'allineamento di fasce verticali rivestite da lastre di cemento "graffiato", contornate da linee di fuga che risaltano per la finitura in colore giallo arancio. La linea della copertura, piana, è segnata dalla veletta della gronda, sporgente e sopraelevata sull'edificio.
Nei reparti l'organizzazione dello spazio si svolge attorno alle camere dei pazienti, secondo un modello di gerarchia che prevede stanze ad uno, a due e a quattro letti.
All'interno gli ambienti sono caratterizzati da un uso non convenzionale del colore, con scelte cromatiche di carattere nelle zone di distribuzione e di passaggio, di sosta nei soggiorni e nei locali destinati al consumo dei pasti. Diversamente, il bianco, nelle varietà tonali del ghiaccio, del rosato lieve, o delle varianti lucide od opache, è il colore per eccellenza delle aree di degenza.
In una sala posta al piano primo, la cappella dell'ospedale assolve al bisogno di un momento di raccoglimento e di spiritualità; l'ambiente semplice è caratterizzato dalla luce che filtra dal controsoffitto a griglia esagonale.
Notizie storiche
Le opere per la costruzione del complesso ospedaliero prendono avvio nel 1967; il periodo è quello del "boom economico", l'area quella della periferia metropolitana milanese. L'architetto Carlo Casati è incaricato del progetto per la cui realizzazione lavora su un lotto di 60.000 mq, con un programma che prevede 650 posti letto, ampliabili nel tempo sino a 1.200.
La ricerca e le sperimentazioni concrete hanno influenzato se non determinato alcuni degli aspetti di progettazione più importanti, dalla lunghezza dei fabbricati all'organizzazione complessiva.
Il progetto non può prescindere dallo spazio a disposizione, alquanto limitato, mentre una scelta ideologica condivisa dall'amministrazione e dai consulenti sanitari ha orientato nella scelta dei gruppi operatori ad ogni piano di chirurgia. Ne deriva un impianto a doppio T attestato al nucleo centrale; l'ospedale ha schema definito "blocco siamese" proprio per la presenza di una zona vitale con funzioni comuni.
Nella fase di progettazione Casati esamina ogni aspetto di impatto dell'edificio sull'ambiente, considerando anche gli effetti della ventilazione sull'edificio; in particolare, per ovviare all'inconveniente dei flussi d'aria generati dalle lunghe e curvilinee facciate convergenti verso il nucleo centrale, propone e realizza lungo le linee di cerniera una serie di varchi che consentono il passaggio del vento, il cui flusso così incanalato si sfoga senza sibilare.
L'ampia dotazione di servizi interni è orientata verso un nuovo modello che non precluda la fruibilità anche agli esterni.
Ma il concetto di degenza indifferenziata è solo allo stadio iniziale e si rivelano ancora lontani i canoni di flessibilità auspicati con servizio di camera ogni due degenze.
Dal 1987 la struttura è anche Polo Universitario, sede della Facoltà di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria: vi sono organizzati gli insegnamenti del corso di laurea in Medicina e Chirurgia e di Odontoiatria.
Oggi il complesso ospedaliero dispone di 635 posti letto di degenza, con un bacino di utenza di circa 500.000 persone.
Dal 2000 l'Ospedale è organizzato in Dipartimenti di unità complementari e interdipendenti, ciò che ha consentito il raggiungimento di obiettivi complessi, migliorando le prestazioni tecniche e la qualità assistenziale, limitando disfunzioni e sprechi accanto all'incremento della ricerca e il collegamento tra didattica e assistenza.
Accanto alla dotazione di apparecchiature di prim'ordine e al ricorso a tecnologie scientifiche avanzate, l'Ospedale San Paolo è interessato da un generale "progetto di umanizzazione", rivelato tra l'altro, dall'approfondimento degli effetti del colore, dell'illuminazione e della diffusione della musica negli ambienti.
Uso attuale: intero bene: ospedale
Uso storico: intero bene: ospedale
Condizione giuridica: proprietà Ente sanitario
Ente sanitario proprietario: Azienda Ospedaliera San Paolo Polo Universitario
Riferimenti bibliografici
Casati C., Ospedali: problema tecnico e psicologico, Milano 1980
Casati C., Sognare in pietra, Firenze 1991
Fonti e Documenti
Archivio Carlo Casati, OPR - Nuova costruzione Ospedale generale provinciale San Paolo alla Barona
Percorsi tematici:
- L'architettura e le sue fonti: il Novecento a Milano e in Lombardia
- Quattro passi per Milano. Memorie di una città che cambia
Collegamenti
- Descrizione archivistica: OPR - NUOVA COSTRUZIONE OSPEDALE GENERALE PROVINCIALE SAN PAOLO ALLA BARONA (1964 agosto 27 - 1984)
Unità compresa in: Casati Carlo (1943 - 2004), Professione, Progetti, Committenza pubblica, Sanità e assistenza. Conservatore: Studio Casati (Milano, MI).
Credits
Compilazione: Bertasa, Anna (2006)
Aggiornamento: Garnerone, Daniele (2007)
Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/3m080-00084/
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