Edificio a torre per uffici e abitazioni "Torre Snia Viscosa"

Milano (MI)

Indirizzo: Corso Giacomo Matteotti, 11 (Nel centro abitato, isolato) - Milano (MI)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: edificio a torre

Configurazione strutturale: Edificio costituito da un corpo di base poligonale dal quale si eleva una torre a pianta rettangolare, con struttura portante a pilastri di cemento armato su fondazioni a plinto e murature di chiusura e partizione interna in laterizio forato, con copertura piana a terrazza.

Epoca di costruzione: 1935 - 1937

Autori: Rimini, Alessandro, progetto

Descrizione

Uno dei palazzi più rappresentativi di piazza San Babila e primo grattacielo a Milano, la Torre Snia Viscosa progettata da Alessandro Rimini si eleva tra corso Matteotti e la piazza, risvoltando le facciate secondarie su via Bagutta e via Montenapoleone. Occupa un lotto dalla forma a trapezio, raccordato in curva in corrispondenza della porzione di altezza contenuta al quarto piano, mentre all'opposto lato l'edificio si alza con 15 piani sino a 60 metri.
L'architettura è sobria, la qualità dei materiali elevata, la cura dei dettagli notevole: il palazzo si distingue nel contesto della piazza, richiamando per i suoi effetti cromatici e le forme il vicino palazzo dell'UPIM, tra la piazza ed il corso Venezia, progettato dallo stesso Rimini in collaborazione con Giuseppe De Min, qui accanto autore anche dell'autorimessa Traversi.
L'edificio è costituito da una base che occupa l'intera sagoma del lotto, con il solo vuoto di un cortiletto interno; col quinto livello il volume edificato si riduce in pianta lasciando spazio a due ampie terrazze sulle via Bagutta e Montenapoleone, per proseguire dal sesto con l'elevazione della torre rettangolare, impostata sull'angolo tra corso Matteotti e via Bagutta. Gli ultimi due piani, 14° e 15°, occupano minore spazio avendo facciate arretrate rispetto al perimetro della torre.
I prospetti sono sviluppati coerentemente alle strutture e alla distribuzione interna degli ambienti, senza eccedere nel ricorso della simmetria. Il rivestimento murario in marmo, limitato a due soli tipi, uno chiaro e l'altro scuro, è risultato da un approfondito studio degli effetti cromatici: così al verde serpentino del porticato si aggiunge la trachite gialla di Montegrotto della restante superficie, con la ripresa del serpentino nei contorni delle finestre, nei balconi a parapetto pieno, in poche fasce marcapiano e nelle facciate dell'ultimo piano.
Sotto il porticato di corso Matteotti si apre l'ingresso, inquadrato da un portale in marmo scuro, dal quale attraverso una scala si accede all'atrio. Da qui si accede allo scalone, dapprima curvilineo poi sviluppato su tre rampe rettangolari, e ai due ascensori principali, le cui porte sono sormontate da un bassorilievo in marmo che rappresenta la moglie Olga alla quale l'architetto fu molto legato, tanto da rappresentarne la figura in tutte le sue opere.
Negozi e magazzini occupano il seminterrato, il piano terreno e il mezzanino; agli uffici sono riservati i primi piani mentre la torre vera e propria è destinata alla residenza, con un grande appartamento di undici locali per piano.
Il primo grattacielo della città, chiamato "rubanuvole" dai cronisti del tempo, come ci piace ricordare con una sottolineatura d'antan, è oggi sempre più apprezzato e interessato da una rivalutazione critica che non può che essere condivisa.

Notizie storiche

Il primo grattacielo di Milano è legato alla Snia Viscosa, grande impresa italiana affermatasi nella produzione di fibre sintetiche, divenuto uno dei più potenti complessi industriali, commerciali e finanziari del Paese. Fu Franco Marinotti, figura di spicco nel mondo degli affari del tempo, prima amministratore e, successivamente, presidente della società, a volere un concorso di progettazione del palazzo da destinare a sede rappresentativa della società, concorso al quale risultò vincitore l'architetto Alessandro Rimini.
Il palazzo fu edificato al vertice della strada tracciata sulla base delle previsioni del Piano Regolatore, attuato tra il 1926 ed il 1934, che aveva reimpostato l'assetto urbano dell'area sul collegamento tra la nuova piazza San Babila, l'antico Carrobio di porta Orientale, e piazza della Scala, passando attraverso la riformata piazza Crispi, divenuta con l'occasione piazza Meda.
Sui cosiddetti "sventramenti littorii" si impostava la città del futuro che, favorendo il modello finanziario e commerciale, si apprestava alla massiccia terziarizzazione del centro a scapito della residenza.
La Snia acquisì due lotti sulla piazza in formazione per rappresentarvi materialmente la propria forza imprenditoriale; l'iniziale progetto prevedeva un unico grande palazzo, con un'arcata sopra via Bagutta, poi sostituito da due edifici distinti. L'area destinata alla torre, più piccola e irregolare, vincolava non poco l'impianto e lo sviluppo in altezza, limitato del resto a trenta metri dal regolamento edilizio. Rispettosa del limite imposto fu solo la parte inferiore risvoltata verso via Montenapoleone, mentre l'edificio si innalzava a quasi 60 metri nella torre di 15 piani a dominare non solo simbolicamente la piazza. Lo studio dell'edificio si protrasse a lungo, con la collaborazione di professionisti alternati su specifici aspetti progettuali, anche per ottenere il benestare del Comune, il quale, peraltro, apprezzava l'architettura del palazzo in progetto e il suo inserimento nel contesto.
Rimini attese poi alla redazione definiva del progetto che passò così alla fase esecutiva. Nell'arco di due anni, dal giugno 1935 al giugno 1937 l'edificio fu realizzato.
Al terzo piano della torre appena ultimata si insediarono l'architetto e la stessa impresa costruttrice, l'impresa Lucca, trasferendo studio e uffici dal palazzo di viale Montenero dove entrambi avevano sede.
Mutate le condizioni socio-economiche e gli assetti della Snia Viscosa, con la sede rappresentativa trasferita nel monumentale palazzo progettato da Antonio Cassi Ramelli in corso di Porta Nuova, l'edificio è acquistato dall'Istituto Nazionale delle Assicurazioni.
Negli ultimi anni del Novecento gli ambienti interni di comune passaggio, atrii e disimpegni, scale e ascensori, sono stati restaurati, riportando all'originaria bellezza i preziosi rivestimenti in marmo e radica, gli elementi in ottone, le decorazioni.

Uso attuale: intero bene: abitazione/ uffici

Uso storico: intero bene: abitazione/ uffici

Condizione giuridica: proprietà privata

Riferimenti bibliografici

Rassegna di Architettura. Rivista mensile di architettura e decorazione, Milano 1937, n. IX pp. 179-184

Case d'oggi. Edilizia e arredamento, Milano 1938, n. 5

Cassi Ramelli A., Documenti di Architettura, Case, 1945, n. 1

Grandi M./ Pracchi A., Milano. Guida all'architettura moderna, Architettura, città e regime, Bologna 1980, pp. 217, 235

Guida d'Italia del Touring club italiano. Milano, Milano 1985, p. 174

Guida di Milano, Torino 1990

Gramigna G./ Mazza S., Milano. Un secolo di architettura milanese dal Cordusio alla Bicocca, Milano 2001, p. 176

Lagonigro Rimini L., Il primo grattacielo di Milano, La casa torre di piazza San Babila di Alessandro Rimini, Cinisello Balsamo 2002

Fonti e Documenti

Archivio Civico Milano, Edilizia privata, atti n° 4802/1938

Percorsi tematici:

Collegamenti

  • Descrizione archivistica: Torre San Babila (1935 - 1937)
    Unità compresa in: Pratiche edilizie (1928 - 1983). Conservatore: Comune di Milano. Archivio civico (Milano, MI).

Credits

Compilazione: Garnerone, Daniele (2007)

Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele

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