Villa Litta Modignani
Milano (MI)
Indirizzo: Via Taccioli (Nel centro abitato, isolato) - Milano (MI)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: villa
Configurazione strutturale: Complesso edilizio articolato attorno al corpo principale a C, in muratura continua di laterizio, solai piani su travatura lignea, ambienti voltati a padiglione, copertura a tetto semplice a padiglione con capriate alla palladiana.
Epoca di costruzione: 1687 - 1750
Descrizione
Testimonianza oggi un po' sommessa dei lontani fasti e del ruolo che rivestiva al pari di altre celebrate case da nobile del territorio milanese, Villa Litta Modignani emerge dallo storico tessuto edificato del borgo di Affori, tra l'omonimo viale e via Taccioli, alla periferia nord di Milano.
La dimora è costituita da un edificio principale su tre piani, dal quale si allungano brevi corpi laterali a delimitare una piccola corte delle carrozze; su questa si apre un portico, riproposto sul lato opposto, verso il parco. Le facciate presentano contenuti elementi decorativi a fasce e cornici, con alcuni balconi dalle elaborate ringhiere in ferro.
Al nucleo principale sono aggregati fabbricati rustici, tra i quali una scuderia con volta a crociera e una notevole pilastrata.
Il complesso, al margine del parco con secolari alberature, è organizzato sull'intersezione di due assi ortogonali, la cui percezione è, invero, oggi molto ridimensionata: uno, da viale Affori, consente una visuale tangente alla facciata, l'altro, diretto verso nord, costituiva il cono prospettico monumentale verso la villa, prima della cesura avvenuta col tracciamento della ferrovia e la successiva saturazione edilizia dell'area.
Gli ambienti interni sono caratterizzati dalla particolare ricchezza decorativa. Per quanto in precario utilizzo e del tutto chiuse al pubblico, le sale del piano terreno mantengono notevoli decorazioni pittoriche alle porte, cartigli e volte affrescate.
Attraverso lo scalone d'onore, aperto a sinistra del porticato a nord, si giunge al piano nobile, con una prima sala dal soffitto a cassettoni dipinto e pareti decorate da Panfilo Nuvolone, con storie della vita di Diana. Accanto si apre il salone delle Arti, cosiddetto per la presenza di cartigli intitolati alla Musica, alla Pittura, alla Scultura e alla Poesia.
Dal soffitto ligneo riccamente decorato pende un grande lampadario in ferro battuto e vetro di Murano, datato ai primi del Novecento.
Sul salone aggettano quattro balconcini con ringhiera curvilinea in ferro, dai quali, di volta in volta, i nobili osservavano le danze e i musicanti che intrattenevano gli ospiti con i loro concerti.
Ai lati erano presenti due grandi affreschi con scene mitologiche, oggi non più in sito. Troneggia al centro di una parete un monumentale camino a marmi intarsiati, con conchiglione centrale.
Dell'ampia dotazione di quadri e tele, tra le quali una Madonna col Bambino di Bernardino Luini, trasferita a Londra, rimane nella cappella gentilizia una tela di scuola lombarda del XVIII secolo, raffigurante la Madonna Venerata.
Notizie storiche
Fondamentale punto di partenza per la comprensione della storia della Villa Litta Modignani è la nomina a marchese del Feudo di Affori di Pier Paolo Corbella, figura particolarmente celebrata nella storia milanese. Siamo nel 1686; il possedimento acquisito proviene dai nobili Rossi, parmensi, e comprende un vastissimo appezzamento sul quale si trovano i ruderi della prestigiosa villa dell'arcivescovo Giovanni Visconti, costruita nel 1350. Dal 1687, il marchese avviò l'edificazione della nuova dimora che divenne una delle più rinomate della campagna di Milano; identificata come la villa di Affori, vi fu riconosciuto un ruolo esclusivo, circondata com'era di un vastissimo parco, molto più ampio dell'attuale, degna cornice per una dimora di villeggiatura destinata ad ospitare la migliore nobiltà in occasione di sontuosi ricevimenti.
La villa nel Settecento attraversò il momento di massimo splendore e i passaggi di proprietà ne accrebbero il prestigio; dal marchese Corbella passò al conte Francesco D'Adda, già Podestà di Milano.
Ad abbellire le sale della villa furono chiamati artisti di fama e una schiera di pittori di scuola veneta.
Ampliato il parco con sistemazioni all'italiana e all'inglese, fu tracciato il nuovo viale di accesso principale, delimitato da filari di platani e concluso al vertice nord con l'impianto scultoreo dei Serenei, a contenere la monumentale cancellata.
Dai Gherardini il bene passò ai Trivulzio, quindi ai Visconti d'Aragona, ai Taccioli, per chiudere con le proprietà nobiliari in mano ai Litta Modignani.
Nella seconda metà dell'Ottocento, col tracciamento della ferrovia, iniziò il declino del complesso; tagliato l'asse prospettico del viale e minata l'integrità del parco, si costituirono i presupposti per la saturazione edilizia dell'area. Rimasti integri a lungo fra campi di frumento e filari di gelsi, i Serenei andarono incontro all'inesorabile degrado, ancor oggi non risolto.
Col Novecento il bene divenne proprietà pubblica, prima dell'Amministrazione Provinciale poi, nel 1927, del Comune di Milano.
Il parziale utilizzo, unitamente all'occupazione dei suoi spazi con gli sfollati, ne accelerò il degrado; depredata degli arredi e del patrimonio artistico, la villa ed il parco negli anni Cinquanta dello scorso secolo versavano in totale abbandono. Nel frattempo, nei primi anni Cinquanta, la pregevole cancellata in ferro battuto fu trasferita a nuova dimora dinanzi a Villa Clerici, a Niguarda.
Nel 1958 l'architetto Egizio Nichelli sovraintese ai restauri del complesso. Dagli anni Sessanta vi è insediata la biblioteca rionale, una scuola materna ed uffici dell'anagrafe.
Uso attuale: intero bene: servizi pubblici
Uso storico: intero bene: abitazione
Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale
Accessibilità: Come arrivare
In auto da Milano: all'imbocco della Statale dei Giovi, uscita Affori
ferrovia Passante ferroviario fermata Affori.
autobus ATM: 41, 52, 70, 82
Metropolitana nei pressi: MM3 Maciachini
Note
Accesso dal parco pubblico che non ha recinzione, aperto alla pubblica fruizione. Il complesso ospita servizi comunali.
Riferimenti bibliografici
Ripamonti L., Affori Mille anni di storia, Milano 1995
Guida d'Italia del Touring club italiano. Milano, Milano 1985
Sarzi Amadè L., Milano fuori di mano, Milano 1987
Introini F./ Losa A., I luoghi della cultura nella Milano globalizzata, Milano 2003
Cascone P., La Milano della memoria Zona 9, Milano 2006
Fonti e Documenti
Archivio di Stato di Milano, catasto, mappe, catasto teresiano, 3341, fogli IV e V di Affori
Archivio di Stato di Milano, catasto, mappe, catasto lombardo veneto, 2736, Comune Censuario di Affori, foglio 7
Archivio di Stato di Milano, catasto, mappe, cessato catasto, 3, Comune Censuario di Affori, foglio 7
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Garnerone, Daniele (2006)
Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/3o010-00002/
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