Ghiacciaia di Palazzo Arese Borromeo

Cesano Maderno (MB)

Indirizzo: Via Borromeo, 29 (Nel centro abitato, integrato con altri edifici ed in sotterraneo) - Cesano Maderno (MB)

Tipologia generale: architettura rurale

Tipologia specifica: ghiacciaia

Configurazione strutturale: Edificio a pianta quadrata con sezione interna circolare, interrato su due livelli, costituito da muratura continua in laterizio, volte a galleria al secondo piano interrato e solaio su travatura a livello del piano di campagna.

Epoca di costruzione: post 1654 - ante 1700

Descrizione

Permanenza di notevole valore storico, la ghiacciaia costituisce un importante documento della complessa architettura del Palazzo Arese Borromeo, un insieme articolato di spazi progettati nel solco di un'idea monumentale che coinvolge anche le parti meno appariscenti e nascoste alla vista.
Si tratta di un particolare ambiente per la conservazione della neve e la conseguente trasformazione in ghiaccio, di cui non mancano altri casi nell'area milanese e lombarda, per limitare lo sguardo ai territori vicini, siano essi di altopiano o di pianura irrigua, dove la giasera - in superficie o sottosuolo - era presente nelle maggiori dimore padronali e cascine.
Durante la stagione invernale l'ambiente era riempito di neve che, pressata a dovere e con il parziale scioglimento, assumeva la consistenza del ghiaccio. La massa così ottenuta, frequentemente di spessore di alcuni metri, si manteneva a lungo, sin quasi a giungere con gli ultimi resti sino alla stagione invernale successiva, allo scopo di refrigerare gli ambienti contigui, cantine e dispense, e di fornire quantitativi di ghiaccio raccolti a blocchi per rinfrescare alimenti e bevande da consumare durante la calda stagione.
Dopo l'acquisizione pubblica del Palazzo Arese Borromeo e del giardino, avvenuta nel 1987, l'intervento di ristrutturazione dei fabbricati rustici pertinenziali, rimasti di proprietà privata, si è sviluppato attraverso un percorso unitario di attenzione e sensibilità al dato storico che ha visto partecipi ai diversi livelli la municipalità, la proprietà, i professionisti e le maestranze.
Durante i lavori è avvenuto il rinvenimento della ghiacciaia celata nel sottosuolo, un invaso molto profondo e completamente stipato da terra e detriti.
La struttura in muratura di laterizi e pietra è organizzata su un impianto quadrangolare all'interno del quale, distribuiti su diversi livelli, sono gli spazi circolari della ghiacciaia e della sottostante cantina, originando un sistema perfetto per l'accessibilità agli spazi destinati alla conservazione di vivande e bevande in ambiente fresco, complesso pur nella semplicità della costruzione.
Ambiente principale è l'invaso a forma di tronco di cono rovesciato - profondo 5,60 metri e con diametro superiore pari a 8,15 metri, ridotto alla base a 5,35 metri - costituito da una muratura continua di mattoni a vista, destinato ad essere riempito con una notevole quantità di neve e ghiaccio. Al compattamento seguiva poi il lento scioglimento della massa ghiacciata, originando un flusso continuo di acqua molto fredda che si scaricava al fondo attraverso un pozzo centrale e da qui disperdendosi nel terreno. All'intorno, a quasi dieci metri di profondità, è organizzata la cantina a pianta circolare, una sorta di ampio camminamento a galleria dal quale si accede ai vani dove erano collocate le botti, poste su due sostegni di pietra opportunamente sagomati.
Ai primi interventi di opportuna messa in sicurezza della struttura, la proprietà ha fatto seguire all'inizio del Duemila le opere di restauro conservativo, affidate all'architetto cesanese Fiorenzo Barindelli, titolare di Studiosette. L'iter progettuale ha visto la partecipazione dei diversi soggetti coinvolti nell'impresa in un unico e coerente percorso, con soluzioni, componenti e materiali uniformate al recupero degli ambienti rispettandone architettura e memoria storica.
Accanto al legno e al porfido pavimentale, a disegno circolare, sono soprattutto il cristallo e l'acciaio ad aggiungersi con efficacia all'antico, evocando la trasparenza e la sensazione del freddo dell'acqua ghiacciata; dalla scala curvilinea su struttura metallica addossata alla parete conica al coperchio del pozzo e al tavolo centrale, circolare.
Cogliendo ammirati la bellezza dello spazio ritrovato, l'immaginazione accompagna la visita alla sottostante galleria, sensazioni che si moltiplicano tra i bagliori di luci soffuse negli anfratti e la frescura della cantina.

Notizie storiche

La stabile presenza nelle terre di Cesano della casata Arese risale alla prima metà del XVI secolo, quando fu registrata nel 1537 la possessione di una "casa con orto". L'anno successivo, Bartolomeo II Arese (1508-1562) acquistò parte del feudo della Pieve di Seveso, divenendone cofeudatario assieme ad Antonio Carcassola.
Da quel momento il ruolo politico e il prestigio della famiglia conobbero una continua ascesa, misurata anche con il progressivo ampliamento delle proprietà terriere.
Alla decisione presa all'inizio del Seicento da Giulio Arese (1572-1627) di erigere un nuovo palazzo consono al prestigio della famiglia in grado di rivaleggiare con la dimora del cugino Marco Maria Arese (1578-1628), l'attuale - limitrofo - Palazzo Arese Jacini, fece seguito il notevole impegno del figlio Bartolomeo III Arese nella realizzazione del progetto.
Prese così forma per fasi successive il magnifico palazzo strettamente legato al feudo, espressione del potere di governo che condizionò il minuto tessuto edilizio esistente con l'impatto di un piano urbanistico. Accanto ai principali spazi padronali, dagli ambienti residenziali ai sontuosi saloni di rappresentanza e al vasto giardino, si sovrapposero corti di servizio e pertinenze rustiche in un complesso e articolato sistema.
Dimensione colossale anche per il fervore delle attività della servitù, occupata nel garantire con la massima efficienza il più comodo soggiorno degli illustri signori.
Tra questi spazi di servizio vi era una ghiacciaia di considerevoli dimensioni, confinata nel sottosuolo al margine nord di palazzo Arese Borromeo, il cui ritrovamento è avvenuto all'inizio dell'ultimo decennio del Novecento, in un momento quindi successivo all'acquisizione pubblica del palazzo e del giardino (1987) e durante i lavori di ricognizione avviati sui fabbricati circostanti e originarie pertinenze della dimora della casata Arese Borromeo, sui quali ha preso forma il complesso dell'Hotel Parco Borromeo.
Indubbia l'originaria appartenenza al palazzo della struttura ipogea con i relativi collegamenti sotterranei, costruita probabilmente tra la seconda metà del Seicento e la prima metà del secolo successivo. Se il fabbricato soprastante la ghiacciaia risulta individuato nella mappa Carlo VI disegnata nel 1722, non di meno ne fa esplicita menzione Ferrante Baselino, illustre membro del Collegio dei Ragionati di Milano, cui Renato III Borromeo Arese affidò l'incarico di compilare l'inventario dei beni padronali.
Nel corposo e minuzioso elenco datato 1762, rinvenuto fra i documenti dell'archivio della famiglia Borromeo all'Isola Bella, compaiono anche gli ambienti con funzione di supporto alle attività e alla vita nel palazzo; fra gli altri, la Camera della seta, il Torchio e la Legnera, accanto agli spazi di ricovero degli animali e degli accessori di finimento con la Stalla de Bovi, la Selleria, la Stanza per Cocheri, il Portico del Granaio e la Prima Scuderia.
Nell'area dei fabbricati di servizio Baselino individuò una "Navara per il ghiaccio coperta con sua seratura, e chiave", citandone la presenza all'interno delle pertinenze della "Canovaza", al n° 153 dell'inventario. Si tratta dunque della nevera, il magazzino della neve, situata nel sottosuolo e soprastante la cantina, quella "canovaza" derivata dal suo principale addetto, il cantiniere che in antico corrispondeva al "canevario" o "canepario".
Architettura e dimensioni della ghiacciaia ben si adeguavano al gran palazzo nobiliare che poteva contare anche su una seconda più piccola ghiacciaia, collocata nel sottosuolo del Tempietto del Fauno, al vertice nord-est del giardino.

Uso attuale: intero bene: bene culturale

Uso storico: intero bene: ghiacciaia

Condizione giuridica: proprietà privata

Accessibilità: l'accessibilità al bene, di condizione privata, è limitata e consentita su richiesta.

Cesano Maderno, principali collegamenti:

trasporto privato su strada:
S.S. 35 dei Giovi (Genova-Milano.Como-Chiasso);
superstrada Milano-Lentate sul Seveso, uscita Cesano Maderno;
S.S. 527 Monza-Saronno-Busto Arsizio;

trasporto pubblico su ferrovia e strada:
linea FNM Milano-Seveso-Asso Ferrovie Nord Milano (FNME), stazione di Cesano Maderno;

autobus Brianza trasporti e Linea Air pullman:
linea H 309 Meda - Cesano Maderno - Saronno;
linea z251 Desio (FS) - Bovisio Masciago - Varedo - Senago - Limbiate - Cesano Maderno (FNM);
linea z240 Desio (FS) - Cesano Maderno - Limbiate - Senago - Varedo - Bovisio Masciago - Desio (FS).

Riferimenti bibliografici

Bagatti Valsecchi P.F./ Cito Filomarino A.M./ Süss F., Ville della Brianza/ Lombardia 6, SISAR, Milano 1978

Associazione Amici del Palazzo e Parco Borromeo Arese, Palazzo Borromeo Arese/ Cesano Maderno, Comune di Cesano Maderno, Assessorato alla Cultura 1996

Gatti Perer M. L. (a cura di), Il Palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno, ISAL, Milano 1999

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Mauri M./ Ronzoni D.F., Ville della Brianza, Bellavite, Missaglia 2003

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Boldrini S., Mauri C., Napoletano M., Rebosio M., Santambrogio D., Quaderni di Palazzo Arese Borromeo, Associazione Vivere il Palazzo e il Giardino Arese Borromeo, Cesano Maderno 2011, Monografie 3

Credits

Compilazione: Garnerone, Daniele (2011)

Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele

Fotografie: Garnerone, Daniele

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