Palazzo Brentano
Corbetta (MI)
Indirizzo: Vicolo del Ghiaccio, 4,2,8 (P),6,4,2,1,3 - Corbetta (MI)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: palazzo
Configurazione strutturale: Annoverata da Dal Re come modello ideale di villa settecentesca, è un unicum in quanto a dimensioni e rapporto di scala con il contesto, seppur defraudata del parco.
Epoca di costruzione: secondo quarto sec. XVIII
Autori: Croce Francesco, progetto
Descrizione
Il linguaggio del Croce sul piano stilistico si caratterizza per un limpido razionalismo e una "chiarezza compositiva che, nella depurazione degli elementi ornamentali e nella predilezione per gli ornamenti di superficie " (Giacobone, in Settecento lombardo..., 1991) indica un orientamento già sostanzialmente protoneoclassico. Il committente, Giuseppe Brentano (o Brentani), creato conte di Caltignaga nel 1715, apparteneva a quella schiera di homines novi la cui ascesa sociale, mediante l'acquisto di cariche pubbliche e di feudi appoggiati a titoli nobiliari, fu resa possibile, nel periodo di transizione fra la dominazione spagnola e la dominazione austriaca, dalle ricchezze che avevano consentito loro di partecipare alle gare degli appalti fiscali e di prestare ingenti somme al governo. "Huomo di bassi natali", figlio di un vetturale comasco, e ciononostante divenuto, grazie al patrimonio accumulato, tesoriere generale delle armate austriache, quindi cooptato nel 1723 per ordine di Vienna nel Consiglio segreto, tradizionalmente riservato alle famiglie di antica nobiltà, sconcerta- te da tale decisione ma costrette a "soffrire e a tacere", secondo la testimonianza dell'abate Pietro Alessandro Bondichi, residente dei Medici a Milano (Mozzarelli, 1997), Giuseppe Brentano cercò di consolidare il suo prestigio attraverso la costruzione di una villa grandiosa. All'interno della villa, per gli apparati decorativi ad affresco fu coinvolta, nel corso del quinto decennio del Settecento, una équipe di pittori in larga misura coincidente, con l'eccezione del Tiepolo e del Magatti, con quella operosa a Milano in Palazzo Casati Dugnani e, in parte, in Palazzo Clerici; al piano terreno sono presenti Giovan Antonio Cucchi (di cui è l'Apoteosi di Ercole nel salone centrale), Giovan Angelo Borroni e Mattia Bortoloni, al piano nobile ancora il Borroni, Ferdinando Porta (con le Nozze di Amore e Psiche nel salone maggiore) e Giovan Battista Sassi. Particolarmente felici gli interventi del Bortoloni, che rivelano sul piano formale la sua adesione ai modi del Tiepolo e, al tempo stesso, la sua ironica e disincantata riproposizione, in termini quasi dissacratori, dei temi mitologici, come bene emerge dalla briosa medaglia con Giove che fa cadere una pioggia d'oro sulle quattro parti del Mondo, visibilmente ispirata alla galleria del Tiepolo in Palazzo Clerici.
Notizie storiche
i ritrovamenti archivistici recenti di P. Ferrario (2004) hanno consentito di precisare che l'edificio, già dotato di caratteri monumentali di "casa da nobile", fu venduto il 2 marzo del 1731 dal marchese Ferrante Villani Novati al conte Giuseppe Brentani, il quale ne intraprese la riqualificazione affidando il progetto al Croce. Gli studi moderni sul Croce (1696-1773) hanno consentito di precisare tra il 1732 e il 1738 l'epoca di rimodellazione della villa, contraddistinta da un impianto a U con ali ripiegate all'esterno a circoscrivere, ai lati della corte d'onore, due cortili minori, con una conseguente netta separazione tra gli appartamenti nobili (collocati nel corpo centrale) e i locali di servizio (collocati nelle corti laterali e nel piano seminterrato);
Uso attuale: intero bene: scuola
Uso storico: intero bene: villa gentilizia
Condizione giuridica: proprietà Ente ecclesiastico
Credits
Compilazione: Bergese, R. (2001)
Aggiornamento: Ribaudo, Robert (2011)
Descrizione e notizie storiche: Coppa, Simonetta
Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/4m010-00446/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).