Casa della Libertà

Bergamo (BG)

Indirizzo: Piazza della Libertà (Nel centro abitato, isolato) - Bergamo (BG)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: palazzo

Configurazione strutturale: Edificio a pianta quadrata; fondazioni in calcestruzzo armato; struttura in calcestruzzo e mattoni; solai in calcestruzzo e mattoni; muri di tamponamento in mattoni; copertura a falde

Epoca di costruzione: 11/1936 - 1940

Autori: Bergonzo, Alziro, progetto; Lodi, Leone, decorazione; Villa, Edoardo, decorazione; Santagata, Antonio Giuseppe, decorazione

Descrizione

Sede altamente simbolica del locale Partito Fascista, l'attuale Casa della Libertà si presenta completamente rivestita in marmo bianco-rosato di Zandobbio. Un'architettura di pietra, i cui prospetti alti 21 metri e larghi 50, si sviluppano su tre lati adottando un'articolazione modulare di aperture alternate a pilastri. La facciata principale, sulla piazza, è costituita da un imponente porticato di dodici pilastri di ordine gigante, reggenti un architrave recante la dedica: AD ANTONIO LOCATELLI TRE VOLTE MEDAGLIA D'ORO EROE DELLA GUERRA E DELLA RIVOLUZIONE. Sul risvolto angolare è riportata la data: XVII ANNO E.F. La parete di fondo del portico ha una fascia basamentale rivestita di pietre con taglio a punta di diamante, coronata da un fregio con otto formelle a bassorilievo dello scultore Leone Lodi con soggetti tra cui "Il lavoro della terra", "L'unione coniugale", "I mestieri" e la "Navigazione".
Sopra l'ampio ingresso profilato da una cornice con cassettoni circolari - motivo ripreso anche nella copertura del portico -, il prospetto è unito ai quattro pilastri centrali da una scala che collega il primo piano con la balconata per i discorsi pubblici, attrezzata con un podio mobile in rame. Superata la scala di accesso, decorata ai lati da sei bassorilievi di Edoardo Villa raffiguranti protagonisti della storia bergamasca, si entra nell'atrio monumentale, originariamente illuminato da vetrate e lucernario. Qui, sulla parete che lo separa dall'ex Salone della vecchia guardia (ora auditorium), nel 1940 Antonio Giuseppe Santagata dipinse la "Vita eroica di Antonio Locatelli". Oltre al salone, al piano terra, erano ubicati il sacrario, i servizi amministrativi e tecnici. Il primo piano ospitava gli uffici del Federale e quelli della Segreteria politica; quelli superiori accoglievano le sedi di alcune organizzazioni del partito. Gli ambienti si distribuiscono lungo un corridoio anulare e sono collegati verticalmente da tre scale, due monumentali con avvio dall'atrio, e una di servizio nel lato settentrionale.
Per quanto in gran parte alterata nell'articolazione interna dei locali, la Casa custodisce ancora materiali e finiture originali e di pregio.

Notizie storiche

La Casa Littoria, dedicata all'eroe cittadino Antonio Locatelli, rientra nel piano di ridefinizione dell'area lasciata libera dalla demolizione dell'antico ospedale di S. Marco, oggetto di un concorso bandito nel 1936. Sebbene nessuno degli elaborati presentati emergesse sugli altri, la commissione giudicatrice - della quale faceva parte anche Marcello Piacentini -, decise di assegnare il primo premio al progetto dell'architetto Alziro Bergonzo. A lui venne affidata la direzione artistica del cantiere, mentre all'ing. Oscar Gmur quella strutturale e all'architetto Paleni quella economica. Costruito tra il 1937 e il 1940, con alcune varianti rispetto al progetto originale, l'edificio costituisce la quinta settentrionale di una nuova e più ampia piazza che, nelle intenzioni della Federazione Fascista locale, doveva costituire un'alternativa a piazza Vittorio Veneto in occasione di grandi manifestazioni.
Bergonzo progetta anche gli arredi degli uffici, la cui destinazione d'uso era già prevista nel bando di concorso.
L'apparato decorativo è affidato a grandi artisti: Leone Lodi (1900-1974), Nino Galizzi (1891-1975) ed Edoardo Villa (1915-2011) per le sculture, Contardo Barbieri (1900-1966), Arnaldo Carpanetti (1898-1969), Gianfilippo Usellini (1903-1971) e Domenico Rossi (1911-1955) per le pitture.
Divenuta proprietà del Demanio statale nel dopoguerra muta il nome in Casa della Libertà, e viene destinata a sede di vari enti e associazioni, subendo notevoli trasformazioni interne.

Uso attuale: intero bene: uffici; nucleo centrale: cinema

Uso storico: intero bene: uffici

Condizione giuridica: proprietà Stato

Accessibilità: Accessibilità limitata agli ambienti per il pubblico; per gli altri ambienti è necessaria autorizzazione degli Enti statali che ivi hanno sede.

Riferimenti bibliografici

Come Bergamo, La Voce di Bergamo, Come Bergamo eternerà la memoria di Antonio Locatelli tre volte M.O. La nuova Casa Littoria dedicata al purissimo Eroe, 1937, 30 settembre p. 3

I progetti, La Rivista di Bergamo, I progetti per la Casa Littoria "Antonio Locatelli", 1937, aprile n. 4

Guglielmi E., Habitat Ufficio, Una testimonianza del passato. La "Casa Littoria di Bergamo" di Alziro Bergonzo, 1983, n. 8 pp. 42-52

Bertelli G.\ Brambilla M.\ Invernizzi M., Bergamo cent'anni di architettura 1890-1990, Bergamo 1994, pp. 68-69

Marchionna C., Alziro Bergonzo un architetto bergamasco, tesi di laurea, Politecnico di Milano, facoltà di Architettura, rel. L. Roncai, 2000-2001

Pagnoncelli F., L'Eco di Bergamo, Alziro Bergonzo la Bergamo del Ventennio, 2001, 1 ottobre p. 27

Pellegrini A. (a cura di), L'immagine della città. Il Novecento architettonico a Bergamo, catalogo della mostra, Bergamo 1-30 marzo 2003, Bergamo 2003

Guglielmi E. (a cura di), Arte e architettura. Salvatore Saponaro e Leone Lodi scultori tra gli architetti del Novecento lombardo, catalogo della mostra, Bergamo 2 maggio-5 giugno 2005, Bergamo 2005

Fonti e Documenti

Progetto della Casa del Littorio

Progetto della Casa del Littorio

Schede descrittive dei beni culturali e ambientali, Vecchio inventario dei beni culturali e ambientali

Vincoli di interesse sovracomunale

Alziro Bergonzo: un architetto bergamasco

Credits

Compilazione: Oscar, Paolo (2014); Resmini, Monica (2014)

Descrizione e notizie storiche: Resmini, Monica

Fotografie: Oscar, Paolo

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