Chiesa di S. Bernardino

Clusone (BG)

Indirizzo: Via P. A. Brasi (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Clusone (BG)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: chiesa

Configurazione strutturale: L'edificio presenta una facciata affrescata e un piccolo portico. All'interno ha una navata coperta da una volta a botte e un presbiterio coperto da una volta a crociera

Epoca di costruzione: sec. XIV - sec. XV

Autori: De Buschis, Jacopo, decorazione: facciata

Descrizione

La chiesa di San Bernardino di Clusone in Val Seriana è famosa per la grande "Danza Macabra" di Jacopo de Buschis, che occupa l'intero prospetto principale e caratterizza questo sito per la sua unicità iconografica. L'oratorio di Clusone raffigura una tematica particolarmente diffusa fin dal tardo medioevo nel nord Europa, strettamente legata alla riflessione sull'esistenza con i temi della morte che trionfa sulla vita e la danza tra i vivi, nelle loro diverse estrazioni sociali, e gli scheletri ad essi corrispondenti. L'edificio è ben visibile a lato del grande complesso della Basilica di Clusone, dedicata a Santa Maria Assunta e a San Giovanni Battista che, grazie alla sua posizione dominante. consente un'individuazione immediata. La grande facciata affrescata prospetta sul sagrato, da questo corpo di fabbrica fuoriesce un piccolo campanile e si accosta una struttura porticata con eleganti colonne dai capitelli a foglie grasse, tipicamente rinascimentali. L'ingresso avviene dal Museo della Basilica, raggiungibile dal lato destro dell'Oratorio. La navata è coperta da una volta a botte, con le pareti decorate dagli affreschi raffiguranti la vita di Gesù, mentre l'arco trionfale è interamente dipinto con una Crocifissione realizzata da Jacopo de Buschis. Il piccolo presbiterio è coperto da una volta a crociera dipinta con raffinati affreschi raffiguranti Padri della Chiesa e numerosi angeli, incorniciati in elementi circolari decorati da foglioline, al centro è raffigurato il monogramma di San Bernardino. Notevoli le opere lignee quattrocentesche come l'Annunciazione e i santi Bernardino e Sebastiano. Dei Fantoni di Rovetta è invece l'opera lignea settecentesca del Compianto.

Notizie storiche

La chiesa di San Bernardino è maggiormente conosciuta come Oratorio dei Disciplini, perché venne voluta nel 1350 proprio dalla Congregazione dei Disciplini Bianchi dell'Annunciata di Clusone. Nel 1450 la costruzione originaria, ancora presente, venne ampliata verso sud e nel 1452 venne intitolata a San Bernardino da Siena. Jacopo de Buschis, detto il Borlone, nel 1471 dipinge una grande Crocifissione nell'arco trionfale. Le pareti della navata vengono dipinte nel 1470 da un artista locale, di cui non si conosce il nome, che raffigura in quarantadue riquadri la storia della vita di Gesù. I dipinti della volta del presbiterio, raffiguranti Angeli, Padri della Chiesa, i quattro elementi e figure allegoriche sono del tardo Quattrocento come la pala d'altare che è di scuola veneta e il gruppo ligneo dell'Annunciazione riconducibile al gotico internazionale. Dello stesso periodo le statue di San Bernardino e di San Sebastiano. Nel 1485 il Borlone dipinse sul prospetto principale gli affreschi dedicati alla Morte con la famosa "Danza Macabra", purtroppo il lato destro è andato perduto nella seconda metà del XVII secolo quando venne realizzata la scala d'accesso al salone soprastante l'oratorio. In questo periodo venne anche realizzato il portico, sulle cui pareti esterne si osservano solo alcune tracce degli affreschi che lo ornavano, vennero infatti strappati nel 1972 e, dopo il restauro, collocati all'interno dell'edificio. In seguito all'ampliamento, tra il 1726 e il 1742, venne realizzato dai Fantoni di Rovetta "Il Compianto di Cristo".

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Uso attuale: intero bene: chiesa

Uso storico: intero bene: chiesa

Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico

Accessibilità: Visibile negli orari di apertura del museo

Credits

Compilazione: Bigoni, Federica (2007)

Aggiornamento: Morandini, Lucia (2014)

Descrizione e notizie storiche: Morandini, Lucia

Fotografie: Morandini, Lucia

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