Chiesa di S. Martino
Alzano Lombardo (BG)
Indirizzo: Piazza Italia (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Alzano Lombardo (BG)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: Domina Piazza Italia per la grande mole e la facciata monumentale. L'interno è a tre navate, divise da coppie di colonne, ricco di decorazioni in marmo e stucchi.
Epoca di costruzione: sec. XI - sec. XVII
Autori: Quadrio, Gerolamo, rifacimento
Descrizione
Nella seconda metà del Seicento si mise mano agli apparati decorativi interni affidati in larga misura allo stuccatore luganese Giovanni Angelo Sala, già apprezzato per i suoi interventi, con la bottega, nella basilica bergamasca di Santa Maria Maggiore. Nei cinque scomparti della volta centrale il Sala fu l'artefice dei medaglioni ovali decorati da ampie volute dorate, destinati ad accogliere le Storie di san Martino (1690) di Pier Paolo Raggi e abbellì - sottolineandone l'importanza - l'imponente architrave. Fra le cinque campate che scandiscono il ritmo della navata centrale, in corrispondenza delle colonne binate lungo ciascun lato, lo stesso stuccatore realizzò l'intera sequenza delle personificazioni allegoriche a tutto tondo collocate fra gli archi. Le superfici restanti sono occupate da altre decorazioni, a stucco o dipinte, dando luogo a un insieme ridondante nel quale la sovrabbondanza - di forme, contenuti e messaggi - è un espediente tutto barocco destinato a infondere nei fedeli stupore e coinvolgimento. La stessa sensibilità, aggiornata al mutare del gusto e della ricerca artistica, si conservò nel tempo. Nel Settecento l'ambizione a voler mantenere alto il livello qualitativo dell'intera impresa decorativa spinse la committenza a emulare l'intraprendenza artistica promossa a Bergamo dove i conoscitori attirarono in città artisti foresti, in particolare veneti. Nella basilica di Alzano giunsero opere dei veneziani Giovanni Battista Piazzetta e del suo allievo Giuseppe Angeli che, dopo la morte del maestro (avvenuta nel 1754), ne portò a termine la tela (Martirio di san Cristoforo), dei veronesi Louis Dorigny e Giambettino Cignaroli e di un altro veneziano, Francesco Cappella. Il mediatore di quest'ultima commessa fu il conte Giacomo Carrara, di origini alzanesi. Fra i manufatti di notevole qualità che impreziosiscono la basilica di Alzano si evidenzia il magnifico pulpito addossato ad una delle colonne binate che scandiscono le campate della navata. Progettato da Gian Battista Caniana nel 1700, venne messo in opera negli anni 1713-1714 dallo stesso artigiano con il concorso dei suoi collaboratori più stretti, fra i quali Andrea Fantoni (artefice delle parti scultoree in legno relative alla Vita di Cristo) e i Manni ai quali (secondo la letteratura) venne affidata la raffinata lavorazione dei marmi. Materiali diversi, per forme e colori, convivono in quest'opera in un'armoniosa unità: sono tutti frammenti del Creato assemblati da mani ispirate, non soltanto dal fare artistico ma dal sentire e dal vivere lo stupore della religione in una chiave tardobarocca. Gli stessi Sala, Fantoni e Caniana furono protagonisti anche dell'abbellimento delle tre sagrestie adiacenti la basilica. Costruite fra il 1676 e il 1679, vennero decorate da un elegante apparato plastico messo in opera da Giovan Angelo Sala e dal figlio Gerolamo negli anni 1677-1691 e, nel periodo 1679-1701, dalla straordinaria impresa scultorea della bottega dei Fantoni.
Sono ambienti destinati, in origine, ai soli religiosi e per questo proiettano i riguardanti in una dimensione di profondo misticismo, commovente per il carattere intimo e intenso delle sollecitazioni religiose che infondono. Particolarmente toccante è la seconda sagrestia, ultimata nel 1690. Era destinata al raccoglimento del sacerdote precedente l'incontro con i fedeli. Sotto lo sguardo di una moltitudine di angeli colti in espressioni di incanto, dolore e concitazione modellati nella volta dai Sala, i fatti della Vita di Gesù e i Martirii dei santi sono raccontati da Andrea Fantoni con grande perizia, lungo il coronamento ligneo.
Il programma iconografico è articolato in sequenze caratterizzate da un'espressività pungente e scoppiettante. La sagrestia restituisce non solo l'immagine di un formidabile laboratorio di idee per la meditazione religiosa, ma rispecchia lo slancio con il quale gli artigiani inventarono nuove soluzioni formali, coerenti ormai alla sensibilità barocchetta.
Notizie storiche
Il generoso legato testamentario del mercante di Alzano Niccolò Valle, dal 1657 rese possibile l'ampliamento della locale basilica. La fabbriceria affidò il progetto a Gerolamo Quadrio, noto per aver assunto anni addietro la carica di soprintendente del cantiere del Duomo di Milano. La costruzione, che in base ai progetti riconosciuti come autografi dell'architetto molto doveva ai modelli del suo maestro Francesco Maria Richino, fu terminata entro il 1669 e rimaneggiata fino all'Ottocento perdendo - soprattutto nella facciata - il suo assetto originario.
Uso attuale: intero bene: chiesa
Uso storico: intero bene: chiesa
Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico
Accessibilità: Apertura dalle 8,00 alle 12,00 e dalle 15.00 alle 19,00
Credits
Compilazione: Bigoni, Federica (2007)
Aggiornamento: Ribaudo, Robert (2011); Morandini, Lucia (2014)
Descrizione e notizie storiche: Bianchi, Federica
Fotografie: Morandini, Lucia
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/BG020-00674/
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