Compreso in: Monastero di S. Giulia - complesso, Brescia (BS)
Chiesa di S. Maria in Solario
Brescia (BS)
Indirizzo: Via dei Musei, 81B - Brescia (BS)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: Costruita come sacello interno al monastero destinato alla custodia del "tesoro" del convento di S. Giulia, in rapporto ai percorsi processionali, trovandosi in un vero e proprio crocevia tra palazzo abbaziale, chiesa principale, chiostro centrale e dormitorio. E' organizzato a base quadrata, in due aule sovrapposte, comunicanti tra loro mediante una scala interna alla muratura. In sommità, è coronato da un tiburio ottagonale contornato da una loggetta di sola funzione decorativa, non accessibile, con arcatelle in sequenza sostenute da piccole colonne con capitelli altomedioevali o romani, di reimpiego. All'interno, presenta una notevole decorazione ad affresco eseguita all'inizio del Cinquecento.
Epoca di costruzione: sec. XII
Autori: Ferramola, Floriano, decorazione interna
Descrizione
Grandi blocchi romani di mirato reimpiego, che dallo zoccolo al tiburio lasciano gradualmente posto a conci di medolo via via più ridotti, impreziosiscono il prospetto meridionale, affacciato su via Musei, della cappella doppia di S. Maria in Solario, fulcro dell'ampliamento romanico del monastero longobardo di S. Giulia.
Tre lesene coronate da archetti modulano la superficie delineando due specchiature che inquadrano altrettante coppie di monofore soprapposte (le uniche dell'edificio), le inferiori a strombo modanato e stretta fessura, le superiori, affiancate da bifore cieche, più ampie e a spalle quasi dritte per meglio illuminare il piano superiore. Spioventi angolari raccordano la copertura con il tiburio a ottagono irregolare, articolato da sottogronda ad archetti e arcate a doppio profilo su pilastri e colonnine altomedievali (con sostituzioni di restauro), che schermano l'estradosso della cupola pur dando luce ai quattro oculi.
Il piano inferiore, cui si accede da nord sotto il portico di inizio xv secolo, è un ambiente quadrangolare voltato con quattro crociere su archi lapidei (usati per poggiarvi le céntine, come indicano le fessurazioni rispetto alle vele; Panazza 1942, 1963). Lungo i perimetrali gli archi poggiano su semipilastri con abaco modanato, mentre al centro confluiscono su di un'ara romana iscritta sul lato sud (deo soli/res pvbl[ica]). In costante penombra e di incerta funzione originaria, l'ambiente conduce mediante una scala in spessore di muro, sempre sul lato nord, al luminoso piano superiore. Il Rituale, "corpus" di consuetudini liturgiche compilato nel secolo xiii, ne attesta le funzioni di ecclesia secondaria, stazione liturgico-processionale e sala del tesoro del monastero; funzione, quest'ultima, ripresa dall'allestimento museale, che pone sotto il vertice della cupola ovoidale su trombe la Croce di Desiderio. Custoditi in cassoni ferrati, alcuni riposti nei due armaria in spessore di muro (l'uno accanto alla scala e nobilitato dall'architrave romano, l'altro adiacente la monofora sud-ovest), tali oggetti erano esposti periodicamente in S. Salvatore "super gratem feream que est super altare maiori", oppure portati in processione (Breda 2001).
I tre emicicli in spessore di muro del lato orientale, dedicati a S. Benedetto, S. Scolastica e S. Agata, ripropongono il tipo altomedievale della Dreiapsidensaalkirche (chiesa a sala con tre emicicli; Lomartire 2003), ben esemplificata in S. Giovanni a Müstair (IX sec.) e ben attestata nel Bresciano fra i secoli viii e x: S. Salvatore e S. Pietro in Mavinas a Sirmione, S. Giorgio a Montichiari (Viotto 2008-2009), S. Benedetto a Brescia, dipendenza cittadina del monastero di Leno (scavi 1966-1967; Panazza 1972). L'impianto a due livelli segue invece il tipo germanico della Doppelkapelle (Schü 1929), ma in una declinazione priva del pozzo centrale di collegamento e coperta da cupola.
Nell'angolo nord-ovest si aprono due portali. Originario è quello più a nord, che attraverso solaria collegava il coevo palazzo abbaziale con lobia magna, in asse con S. Maria a divisione del chiostro dalla Curia; da lì si accedeva al dormitorio e quindi al coro delle monache di S. Salvatore, attraverso la passerella sospesa tra il perimetrale e il setto murario sud (sono ancora visibili i passaggi in rottura). Sempre nel secolo xii la basilica di S. Salvatore fu interessata dall'ampliamento a oratorio della cripta altomedievale, i cui sottarchi ricevettero un decoro in stucco memore di quello desideriano dell'aula superiore.
Notizie storiche
Dalle lacune del decoro dipinto di inizio XVI secolo emergono tracce di intonaci precedenti, tuttavia non antichi quanto l'edificio, su base formale ascrivibile al terzo quarto del secolo XII.
Uso attuale: intero bene: museo
Uso storico: intero bene: chiesa
Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale
Credits
Compilazione: Tognazzi, G. (2005)
Aggiornamento: Ribaudo, Robert (2013)
Descrizione e notizie storiche: Scirea, Fabio
Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/BS270-00007/
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