Parrocchiale di S. Andrea Apostolo
Iseo (BS)
Indirizzo: Piazza del Sagrato - Iseo (BS)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: Più volte ricostruita durante i secoli, è il cuore del nucleo edilizio medievale. L'interno, a tre navate di stile neoclassico su arcate sostenute da pilastri e cupola sopra la cappella maggiore, è completato da dieci cappelle. La facciata è a frontone, di stile romanico, indubbiamente costruita per una chiesa a tre navate con il campanile a portico, al centro e alquanto aggettato, in pietra a vista, a corsi di conci di medolo del tipo opus incertum e recante, a sinistra, il Mausoleo di Giacomo Oldofredi, feudatario di Iseo del XIV sec. che, secondo numerosi storici, ne ha ordinato la costruzione (in gran parte a sue spese); sopra i due portali laterali sono state aperte due finestre semicircolari; nel registro inferiore, si notano inoltre quattro settori a corsi regolari di conci lavorati più accuratamente (due a sinistra e due a destra del campanile) e le sinopie di altri interventi effettuati in tempi imprecisabili. Il portale è lineare in pietra, decorato con un frontone curvo.
Epoca di costruzione: sec. XI - sec. XIV
Descrizione
S. Andrea era una chiesa vescovile importante, a tre navate, purtroppo abolite nel XVI e XIX secolo. Resta traccia di una monofora all'inizio del perimetrale nord. Secondo una testimonianza seicentesca (Rinaldi 1685), la chiesa a tre navate sarebbe stata dotata di una cripta a tre navate sotto l'abside centrale, mentre dalle navatelle si sarebbe potuto salire al presbiterio superiore. La facciata lapidea (nelle parti superiori di età moderna) conserva in prossimità degli angoli tracce di due portali romanici in cotto, ambedue con ghiera che alterna laterizi di piatto e di taglio, ma solo quello a nord con bardellone a "denti di lupo". I due portali sono difformi sia per la larghezza che per l'originaria quota pavimentale. L'imponente torre romanica fu probabilmente inserita in una preesistente facciata (non fu addossata, forse, perché c'era il battistero a ridosso).
La parte inferiore della torre è fiancheggiata da due corpi murari che, all'interno, ne costituiscono parte integrante. Cinque file di archetti pensili in cotto separano i piani esterni della torre, introducendo anche una nota coloristica ritmica che scandisce l'alta canna lapidea. Sul lato occidentale sono poste una piccola feritoia, in basso, e una singolare finestra oblunga posta in verticale, più sopra; in alto, al di sotto della cella campanaria moderna, si leggono una trifora e una bifora romaniche (presenti anche sugli altri lati), tamponate dopo la costruzione della cella stessa.
È più che plausibile che il "prototipo" della tour-porche fosse quello esistente sul fronte della rotonda di S. Maria, cattedrale "doppia" di Brescia, di pertinenza dello stesso vescovo (Tassini 2004). Tassini ha interpretato la torre di Brescia come luogo di conservazione del tesoro e delle reliquie della cattedrale. Per Iseo non abbiamo ancora un'ipotesi plausibile, che potrebbe solo essere indotta dalla struttura interna alla torre. Questa, mentre al piano terra è sorretta da forti pilastri angolari, ed era in origine aperta con archi su tutti i lati, al piano alto (quota: 4,30 m) è provvista di un vano con una nicchia e due bifore simmetriche in pietra rossa nella parete verso la navata della chiesa. Il vano è affiancato da due celle absidate laterali con esso comunicanti, anche se a quota più bassa. A queste si saliva in origine con scale lignee dalle navate laterali, e da esse si sale con gradini al vano superiore. Un portale e una bifora (con colonnetta e capitello con croce) collegano le celle al vano centrale. Se non si vuole interpretare anche questa torre come luogo di conservazione di oggetti preziosi o reliquie (ciò che è senz'altro possibile), resterebbe anche la possibilità (non incompatibile con la prima) di un repositorio del Sepulchrum pasquale, essendo il rito della Depositio documentato nel corpo occidentale anche in Europa (S. Trinità ad Essen). Questa eventualità sarebbe tuttavia più giustificata nella torre della cattedrale di Brescia che non in quella di Iseo (semplice pieve), che pur vi deriva.
La torre di facciata, maggiormente diffusa in Francia, conosce anche esempi nord-italiani (Panazza 1974). Quella della rotonda bresciana deriva dal modello delle cappelle palatine esemplate su Aquisgrana. Un caso di poco posteriore è quello di S. Fermo a Credaro (diocesi di Bergamo). Vanno citate anche le torri di Schianno (Varese), di Scaria (Como), di Tizzano (Parma), oltre a una serie di torri di facciata canavesane (Bollegno, Chiaverano, Lugnacco, Pecco). Più tarda è quella di S. Maria del Tiglio a Gravedona (XII sec.), che è anche l'esempio più strutturato e anche per questo più accostabile a Iseo, per quanto avesse origine contestuale alla chiesa. La torre di Iseo (ampia come la navata centrale!) è uno straordinario esempio di tour-porche monumentale in una pieve, spiegabile solo con il collegamento vescovile.
Notizie storiche
A. Breda osserva infatti che "se la torre fosse coeva alla facciata, la muratura della porzione inferiore del prospetto del suo corpo nord, cui corrisponde all'interno il braccio settentrionale dell'atrio, sarebbe identica a quella osservabile più in alto, che è in masselli assai meglio squadrati disposti in filari rettilinei di altezza costante". La muratura più antica, che rigira anche sul fianco nord, è invece in masselli di lavorazione più sommaria disposti in corsi meno regolari, ed è certo databile all'XI secolo.
Al di sotto della cella campanaria moderna, si leggono una trifora e una bifora romaniche (poi tamponate, presenti anche sugli altri lati). Avevano in origine la funzione di alleggerire la muratura della torre, per cui è stata proposta una cronologia di XII secolo (non certo molto avanzato) che la muratura stessa giustifica.
Uso attuale: intero bene: chiesa
Uso storico: intero bene: chiesa vescovile
Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico
Credits
Compilazione: Morandini, Lucia (2004)
Aggiornamento: Ribaudo, Robert (2013)
Descrizione e notizie storiche: Piva, Paolo
Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/BS280-00248/
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