Compreso in: Piazza della Loggia - complesso, Brescia (BS)
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Palazzo della Loggia
Brescia (BS)
Indirizzo: Piazza della Loggia, 6 (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Brescia (BS)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: palazzo
Configurazione strutturale: Edificio a pianta rettangolare, tipologicamente bramantesco, con un involucro dai caratteri veneti: loggia al piano terreno e grande salone al piano primo come nei broletti lombardi
Epoca di costruzione: sec. XV - sec. XX
Autori: Formenton, Tommaso, autore del modello; Grassi, Filippo, direzione lavori; Bernardo da Martinengo, direzione lavori; Foppa, Vincenzo, progetto decorazione; Sansovino, Jacopo, completamento; Beretta, Lodovico, sopraelevazione e direzione lavori ampliamento; Alessi, Galeazzo, consulenze per copertura; Palladio, Andrea, consulenze per copertura; Rusconi, Gianantonio, consulenze per copertura; Vanvitelli, Luigi, completamento
Descrizione
Di Tommaso Formenton, l'autore del modello, a detta dei documenti, poco si sa: e quel poco non permette di assegnargli l'invenzione della Loggia, per come noi la vediamo oggi, con le sue arcate solenni, ispirate a evidenza all'antica architettura romana, così come i pilastri; con il rigore severo del suo impianto planimetrico, e con la sua partitura architettonica semplice ed essenziale. Chi sia stato però l'autore del nuovo progetto non è dato sapere, per il silenzio dei documenti: Bramante, dicono spesso le fonti bresciane, e anche Milizia, nel 1785. Il solo punto d'accordo, per tutti, è il carattere bramantesco dell'edificio. Lupo ha sottolineato la vicinanza di alcune soluzioni adottate nel Palazzo della Loggia alle invenzioni di Vincenzo Foppa: i busti di imperatori nei tondi dei pennacchi, ad esempio, assai simili a quelli che Foppa aveva dipinto, tra il 1465 e il 1468, nella cappella Portinari in Sant'Eustorgio a Milano. È possibile, quindi, secondo Lupo, che Vincenzo Foppa abbia sorvegliato la regia dell'apparato decorativo del palazzo: non si spiega, altrimenti, la straordinaria unità del complesso, e soprattutto la sorprendente sintassi classica che governa la disposizione degli elementi. Del resto, in quegli anni, Foppa era a Brescia: nel 1489 il governo cittadino gli aveva chiesto, infatti, di occuparsi della decorazione degli edifici pubblici e dell'educazione dei giovani nell'arte della pittura e dell'architettura.
Alla fine degli anni Quaranta l'assetto dell'ordine inferiore è ormai definitivo: e si comincia a pensare al problema del secondo ordine del palazzo. In questi anni abbiamo notizia di un solo episodio di decorazione interna: le otto tele dedicate al tema della Giustizia che, nel 1549, il Collegio dei Giureconsulti commissiona a Giulio Campi per la propria sede all'interno del palazzo Il ciclo, compiuto probabilmente entro il 1564, fu rimosso dalla collocazione originale forse dopo la caduta della repubblica di Venezia.
Il 31 ottobre 1549 il Consiglio generale cittadino decide di riprendere i lavori. Dopo una consulenza di Palladio nel 1550, nel 1554 l'amministrazione civica di Brescia incarica Jacopo Sansovino di completare il Palazzo della Loggia: l'architetto fiorentino adotta una soluzione di grande intelligenza, ideando un prospetto arretrato rispetto al primo ordine e scandito da lesene scolpite con motivi a candelabre; a coronamento del secondo ordine, Sansovino progetta una balaustra ornata da sculture, posta al disopra della trabeazione e del ricco fregio scolpito; così, il prospetto superiore assume importanza architettonica identica a quella della parte più antica del palazzo. Il progetto di Sansovino comprendeva anche la decorazione scultorea della facciata. La direzione dei lavori fu affidata a Ludovico Beretta, architetto soprintendente delle fabbriche civiche: e autore, poco dopo, nel 1556 del modello per la copertura del palazzo, che Beretta disegnò a carena, con un rivestimento esterno di lastre di piombo.
Ormai la fabbrica è alle battute conclusive: e finalmente si può pensare alla decorazione. Nel 1564 è a Brescia Tiziano, per intese preliminari con l'amministrazione civica, che intende affidargli l'incarico di eseguire tre dipinti destinati al soffitto del grande salone. Le tele di Tiziano erano terminate nel 1569: ma solo pochi anni dopo, il 18 gennaio 1575, un disastroso incendio distrusse il grande salone.
Il 6 febbraio 1575 giunse a Brescia Palladio, che aveva l'incarico di studiare una copertura provvisoria per l'edificio e di elaborare un progetto di sistemazione complessivo per il palazzo; progetto che non ebbe, però, alcun seguito. La discussione, nei secoli successivi, proseguì a lungo e numerose furono le proposte, ma solo con l'intervento di Vanvitelli, nel 1769, l'impresa sarà finalmente terminata.
Notizie storiche
Inizia nel 1433 la lunga storia di Piazza della Loggia, la "platea magna" di Brescia;nell'autunno del 1435 la piazza era pressoché compiuta, e già in fase avanzata la costruzione della Loggia, iniziata solo pochi mesi prima e destinata a ospitare le riunioni del governo cittadino. Poco dopo, nel 1437, riprese però la guerra tra la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano: di nuovo Brescia, città di confine, fu coinvolta nel conflitto, e i lavori per la piazza furono, ovviamente, interrotti. Nel 1454 il trattato di pace di Lodi riconobbe definitivamente alla Repubblica di Venezia il dominio su Brescia: e anche il cantiere della 'platea magna' riprese a funzionare con regolarità (Frati - Gianfranceschi - Robecchi, 1995).
I lavori si susseguono fitti per tutta la seconda metà del secolo: costruita la Loggetta, dove nel 1489 Vincenzo Foppa dipingerà a fresco la Giustizia di Traiano, sistemata la torre dell'orologio, selciata la piazza; ma due, soprattutto, sono gli interventi di grande valore simbolico: la costruzione del cosiddetto 'Lapidarium' o Monte Vecchio di Pietà, sul lato meridionale della piazza, e il nuovo palazzo della Loggia; entrambi con una inedita, fino ad allora, per Brescia, veste architettonica all'antica.
A Tommaso Formenton, nel 1484 l'amministrazione cittadina aveva commissionato il modello per il nuovo Palazzo della Loggia, che doveva sorgere al posto della vecchia Loggia d'inizio secolo ed era destinato a diventare sede del Palazzo di Giustizia.
Non abbiamo alcuna certezza, anche in questo caso, sul vero autore del progetto della Loggia: sappiamo solo che dall'autunno 1493 furono presenti in cantiere, con diversi livelli di responsabilità, due architetti, il bergamasco Bernardino da Martinengo e il milanese Filippo Grassi, già soprintendente di fabbrica per il prospetto meridionale della piazza (Frati - Gianfranceschi - Robecchi, 1995). Ma anche qui, come nel caso del Lapidarium, i due ebbero probabilmente il solo compito di dirigere i lavori, che si svolsero con rapidità: il primo ordine, infatti, risulta già concluso nel 1504; e contemporaneamente, tra il 1493 e il 1501 si lavorava anche alla decorazione scultorea (Lupo, 2002).
L'apparato decorativo fu infatti progettato e realizzato in stretta relazione con le forme architettoniche: per l'esecuzione furono chiamate maestranze di origine diversa, lombarda, ticinese e veneta.
Uso attuale: intero bene: uffici
Uso storico: intero bene: uffici
Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale
Accessibilità: Apertura:
Annuale
Ingresso gratuito
Per informazioni:
Tel: 030 2977237
Come raggiungere il bene:
Treno: Brescia
Autostrada: A4 uscita Brescia
Credits
Compilazione: Morandini, Lucia (2007)
Aggiornamento: Ribaudo, Robert (2009); Trombini, Lara (2014)
Descrizione e notizie storiche: Monaco, Tiziana
Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book; Trombini, Lara
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/BS400-00329/
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