Compreso in: Villa Carlotta - complesso, Tremezzina (CO)
Villa Carlotta - complesso
Tremezzina (CO)
Indirizzo: Via Regina, 2 (Fuori dal centro abitato, isolato) - Tremezzina (CO)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: villa
Configurazione strutturale: Il complesso di Villa Carlotta si sviluppa secondo uno schema planimetrico irregolare con il lato maggiore prospiciente la via Regina; è composto da un vasto parco/giardino e dalla Villa Carlotta. Il parco-giardino si estende per quasi tutto il versante della collina in riva al lago ed è strutturato su ampi terrazzamenti con zone di giardino all'inglese tenute a prato, giardino all'italiana nella zona antistante la villa e parco con alberi ad alto fusto nella parte più alta. Alla villa, posta a quota più alta rispetto alla via Regina e con il fronte principale rivolto verso il lago, si accede a mezzo di una scalinata monumentale a rampe simmetriche immersa nel verde del giardino all'italiana
Epoca di costruzione: ca. 1684 - ca. 1695
Comprende
Descrizione
La villa presenta un corpo di costruzione massiccio, secondo la sobria tradizione lombarda, impostato, in omaggio al gusto tardo seicentesco, su un unico asse centrale che, partendo dal cancello di entrata a lago, divide in due parti uguali la proprietà. Non sono noti architetto e anno di edificazione. Le suggestioni della costruzione originale sono evocate dalle cinque tavole pubblicate nel 1743 da Marc'Antonio Dal Re nel secondo volume delle Ville di delizia. È grazie a tali incisioni che è possibile oggi affermare che il rigore simmetrico è quanto il tempo e le circostanze hanno permesso giungesse fino a noi della prima edificazione, insieme allo scalone elicoidale ed i soffitti in legno dipinto, detti a passa sotto, unica testimonianza superstite della decorazione primitiva. Del periodo Clerici è il giardino all'italiana che fronteggia la villa con balaustra in pietra decorata da figure allegoriche in marmo di Condoglia e fontana con vasca sagomata e statua di Arione di Metimna.
Con Sommariva l'edificio viene modificato sia all'esterno, con l'aggiunta di lesene e balaustra con orologio, che all'interno nella predisposizione delle sale del primo piano, destinate ad accogliere le opere d'arte. Il salone centrale venne arricchito da una importante volta carenata dipinta a cassettoni, stelle e rosoni neoclassici in finto stucco e da ampie finestra a lunettoni per valorizzare il gruppo scultoreo di Venere e Marte, eseguito nel 1805 da Luigi Acquisti e l'altorilievo con L'Ingresso di Alessandro Magno in Babilonia, capolavoro dello scultore danese Bertel Thorvaldsen. La sala dei gessi, ambiente che mantiene ancora oggi intatta l'atmosfera della dimora di Sommariva, ospita, oltre ai quattro modelli originali per le figure allegoriche dell'Arco della Pace di Milano, la Terpsychore di Antonio Canova, modello originale in gesso del 1811 della scultura in marmo, sempre di proprietà di Gian Battista Sommariva, rappresentante la musa della danza e collocata nella dimora parigina del collezionista. Questo gesso reca ancora intatte le repère, tracce di quel particolare processo creativo che diede origine a molti dei capolavori di Canova. Un altro capolavoro della raccolta è il Palamede di Antonio Canova, restaurato dallo stesso artista dopo essere caduto nel suo studio romano per il cedimento del bilico su cui poggiava. Nelle altre sale trovano posto il celebre gruppo Amore e Psiche giacenti eseguito tra il 1818 e il 1820 da Adamo Tadolini da un unico blocco di marmo di Carrara di eccezionale bellezza, la grande tela" Virgilio legge il sesto canto dell'Eneide" del pittore francese Jean-Baptiste Wicar ed il capolavoro di Francesco Hayez, l'Ultimo addio di Romeo e Giulietta del 1823, manifesto dell'allora nascente pittura romantica in Italia. Al secondo piano trova posto la dimora dei Sassonia- Meiningen con arredi d'epoca.Di particolare interesse è anche l'Oratorio che, situato a sinistra dell'ingresso, racchiude i monumenti funebri dei Sommariva tra i quali spicca quello di Gian Battista, scolpito da Pompeo Marchesi nel 1829.
Intorno alla villa si sviluppa il celebre parco che copre oggi una superficie di circa 8 ettari. Favorito dalla fertilità del terreno dovuta al deposito, da parte di antichi ghiacciai, di un sedimento particolarmente acido, il parco di villa Carlotta è celeberrimo per la stupefacente fioritura primaverile dei rododendri e delle azalee in oltre 150 varietà. Ma ogni periodo dell'anno è adatto ad una visita, tra antichi esemplari di camelie, cedri e sequoie, platani e faggi purpurei ed essenze esotiche.
Notizie storiche
L'edificazione della villa si deve, intorno al 1690, al marchese Giorgio II Clerici (1648-1736); la sua famiglia, originaria probabilmente della zona, si era straordinariamente arricchita grazie al commercio e alle attività di Giorgio I (1575-1660 e dei suoi figli, Pietro Antonio (1599-1675) che ottenne il titolo di marchese, e Carlo (1615-1677), proprietario di palazzi a Milano e in Brianza, che lascerà al figlio Giorgio II straordinarie ricchezze e una posizione sociale di rilievo. A questi succedette il pronipote, Antonio Giorgio (1715-1768) che morì dopo aver dissipato la cospicua fortuna famigliare. I beni rimasti passarono a un ramo cadetto della famiglia; la villa sul lago invece giunse all'unica figlia, Claudia, sposa del conte Vitaliano Bigli. Fu proprio Claudia a vendere nel 1801 la proprietà di Tremezzo a Gian Battista Sommariva, allora Presidente del Comitato di Governo della Repubblica Cisalpina. Al momento dell'acquisto, Sommariva era tra gli uomini più potenti di Milano e mirava ad avere una dimora all'altezza del suo rango. Colto e spregiudicato, Sommariva vantava amicizie illustri, possedeva un fastoso palazzo a Parigi ed era un celebre collezionista d'arte in contatto con i più celebri artisti dell'epoca, tra i quali Canova, David, Girodet, Prud'hon e Thorvaldsen. Desideroso di acquisire, insieme alle opere d'arte, un sempre maggiore prestigio, destinò alla villa di Tremezzo una parte cospicua delle sue collezioni, modificandola anche strutturalmente e liberandola dalle decorazioni e dagli arredi settecenteschi per renderla più idonea ad accogliere le opere. Furono proprio i capolavori d'arte che resero la villa famosissima in tutta Europa e attirarono illustri visitatori quali Stendhal, Lady Morgan e Flaubert. Alla costituzione della straordinaria collezione non fu estraneo certo un sentimento di rivalsa nei confronti dell'eterno nemico Francesco Melzi, la cui villa era nel frattempo stata edificata proprio di fronte a quella del Sommariva, sulla penisola di Bellagio.
La villa di Tremezzo venne acquistata dalla principessa Marianna di Nassau, moglie del principe Alberto di Prussia, nel 1843. Nel 1847, con la donazione della villa alla figlia Carlotta (1831-1855) - dal cui nome ebbe origine la popolare denominazione che ancora oggi la villa conserva - in occasione delle sue nozze con il granduca Giorgio di Sassonia-Meiningen (1826-1914), la proprietà passò definitivamente alla casata tedesca. I Sassonia-Meiningen attribuirono alla villa principalmente la funzione di soggiorno e di villeggiatura e perciò non recarono grandi modifiche all'edificio, se non all'apparato decorativo che venne arricchito con motivi motivi neo rinascimentali e pompeiani ad opera di artisti tedeschi e italiani, tra cui Ludovico Pogliaghi. I nuovi proprietari vendettero quanto restava delle raccolte d'arte Sommariva, ad eccezione dei grandi dipinti e di alcune sculture, e dedicarono le loro energie al grande parco. I duchi Bernardo e Giorgio II, appassionati di botanica, arricchirono ed abbellirono il giardino immettendo un numero cospicuo di nuove specie, con particolare predilezione per rododendri, azalee, camelie, felci e palme.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, mentre i beni dei sudditi nemici residenti in territorio nazionale vengono soggetti a sequestro, tale provvedimento non venne attuato per Villa Carlotta. Nominato un curatore, conobbe un periodo d'incertezza sul suo futuro, fino a quando, grazie alla lunga battaglia sostenuta dall'avvocato Giuseppe Bianchini e dal Rotary Club di Milano e con decreto reale del 12 maggio 1927 venne costituito l'Ente morale Villa Carlotta, cui venne affidata la cura e la gestione della villa e del giardino. Lo statuto dell'ente prevede che tutti gli introiti ricavati dai biglietti vengano devoluti al miglioramento del complesso.
Uso attuale: intero bene: museo
Uso storico: intero bene: abitazione
Condizione giuridica: proprietà Stato
Riferimenti bibliografici
Villa Carlotta, Villa Carlotta, Cinisello Balsamo 1992
Cottini P./ Zappi P., Villa Carlotta il giardino e il museo, Cinisello Balsamo 2000
Bascapè G. C., Arte e storia dei giardini in lombardia, Milano 1962
Mazzocca F., Villa Carlotta, Milano 1983
Masson G., Giardini d'Italia, Milano 1961
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Catalano, Michela (2001)
Aggiornamento: Paci, Giovanna (2006); Galli, Maria (2010); Leoni, Marco (2014)
Descrizione e notizie storiche: Paci, Giovanna; Solivani, Tiziana
Fotografie: Mussi, Lorenzo
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/CO160-00021/
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