Chiesa di S. Giacomo

Como (CO)

Indirizzo: Piazza Guido Grimoldi - Como (CO)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: chiesa

Configurazione strutturale: Presenta un impianto a tre navate con la torre campanaria impostata a sinistra nella facciata. Del primitivo edificio rimangono all'esterno le tre absidi, decorate da archetti a doppia ghiera; all'interno i quattro capitelli e i simboli degli Evangelisti dell'androne. Il campanile si ottenne sovralzando ed alterando nel Seicento una torre di difesa delle mura nella parte nord, che arrivava circa all'altezza del tetto della chiesa. Con le trasformazioni del Settecento, il campanile assunse l' aspetto odierno.

Epoca di costruzione: seconda metà sec. XI

Descrizione

La chiesa sorge vicino al duomo, alle spalle del Broletto.
Molto dibattuta è stata anche la sua funzione, considerata la particolare collocazione tra l'episcopio e il duomo e l'allineamento con questo. Sulla base dei documenti d'archivio e del confronto con casi analoghi, P. Piva è giunto alla conclusione che il S. Giacomo costituisse un elemento di una "cattedrale doppia". L'importanza dell'edificio è del resto testimoniata dalle sue dimensioni originarie, con la torre angolare che lambiva quasi la muratura del Broletto.
La facciata con nicchie ai lati del portale e serliana centrale è frutto dei lavori del XVI secolo. La muratura esterna delle navate, scandita da lesene e decorazione ad archetti, è pressoché illeggibile per gli edifici che vi sono addossati. Anche l'abside, caratterizzata nel sottotetto da una serie di finestre cieche e da una galleria di sette arcate sostenute da esili colonnette, presenta le stesse difficoltà di accesso. L'interno, a tre navate, è dotato di transetto, con absidi minori in spessore di muro e abside maggiore articolata da nicchie. Le colonne delle navate sono in cotto e hanno capitelli ad angoli smussati, del tutto simili a quelli del S. Abondio. A sostegno della cupola sono pilastri cruciformi.

Notizie storiche

Non si dispone di notizie precise sulla sua fondazione e il documento più antico che la menziona risale al 1144. L'incertezza ha dato origine a diverse ipotesi, tra le quali la più plausibile sembra essere quella della costruzione entro la fine dell'xi secolo, negli ultimi anni dell'episcopato di Rainaldo (morto nel 1084). Tale datazione è supportata non solo dall'analisi del contesto storico, ma da confronti stilistici, in particolare con S. Abondio (la cui porzione centrale è collocabile al 1070 ca.), dove compaiono gli stessi imponenti pilastri cilindrici della navata e il motivo delle due torri campanarie (anche se qui traslate in facciata), e con la chiesa abbaziale cluniacense di S. Giovanni di Vertemate (v.), alla cui fondazione (1084) Rainaldo partecipò attivamente.
La questione, però, non può dirsi totalmente risolta perché tra le chiese comasche consacrate nel 1096 da papa Urbano ii, S. Giacomo non compare (già consacrata o non terminata?).
All'interno vi si tennero le assemblee del neonato comune, mentre la piazza antistante venne chiamata broleto cumano (nel 1215 vi venne edificato il vero e proprio Broletto). La vicinanza con questa struttura, simbolo del potere comunale, ma soprattutto la concessione di spazi sacri alla trattazione di questioni civili, come testimoniano documenti del xiii secolo in cui si attesta che la campana di una delle due torri chiamava a raccolta per il consiglio comunale, deve aver decretato una progressiva connotazione secolare all'edificio.
Durante le lotte interne tra le famiglie dei Vittani e dei Rusconi il pronao della chiesa fu fortemente danneggiato. Questa circostanza determinò da un lato l'inizio di una progressiva vendita a privati degli spazi che si originarono nei pressi dell'edificio e dall'altro l'inclusione di alcune parti della muratura superstite nelle opere di fortificazione che riguardarono questa parte della città. La demolizione definitiva di quel che rimaneva di questa struttura, con le relative superfettazioni, avvenne nel 1927.
Dalla visita pastorale del 1578 si apprende che la chiesa necessitava di importanti interventi per lo stato di profondo degrado in cui si trovava. Dodici anni più tardi il vescovo Ninguarda annota che l'intervento di restauro è stato effettuato a spese del Comune che, dopo aver demolito lo spazio compreso tra la facciata e le prime cinque campate, ne ha ottenuto l'uso come area di pubblico utilizzo.
Quasi un secolo dopo si intervenne in modo radicale sull'edificio, stravolgendone completamente le forme e le proporzioni originarie. Si trasformarono le colonne in grossi pilastri, vennero costruite le volte a crociera nella navata centrale, fu eliminato il tiburio ottagonale della cupola, chiuse le absidi laterali trasformandole in sacrestie e si innalzò il piano del pavimento. Parallelamente, all'esterno della chiesa, la costruzione di edifici privati aumentava, rendendo progressivamente più faticosa la lettura delle forme, soprattutto nella parte absidale. All'inizio degli anni Settanta del secolo scorso si rese necessario un intervento di restauro per l'imminente rischio di crollo del tiburio, supportato però anche dalla consapevolezza dell'importanza storico-architettonica della chiesa. Venne così riportato il tiburio alla primitiva pianta ottagonale e furono riaperte nella sua muratura delle bifore, di cui erano state rinvenute delle tracce e gli otto oculi in tufo. Furono sostituite le capriate, alzandole e riportandole all'antica inclinazione, in maniera da recuperare i quattro grandi archi alla base del tiburio, attraverso i quali scorgere le capriate stesse. Si procedette anche al rifacimento della copertura del braccio settentrionale del transetto.

Uso attuale: intero bene: chiesa

Uso storico: intero bene: chiesa

Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico

Credits

Compilazione: Catalano, Michela (2004)

Aggiornamento: Galli, Maria (2010); Ribaudo, Robert (2013)

Descrizione e notizie storiche: Rurali, Elisabetta

Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book

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