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Chiesa dell'Abbazia di S. Giovanni
Vertemate con Minoprio (CO)
Indirizzo: Va Abbazia - Vertemate con Minoprio (CO)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: La chiesa è composta da tre navate, una centrale più grande e due laterali minori, tutte e tre concluse da un'abside sul fondo. È presente anche un transetto. La facciata a salienti è molto semplice, in pietra a vista, con portale centrale sormontato da un finestrone e due monofore in corrispondenza delle navate laterali. Contiene degradati lacerti di affreschi del Trecento e del Quattrocento.
Epoca di costruzione: ante 1095
Autori: Bernasconi Clemente, rifacimenti
Descrizione
S. Giovanni Battista è a tre navate (con volte solo nelle due laterali), transetto non sporgente con incrocio, santuario triplice con collaterali comunicanti e un'abside centrale più profonda. I bracci del transetto hanno volte a botte trasversale come in molte chiese cluniacensi francesi. Non è mai esistita una prima fase a unica navata, supposta dall'architetto Clemente Bernasconi, che curò i restauri degli anni Sessanta del secolo scorso, ma smentita da scavi recenti. Il S. Giovanni Battista è costruito in conci di pietra di vario formato e taglio irregolare (equiparabile alle poche parti superstiti di Pontida, San Paolo d'Argon, Vallate e Fontanella I), che ne confermano la cronologia di fine XI secolo. Si tratta della classica pianta "ad uso priorati" che esisteva anche ad Argon e nelle più tarde Castelletto, Capodiponte, Fontanella II, Arlate, caratterizzata da tre navate (qui quattro), transetto non sporgente (qui "basso") e santuario a collaterali comunicanti con esso (tripartito = plan bénédictin). Il collaterale sud del santuario è frutto del restauro Bernasconi del 1960 e ss., però sulla base di risultanze di scavo.
Le navate laterali erano (e sono) coperte con quattro volte a crociera incupolata per parte, rinfiancate da contrafforti a nord e originariamente dal chiostro a sud. Due aperture arcuate per l'accesso al sottotetto delle navate laterali (a scopo di manutenzione) sono praticate all'attacco delle volte a botte dei bracci del transetto . Gli archi divisori delle navate poggiano su sostegni cilindrici, anch'essi in blocchi curvilinei di pietra e con capitelli di tipo cubico (ma parallelepipedi) a smussature angolari nervate. La chiesa manca attualmente di due elementi essenziali alla sua "identità": il nartece esterno e la torre sottocupolata all'incrocio, attestata da una visita pastorale del 1685, ma posta in dubbio da Autenrieth 2006 (che non esclude un tiburio lombardo, riproposto dal restauro Bernasconi). La torre, di origine borgognona (nota tuttavia in Borgogna non molto prima del 1100; Autenrieth 1981, p. 144), esisteva anche ad Argon ed esiste a Capodiponte, ma solo a Vertemate sarebbe stata affiancata, invece che da volte a crociera, da due volte a botte trasversali sui bracci del transetto, che hanno paralleli in Francia ma anche a Pavia. A Vertemate inoltre non si determina un transetto di tipo "separato", con muri pieni sopra gli archi posti tra incrocio e bracci del transetto, ma un incrocio regolare con quattro archi diaframma alla stessa altezza. Tornano le volte a crociera nel santuario (rettangolare oblunga) e nei suoi collaterali (quadrate). Autenrieth ha definito acutamente Vertemate "un'eco comasca dell'architettura salica sulla pianta benedettina". Se infatti è innegabile il rapporto tipologico dell'impianto della chiesa con quello di Argon, Capodiponte e Fontanella ii (ma anche con Castelletto e Arlate, se si prescinde dallo pseudo-transetto e dalla mancanza della torre d'incrocio), è altrettanto innegabile l'esecuzione da parte di maestranze locali, tradita da elementi tecnici (taglio della pietra) e stilistici, quali il sostegno cilindrico (incrocio fra pilastro e colonna monolitica) e i capitelli cubici d'influenza germanica, presenti nel S. Abondio e nel S. Giacomo di Como (v. scheda). Il rigore "stereometrico" attesterebbe inoltre un influsso salico. La chiesa è dotata di un portale al centro della facciata ovest e di due portali a sud: uno in corrispondenza del transetto (interamente di restauro) e uno in corrispondenza del collaterale sud del santuario. Il primo, verso il chiostro, doveva essere ad uso dei monaci, dovendosi considerare coro monastico il quadrato sotto l'incrocio; il secondo, verso la sacrestia, a uso dei celebranti.
Notizie storiche
La modalità della fondazione di Vertemate (1084) si lega a quelle successive di Cavaglio Mezzano e Olgiate per la presenza di un folto gruppo di individui donatori. Nel 1084 esisteva una chiesa di S. Croce, ma nel 1093 questa appare sostituita dall'attuale S. Giovanni Battista. La chiesa di S. Croce (che potrebbe essere sotto S. Giovanni, oppure a est della sala del capitolo, se usata in seguito come secondo coro) fu probabilmente opera del primo priore Gerardo, che recentemente G. Spinelli (1998) ha identificato nel Gerardo priore di La-Charité-sur-Loire fino al 1080 e a Joigny fino al 1084. In quest'anno egli sarebbe stato inviato in Italia come emissario dell'abate Ugo di Cluny per la fondazione di Vertemate (1084) e Cantù (1086). Tornato a La-Charité nel 1087, vi morì l'anno dopo. Lui sarebbe stato il committente del primo insediamento di S. Croce, mentre il suo successore Pietro (che Spinelli ritrova in più di un documento e nello stesso Giovio) avrebbe curato la costruzione della nuova chiesa di S. Giovanni Battista, forse consacrata il 30 dicembre 1095.
Dopo i restauri del 1960 l'unico elemento interamente originario in facciata è il magnifico portale in tre enormi blocchi monolitici e lunetta superiore, da confrontare con quello del fianco sud di S. Pietro di Vallate e forse dell'originario vestibolo di Provaglio d'Iseo. Archetti e monofore sono di restauro. Il chiostro antico del priorato fu distrutto dai Comaschi nel 1287 (Forte 1931), ma ne restano elementi scolpiti (Zastrow 1981). La chiesa è oggi di proprietà privata e non visitabile.
Uso attuale: intero bene: NR
Uso storico: intero bene: chiesa
Condizione giuridica: proprietà privata
Credits
Compilazione: Leoni, Marco (2005)
Aggiornamento: Galli, Maria (2010); Ribaudo, Robert (2013)
Descrizione e notizie storiche: Piva, Paolo
Fotografie: Leoni, Marco
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/CO190-00156/
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