Compreso in: Chiesa di S. Benedetto - complesso, Tremezzina (CO)
Chiesa di S. Benedetto - complesso
Tremezzina (CO)
Indirizzo: Strada per San Benedetto (Fuori dal centro abitato, isolato) - San Benedetto, Tremezzina (CO)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: Il complesso architettonico è composto dalla chiesa, dal campanile e da alcune strutture appartenenti all'ex monastero. La chiesa si sviluppa con pianta a tre navate terminate da absidi semicircolari; il campanile è a pianta quadrangolare e gli edifici appartenenti all'ex monastero si sviluppano con planimetria ad "L". Tutti gli edifici presentano le murature a vista, realizzate con elementi squadrati di pietra di Moltrasio. Le coperture sono a tetto con manto in lastre di pietra.
Epoca di costruzione: sec. XI
Comprende
- Chiesa di S. Benedetto, Tremezzina (CO)
- Campanile della Chiesa di S. Benedetto, Tremezzina (CO)
- Monastero della Chiesa di S. Benedetto (ex), Tremezzina (CO)
Descrizione
Il complesso monastico sorge a 800 m circa di altitudine, sul versante meridionale del monte Galbiga, alla confluenza di due valli tributarie del torrente Perlana, da cui prende il nome la valle. Il luogo, suggestivo e isolato, ha fatto sì che l'edificio religioso mantenesse quasi immutate le caratteristiche architettoniche originarie, mentre il monastero e gli edifici di servizio ad esso collegati hanno subito un forte degrado.
L'edificio, pur nella sua sobrietà, è di notevole interesse architettonico. La facciata, a salienti, ripete la ripartizione interna a tre navate. Gli unici elementi decorativi sono costituiti dagli archetti ciechi all'altezza delle navate laterali, dal fregio a denti di sega che sottolinea la base del timpano centrale e dagli archetti che si snodano sotto gli spioventi di quest'ultimo. Il portale è sormontato da un arco a tutto sesto, in conci lapidei ben squadrati, al di sopra del quale è ancora visibile una grande apertura rotonda successivamente tamponata. Le navate sono spoglie e presentano semplici aperture a monofora con doppio strombo. In quella a nord, all'altezza della seconda campata, è ancora visibile una porta (ora tamponata) da cui si accedeva al cimitero, mentre in quella opposta è riconoscibile la porta di comunicazione col monastero. L'abside maggiore è coronata da una serie di archetti a doppia ghiera e scandita in tre parti da slanciate semicolonne con capitello cubico ad angoli smussati. In ognuna delle specchiature si apre una monofora strombata. Nelle due absidiole laterali è presente ancora il motivo ad archetti ciechi, mentre la muratura è solcata soltanto da lesene e le aperture sono ridotte ad una per parte. La zona absidale è la porzione d'edificio maggiormente decorata, grazie anche ad un particolare effetto cromatico ottenuto con l'alternanza di conci di materiali diversi.
L'interno, molto semplice, è frutto degli ultimi restauri. Ha navate sorrette da pilastri quadrangolari, la copertura a capriate, ad eccezione delle campate antistanti le absidi, a crociera. Sull'ultima di destra è impostato il campanile. L'altare è costituito da un blocco di granito in cui è scavata un'unità di misura per il grano. La torre campanaria presenta semplici aperture e i segni delle antiche finestre a bifora, oggi tamponate.
Notizie storiche
Il primo documento in cui si ricorda l'esistenza della chiesa risale al 1083, mentre il monastero è attivo nel 1090. La fondazione del complesso, collocabile attorno alla metà dell'xi secolo, va collegata all'azione riformatrice dei vescovi comaschi che promossero nuove fondazioni religiose nella Pieve d'Isola e nei territori circostanti. Il S. Benedetto venne così dotato di beni fondiari dal monastero cittadino di S. Carpoforo e se ne favorì l'espansione territoriale, anche rispetto alla retrostante Val d'Intelvi. Nel XIII secolo le proprietà si estesero al lago di Como e a quello di Lugano, e lungo il corso dell'Adda in Valtellina fino a Tirano. L'ubicazione isolata e la vicinanza dell'abbazia dell'Acquafredda ne decretarono però il declino. Il monastero, con le annesse strutture, venne progressivamente impiegato a fini agricoli, finché fu soppresso da Giuseppe ii nel 1778. Il degrado proseguì inesorabile, tanto che nel 1950 la chiesa fu interdetta ai riti sacri; dignità che recuperò solo otto anni più tardi in seguito a una prima campagna di restauri. L'attenzione per la struttura si intensificò soprattutto grazie alla creazione di un'associazione che dal 1987 ha in comodato la struttura allo scopo della sua rivitalizzazione. Nel 1989 iniziarono così nuovi restauri sia degli edifici rurali che della chiesa, ultimati nel 1997.
Uso attuale: chiesa: chiesa
Uso storico: chiesa: chiesa; intero bene: casa colonica
Condizione giuridica: proprietà privata
Riferimenti bibliografici
Spiriti A., Alpi Lepontine Meridionali, Ossuccio, Como 1994
Marocco Clerici G., Recupero del Patrimonio Artistico della Provincia di Como, Ossuccio, San Benedetto al Monte in Val Perlana, Albese con Cassano 1990
Belloni L. M., Il San Benedetto in Valperlana, Menaggio 1990
Magni M., Architettura romanica comasca, Milano 1960
Credits
Compilazione: Catalano, Michela (2006)
Aggiornamento: Galli, Maria (2010); Caspani, Pietro (2015)
Descrizione e notizie storiche: Rurali, Elisabetta
Fotografie: Leoni, Marco
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/CO250-00034/
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