Chiesa di S. Vincenzo

Gravedona ed Uniti (CO)

Indirizzo: Via Roma (Nel centro abitato, isolato) - Gravedona ed Uniti (CO)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: chiesa

Configurazione strutturale: La chiesa si sviluppa con pianta longitudinale ad unica navata con cappelle laterali terminata da profondo presbiterio rettangolare con abside poligonale. La sacrestia è ubicata sul lato meridionale in prossimità della zona presbiteriale. Le strutture murarie sono realizzate in elementi lapidei di pietra e presentano tessiture differenti: la parte bassa è caratterizzata da tessitura regolare a filari orizzontali e giunti sfalsati ed è realizzata con blocchetti di pietra di Moltrasio; la parte alta, al contrario, presenta tessitura più irregolare, con elementi di pietra di diversa forma e dimensione misti a ciottoli e mattoni. Le coperture sono a tetto con struttura lignea e manto in lastre di pietra

Epoca di costruzione: sec. XI

Autori: Bianchi Pietro, sacrestia, decorazione; Carloni Carlo Innocenzo, decorazione; Tagliaferri Luigi, decorazione

Descrizione

L'edificio romanico, pesantemente trasformato in età barocca, era a tre navate con tre absidi e un endonartece. Aveva tre porte: una in facciata e una per ogni fianco; da quella sul lato meridionale si accedeva alla cripta. Poco è ancora oggi leggibile di questa primitiva chiesa. La parete settentrionale, scandita da lesene, è caratterizzata da una cornice ad archetti ciechi, in cui si aprivano (ora sono tamponate) monofore con ghiera in laterizio, mentre nella parete meridionale gli archetti ciechi sono posti su due ordini e le monofore hanno ghiere ben scolpite. Nell'attuale facciata la porzione romanica è limitata alla zona inferiore, mentre la parte superiore presenta un rivestimento barocco. Questa parte è stata rivelata nel 1966, quando fu possibile individuare anche tracce delle lesene e delle paraste. Il materiale edilizio impiegato e la soluzione adottata per gli archetti su doppia fila la avvicinano al San Benedetto in Val Perlana e al San Pietro di Vallate (Cosio), facendo ipotizzare così per l'edificio una fase edilizia compresa entro il 1072, anno in cui è attestata la consacrazione.

Notizie storiche

L'area su cui sorge l'edificio accanto alla chiesa di S. Maria del Tiglio, ha assolto presumibilmente una funzione sacrale fin dall'antichità, come testimonia il ritrovamento di tre are romane, di una sepoltura e di frammenti scultorei di età romana.
La sepoltura e i resti scultorei, costituiti da frammenti di un capitello (datati tra il I e il II secolo d.C.), furono rinvenuti durante alcuni lavori effettuati tra il 1977 e il 1979 nella cripta di Sant'Antonio della chiesa di San Vincenzo. Gli interventi hanno permesso di ipotizzare che il lastricato dell'odierno pavimento dell'abside, per la positura dei lastroni e delle ghiere circolari, potesse riferirsi ad epoca romana. Al periodo paleocristiano risale, invece, un'importante testimonianza: una lastra in marmo di Musso, oggi murata nei pressi del presbiterio in San Vincenzo, che attesta la sepoltura di due giovani donne (Agnela e Onoria) all'inizio del VI secolo. Tale ritrovamento aveva già fatto supporre a Vincenzo Barelli (1874) la presenza di una chiesa paleocristiana nel medesimo luogo su cui sorse il San Vincenzo.
Sempre grazie a una testimonianza d'archivio sappiamo che il San Vincenzo venneconsacrato nel 1072. Poco resta della fase romanica del San Vincenzo, trasformato completamente in età barocca. Al 1600 e al 1627 risalgono gli interventi più significativi, mentre al 1726 va collocata la terminazione poligonale del coro. Si sono già ricordate le origini molto antiche della chiesa. Questa porzione dell'edificio è stata specificamente indagata durante i citati restauri. Si aprì, infatti, una breccia nel muro seicentesco che aveva diviso trasversalmente la cripta permettendo l'accesso alla sua abside maggiore, che venne svuotata dai detriti che conteneva, rendendo così visibili i diversi affreschi (alcuni dei quali frammentari e per questo di difficile datazione tra il XIV e il XV secolo) che ne ornano il catino. Parimenti si intervenne anche all'esterno, liberando completamente l'area adiacente all'abside meridionale, rendendone visibile il basamento e recuperando totalmente quella settentrionale, che evidenzia semicolonne lungo la curva perimetrale. Anche in età altomedievale la chiesa dovette ricoprire un ruolo di primo piano, come dimostra una pergamena del 931 in cui si ricorda una donazione alla congregazione della pieve di Gravedona, che risulta particolarmente numerosa. Un'importante campagna edilizia dovette interessare l'edificio prima del 1072, anno in cui ha luogo la sua riconsacrazione.

Uso attuale: chiesa: chiesa

Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico

Riferimenti bibliografici

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Credits

Compilazione: Catalano, Michela (2007); Leoni, Marco (2007)

Aggiornamento: Galli, Maria (2009)

Descrizione e notizie storiche: Rurali, Elisabetta

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