Campanile della Chiesa di S. Maria del Tiglio

Gravedona ed Uniti (CO)

Indirizzo: Piazza XI Febbraio (Nel centro abitato, isolato) - Gravedona ed Uniti (CO)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: campanile

Configurazione strutturale: Il campanile si innesta sulla facciata della chiesa; si sviluppa con pianta quadrangolare fino all'altezza della copertura della stessa e con pianta ottagonale nei livelli successivi. E' stato realizzato in diverse fasi costruttive e il primo livello era forse, in origine, il pronao della chiesa. Le strutture murarie sono realizzate prevalentemente con blocchi di pietra locale posati, fino ad una certa altezza, a filari regolari bianchi e neri alternati, con elementi di reimpiego scolpiti a bassorilievo; nella parte alta la tessitura diviene più irregolare e presenta anche elementi di laterizio. Nella parte bassa dell'edificio, in posizione centrale, si apre un ampio portale che immette nella chiesa; la cella campanaria è coperta da cupola; la copertura si imposta su tamburo circolare caratterizzato da pilastri alternati a colonne

Epoca di costruzione: sec. XI - secondo quarto sec. XVI

Descrizione

La chiesa è identificabile anche da lontano per la slanciata torre campanaria che raggiunge quasi i 35 metri d'altezza. Dalle relazioni delle visite pastorali si apprende che assolveva alle necessità di tutta la pieve, in quanto il San Vincenzo non ne aveva una propria. Il campanile è collocato nel mezzo della facciata e, pur sporgendo da essa, ne costituisce parte integrante sia per l'impiego della stessa modalità costruttiva che intervalla file regolari di blocchi di Moltrasio (come recentemente riconosciuto) e di marmo bianco di Musso, sia perché nella sua base si apre il portale d'ingresso, anch'esso in marmo di Musso, con una forte strombatura a cinque modanature. Nella parte alta del campanile, così come nei corrispettivi spioventi della facciata, la regolarità della bicromia si perde, in quanto il marmo di Musso è impiegato nella sua variante rosacea e anche gli elementi neri sembrano inseriti con casualità. La severità del lato frontale è mitigata solo dalla presenza di una cornice ad archetti, sormontata da una a denti di sega, di una monofora e di una feritoia. Alla base della monofora sono inseriti i bassorilievi antichi precedentemente citati, mentre la protome è collocata sopra il concio mediano. La muratura è divisa verticalmente in due specchiature da una sottile lesena che, unitamente ai contrafforti angolari, regge una serie di archetti ciechi, sopra cui si sviluppa una cornice a forte aggetto, che fa apparire la parte superiore arretrata rispetto a quella inferiore. Da quel livello, infatti, si origina la parte superiore del campanile non più a pianta quadrata, ma ottagonale. Il fusto è diviso in piani dalla ripetizione del seguente modulo: archetti ciechi, cornice a denti di sega, cornicione aggettante. Nei lati maggiori di ogni piano si aprono nell'ordine: una bifora, una trifora e una bifora di dimensioni maggiori. Una cupola coperta con beole di Moltrasio completa la struttura.
Varcata la soglia si attraversa uno stretto vestibolo, realizzato nello spessore della muratura del campanile.

Notizie storiche

La forma insolita e le fasi edilizie del campanile sono sempre state molto discusse. Recentemente, grazie a scoperte d'archivio e allo studio stratigrafico della muratura, è stato possibile affermare che in origine il campanile doveva avere pianta cruciforme. Su di esso si incominciò a intervenire già alla fine del XIV secolo (forse la porzione al culmine della facciata con conci di diverso colore?), mentre la forma attuale venne assunta tra il 1539, quando si iniziarono i lavori per riempire gli spazi vuoti degli angoli originando l'ottagono, si innalzò il fusto con la costruzione dei pilastri per sostenere la volta della cella campanaria e il 1599, anno in cui un documento attesta che la comunità protestò per il pagamento delle spese inerenti ai lavori citati. Indipendentemente dalla data precisa di esecuzione, la cella campanaria è stata definita "quasi un falso cinquecentesco" (Della Torre). Questa particolare tipologia della torre campanaria in facciata (clocher-porche) attraverso cui si accede anche alla chiesa ha nel territorio qualche esempio timidamente paragonabile nella parrocchiale di San Paolo a Cantù, o nei Santi Nazaro e Celso a Scaria in Val d'Intelvi, mentre è molto più diffusa in Francia, particolarmente in Borgogna e in Alsazia. Va ricordato che Gravedona aveva stretti rapporti con aree d'oltralpe, in quanto il monastero di Reichenau, presso il lago di Costanza, possedeva terreni che concedeva in affitto alla popolazione locale.

Uso attuale: campanile: campanile

Uso storico: intero bene: campanile

Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico

Riferimenti bibliografici

Pescarmona, D./ Rossi, M./ Rovetta, A., Alto Lario Occidentale, Como 1992

Mella, E., Ateneo Religioso, Battistero di Santa Maria del Tiglio in Gravedona, Torino 1872

Magni, M., Rivista Archeologica dell'Antica Provincia e Diocesi di Como, Santa Maria del Tiglio in Gravedona, Como 1952

Magni, M., Architettura romanica comasca, Milano 1960

Zastrow, O., Castelli Basiliche e Ville, Como - Lecco 1991

Fecchio, L., Notizie storico-religiose di Gravedona, Como 1893

Zecchinelli, M., Le tre Pievi: Gravedona Dongo Sorico, Menaggio 1995

Albonico Comalini, P./ Conca Muschialli, G., Gravedona. Paese d'arte, Gravedona 2006

Della Torre, S., La Provincia di Como, L'architettura, Lipomo 2002

Belloni, L. M., Il San Vincenzo di Gravedona, Como 1980

Guida Italia, Lombardia Guida d'Italia del Touring Club Italiano, L'Alto Lago: da Menaggio a Colico, Milano 2005

AA. VV., L'area Sacra di Gravedona, Foggia - Roma 2005

Zecchinelli, M., L'Alto Lario, Como 1966

Guarisco, G., Romanico. Uno stile per il restauro. L'attività di tutela a Como. 1860-1915, I restauri di una chiesa <>: S. Maria del Tiglio a Gravedona (1857-1911), Milano 1992

Cani, F., Storie. Supplemento al settimanale "Il caffè dei Laghi", Antico, antichissimo, anzi cinquecentesco, Como 1996

Cani, F., Storie. Supplemento al settimanale "Il caffè dei Laghi", Gravedona, Campanile di S. Maria del Tiglio, Como 1996

Bianchi, A./ Cantore, P./ De Vita, L., Santa Maria del Tiglio a Gravedona: analisi stratigrafica, 2001

Zecchinelli, M., Il romanico. Atti del Seminario di Studi, Isal, Milano, 1975, Le origini della "romanica" Santa Maria del Tiglio di Gravedona, Milano 1975

Della Torre, S., Archeologia dell'Architettura, Santa Maria del Tiglio: la "archeologia sperimentale" nella tradizione del restauro architettonico, 1997

Barelli, V., Rivista Archeologica dell'Antica Provincia e Diocesi di Como, S. Maria del Tiglio in Gravedona, 1873

Rovi, A., La Provincia di Como, Il percorso delle arti figurative in Provincia di Como dal V al XVIII secolo, Lipomo 2002

Zastrow, O., L'arte romanica del comasco, Lecco 1972

Chierici, S., Italia Romanica. La Lombardia, Milano 1978

Credits

Compilazione: Catalano, Michela (2007); Leoni, Marco (2007)

Aggiornamento: Galli, Maria (2009); Ribaudo, Robert (2013)

Descrizione e notizie storiche: Rurali, Elisabetta

Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).